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Everest: droni all’attacco dei rifiuti per una scalata sostenibile

Scopri come l'innovativa iniziativa con droni trasformerà la pulizia dell'Everest, proteggendo l'ambiente e gli sherpa, in vista di una stagione di scalata con oltre 400 alpinisti.
  • L'Everest Pollution Control Committee (Spcc), il comune di Khumbu Pasanglhamu e Airlift Technology collaborano per un'iniziativa inedita: la pulizia dell'Everest e dell'Ama Dablam con droni.
  • I test preliminari hanno permesso di raccogliere 234 kg di spazzatura dal Campo base dell'Everest e 641 kg dall'Ama Dablam, utilizzando il drone DJI FlyCart 30, capace di trasportare fino a 234 kg di detriti all'ora.
  • Si prevede l'arrivo di circa 420 scalatori stranieri sull'Everest e 80 sul Lhotse nella prossima stagione, con l'ausilio di circa 500 sherpa e personale di supporto, evidenziando l'importanza della sicurezza e della sostenibilità.

La prossima stagione di scalate in Nepal si prospetta intensa, con un’iniziativa inedita finalizzata alla tutela dell’ambiente montano: l’utilizzo di aeromobili a pilotaggio remoto per la raccolta dei detriti dall’Everest e dall’Ama Dablam. Questo progetto, nato dalla collaborazione tra l’Everest Pollution Control Committee (Spcc), il comune di Khumbu Pasanglhamu e la ditta nepalese di droni Airlift Technology, rappresenta un’innovazione nella gestione dei rifiuti ad alta quota.

Dettagli dell’Operazione di Pulizia con Droni

Le verifiche preliminari hanno già dimostrato l’efficacia dei droni, con circa 234 kg di spazzatura prelevati dal Campo base dell’Everest e ben 641 kg dall’Ama Dablam, fino al Campo II. Il drone in uso, il DJI FlyCart 30, ha dimostrato di poter trasportare sino a 234 kg di detriti ogni ora. Oltre alla raccolta dei rifiuti, i droni saranno usati per il trasporto di materiali, come scale e corde, in appoggio agli sherpa impegnati nella pericolosa cascata di ghiaccio del Khumbu, i cosiddetti “icefall doctors”. Otto operatori di droni sono stati preparati per eseguire queste operazioni.

Previsioni per la Stagione di Scalata

L’Associazione degli operatori delle spedizioni (Eoan) prevede un’elevata presenza di alpinisti nella stagione primaverile, con circa 420 scalatori stranieri diretti all’Everest e 80 al Lhotse. Un considerevole numero di alpinisti è previsto anche su altre vette, tra cui l’Annapurna (oltre 50), il Makalu (60), il Kanchenjunga (circa 40) e il Dhaulagiri (20).
Per fornire assistenza a questi alpinisti, si prevede l’impiego di circa cinquecento sherpa e altro personale di supporto.
La stagione di scalata, che comincia verso la fine di marzo e si conclude all’inizio di giugno, presenta le condizioni più propizie tra aprile e maggio, soprattutto per l’Everest.

Impatto Ambientale e Sicurezza

L’iniziativa di pulizia con i droni punta a minimizzare l’impatto ambientale dell’alpinismo sull’Everest, appellato “la discarica più alta del mondo”. Nella sola primavera precedente, sono state raccolte quasi 100 tonnellate di rifiuti dall’Everest e dal Lhotse, di cui 77,19 tonnellate provenivano dal solo campo base. L’uso dei droni non solo facilita la raccolta dei rifiuti, ma contribuisce altresì a ridurre i pericoli per gli sherpa, che spesso affrontano tragitti rischiosi attraverso la cascata di ghiaccio del Khumbu. Dal 1953, quasi 50 sherpa hanno perso la vita in quest’area.

Verso un Futuro Sostenibile in Montagna

L’iniziativa di impiegare droni per la pulizia dell’Everest costituisce un passo notevole verso un alpinismo più ecocompatibile. L’adozione di tecnologie innovative, come i droni, può concorrere a ridurre l’impatto ambientale delle attività umane ad alta quota e a migliorare la sicurezza degli operatori. È indispensabile che tali iniziative siano sostenute da politiche idonee e da una maggiore sensibilizzazione da parte di tutti i soggetti coinvolti, dagli alpinisti alle agenzie di spedizione, al fine di salvaguardare l’ambiente montano per le generazioni future.
L’impiego di droni per la pulizia dell’Everest ci ricorda l’importanza di un approccio responsabile all’alpinismo. Una nozione base da tenere a mente è il principio del “Leave No Trace”, che invita a minimizzare l’impatto ambientale delle nostre attività in montagna, riportando a valle tutti i rifiuti e rispettando l’ambiente circostante.

Un concetto più avanzato riguarda la capacità di carico dei ghiacciai e la loro risposta ai cambiamenti climatici. L’aumento delle temperature sta accelerando lo scioglimento dei ghiacciai, con conseguenze dirette sulla stabilità delle montagne e sulla disponibilità di acqua a valle. È fondamentale comprendere questi processi per valutare i rischi e adottare misure di adattamento adeguate.

Riflettiamo su come le nostre azioni, anche in luoghi remoti come l’Everest, possano avere un impatto significativo sull’ambiente globale. L’alpinismo, se praticato in modo consapevole e responsabile, può essere un’esperienza arricchente e rispettosa della natura.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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