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- I Ragni di Lecco tentano la scalata in stile alpino della parete Ovest dello Changabang, alta 6864 metri.
- La via che intendono percorrere è quella aperta nel 1976 da Joe Tasker e Peter Boardman, che impiegarono 25 giorni.
- L'obiettivo è completare la salita in meno di 48 ore, dopo un avvicinamento e 500 metri di zoccolo, con 1100 metri su placche di granito.
- La spedizione è partita il 23 aprile 2025 e ha a disposizione 45 giorni per acclimatarsi e tentare la salita dal campo base a 4600 metri.
L’alpinismo moderno è pronto a scrivere una nuova pagina di storia sull’imponente Changabang, montagna sacra dell’Himalaya indiano. Un team di alpinisti italiani, composto da Luca Schiera, Giacomo Mauri e Luca Moroni, si è lanciato in una sfida audace: scalare la parete Ovest di questa vetta iconica in stile alpino, un’impresa che, se realizzata, rappresenterebbe una pietra miliare nell’alpinismo d’alta quota.
La sfida alla “Montagna di Luce”
Lo Changabang, con i suoi 6864 metri di altezza, si erge come un dente di squalo di granito e ghiaccio nel cuore del Garhwal indiano, vicino al confine con il Tibet. La sua parete Ovest, in particolare, ha sempre rappresentato una sfida formidabile per gli alpinisti di tutto il mondo. La via che i tre Ragni di Lecco intendono percorrere è quella aperta nel 1976 dagli inglesi Joe Tasker e Peter Boardman, un’impresa che all’epoca fu considerata un capolavoro di audacia e tecnica. Boardman e Tasker trascorsero ben 25 giorni in parete, affrontando difficoltà estreme in un ambiente ostile e isolato. La loro salita, raccontata nel libro “La Montagna di Luce”, ha ispirato generazioni di alpinisti e ha contribuito a creare il mito dello Changabang come una delle montagne più difficili e affascinanti del mondo.

Uno stile alpino “one push”
Ciò che rende ancora più ambiziosa l’impresa di Schiera, Mauri e Moroni è il loro intento di scalare la parete Ovest in stile alpino, ovvero in un’unica spinta, senza campi pre-piazzati o corde fisse. Questo approccio, che privilegia la velocità, la leggerezza e l’autosufficienza, rappresenta una sfida ulteriore in un ambiente come quello dell’Himalaya, dove le condizioni meteorologiche possono cambiare rapidamente e le difficoltà tecniche sono estreme. Solo una volta, nel 2022, la via di Boardman e Tasker è stata ripetuta, da un team neozelandese che ha impiegato 9 giorni. L’obiettivo dei Ragni di Lecco è quello di completare la salita in meno di 48 ore, un’impresa che richiederebbe una preparazione fisica e mentale eccezionale, oltre a una perfetta conoscenza della parete e delle sue insidie.
Le difficoltà e le incognite
La parete Ovest dello Changabang presenta una serie di difficoltà che metteranno a dura prova le capacità degli alpinisti italiani. Dopo un lungo avvicinamento e 500 metri di zoccolo, la via si sviluppa per 1100 metri su placche di granito incrostate di ghiaccio, con difficoltà di arrampicata che raggiungono il V/VI grado e passaggi di artificiale. La quota elevata, il freddo intenso e il rischio di valanghe e scariche di ghiaccio rappresentano ulteriori fattori di rischio da non sottovalutare. Come ha sottolineato Luca Schiera, l’esperienza e l’affiatamento del team saranno fondamentali per superare le difficoltà e raggiungere la vetta. I tre alpinisti, infatti, possono contare su una solida esperienza in montagna e su una profonda amicizia che li lega da anni.
Verso la vetta: determinazione e amicizia
La spedizione dei Ragni di Lecco allo Changabang rappresenta un’avventura umana e sportiva di grande valore. Al di là della sfida alpinistica, l’impresa di Schiera, Mauri e Moroni è un esempio di come la passione, la determinazione e l’amicizia possano spingere l’uomo a superare i propri limiti e a realizzare sogni apparentemente impossibili. I tre alpinisti sono partiti il 23 aprile 2025 e hanno a disposizione 45 giorni per acclimatarsi e tentare la salita. Il loro campo base è situato a circa 4600 metri di quota, da dove inizieranno l’ascesa verso la “Montagna di Luce”.
Un’Eredità di Ispirazione: Oltre la Scalata, un Viaggio Interiore
L’impresa di Luca Schiera, Giacomo Mauri e Luca Moroni non è solo una sfida alpinistica, ma un’esplorazione dei limiti umani e una celebrazione dello spirito di avventura. La loro determinazione nel confrontarsi con la parete Ovest dello Changabang, seguendo le orme di pionieri come Boardman e Tasker, ci ricorda che l’alpinismo è molto più di una semplice scalata: è un viaggio interiore alla scoperta di sé stessi e del proprio rapporto con la natura.
Notizia e approfondimento base: L’alpinismo in stile alpino, come quello intrapreso dai Ragni di Lecco, si distingue per la sua leggerezza e velocità. Gli alpinisti portano con sé solo l’essenziale, rinunciando a campi fissi e corde preinstallate, affidandosi alla loro abilità e resistenza per superare le difficoltà della montagna.
Notizia e approfondimento avanzato: La scelta di affrontare lo Changabang in stile alpino “one push” rappresenta una sfida ancora più audace, poiché richiede una perfetta conoscenza della parete, una preparazione fisica e mentale eccezionale e una capacità di adattamento alle condizioni meteorologiche in rapido cambiamento. Questo approccio, se coronato dal successo, potrebbe aprire nuove prospettive per l’alpinismo d’alta quota, dimostrando che è possibile scalare montagne difficili e remote con un impatto ambientale minimo e un’esperienza più autentica e coinvolgente.
L’eco delle loro gesta risuona ben oltre le vette innevate, invitandoci a riflettere sul significato profondo dell’esplorazione e sulla forza che risiede nella collaborazione e nell’amicizia. Che la loro avventura sia fonte di ispirazione per tutti noi, spingendoci a perseguire i nostri sogni con coraggio e determinazione, nel rispetto della natura e dei suoi ritmi.