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- Lefter Valentin, 38 anni, ha scalato idealmente l'Everest per sostenere il suo amico Stefano Marangone, affetto da SLA da 23 anni, per garantirgli l'assistenza domiciliare.
- Lefter ha scalato il Monte Jouf dieci volte, raggiungendo un dislivello di 8.849 metri, equivalente all'altezza dell'Everest, in 25 ore e 21 minuti.
- La comunità ha raccolto 4.675 euro in presenza e 2.245 euro online per sostenere Stefano, con la campagna di raccolta fondi ancora aperta.
Oggi, 13 maggio 2025, assistiamo a un’ondata di solidarietà che si manifesta attraverso un’impresa sportiva straordinaria. Lefter Valentin, un uomo di 38 anni residente a Maniago, ha compiuto un’impresa che va ben oltre la semplice performance atletica: ha scalato idealmente l’Everest per sostenere il suo amico Stefano Marangone, affetto da Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) da ben 23 anni.
Un’impresa per la vita
L’iniziativa di Lefter è nata dalla necessità di garantire a Stefano l’assistenza domiciliare di cui ha disperatamente bisogno. Le risorse economiche di Stefano si stanno esaurendo, mettendo a rischio la sua permanenza in un ambiente familiare, essenziale per la sua qualità di vita. Lefter ha lanciato una sfida ambiziosa: scalare dieci volte il Monte Jouf, raggiungendo così un dislivello equivalente all’altezza dell’Everest, 8.849 metri. L’impresa è iniziata sabato 10 maggio alle ore 9:00 e si è conclusa dopo 25 ore e 21 minuti di sforzo ininterrotto. Questo gesto simbolico ha avuto un impatto reale, mobilitando la comunità e raccogliendo fondi vitali per Stefano.
- Che storia toccante! Un esempio di amicizia vera che......
- Non fraintendiamoci, l'iniziativa è lodevole, ma non risolve......
- Scalare una montagna per un amico è simbolico, ma forse dovremmo......
La forza della comunità
La risposta della comunità è stata commovente. Molti si sono uniti a Lefter durante le salite, offrendo il loro sostegno fisico e morale. Altri hanno contribuito con donazioni, sia in piazza che online. L’iniziativa ha raccolto 4.675 euro in presenza e 2.245 euro tramite una piattaforma online, con la campagna di raccolta fondi ancora aperta. Questo dimostra come un atto di amicizia e solidarietà possa unire le persone e generare un impatto positivo tangibile. La storia di Lefter e Stefano è un esempio di come la determinazione e l’altruismo possano superare le difficoltà e portare speranza a chi ne ha più bisogno.

Un Everest di solidarietà
L’impresa di Lefter non è stata solo una sfida sportiva, ma un vero e proprio atto di amore e dedizione. Stefano, che dipende da un ventilatore polmonare e da un sondino per l’alimentazione, necessita di cure costanti e specializzate. La permanenza a casa, circondato dall’affetto dei suoi cari e assistito da personale qualificato, è fondamentale per la sua sopravvivenza e il suo benessere. Lefter ha sottolineato l’importanza di evitare il trasferimento di Stefano in una casa di riposo, dove non potrebbe ricevere le stesse cure personalizzate. La sua iniziativa ha acceso i riflettori sulla situazione di Stefano e ha sensibilizzato l’opinione pubblica sull’importanza dell’assistenza domiciliare per i malati di SLA.
Un esempio di umanità
L’azione di Lefter Valentin è un faro di speranza in un mondo spesso segnato dall’indifferenza. La sua impresa dimostra che anche un singolo individuo può fare la differenza, mobilitando una comunità intera per una causa nobile. La storia di Lefter e Stefano ci ricorda l’importanza dell’amicizia, della solidarietà e dell’impegno civile. In un’epoca dominata dalla tecnologia e dalla digitalizzazione, è confortante vedere come i valori umani fondamentali continuino a ispirare gesti di grande generosità.
Conclusione: L’eco di un gesto eroico
La vicenda di Lefter Valentin e Stefano Marangone trascende la cronaca di un’impresa sportiva. È una narrazione potente sull’amicizia, la resilienza e la capacità di una comunità di unirsi per sostenere chi è in difficoltà. L’eco di questo gesto eroico risuona ben oltre i confini di Maniago, offrendo un esempio di umanità che merita di essere celebrato e imitato.
Amici appassionati di montagna e alpinismo, la storia di Lefter ci insegna una lezione fondamentale: la montagna non è solo una sfida fisica, ma anche un simbolo di resilienza e di superamento dei propri limiti. Allo stesso modo, l’alpinismo non è solo una disciplina sportiva, ma anche una metafora della vita, con le sue difficoltà e le sue conquiste.
Una nozione base di alpinismo che si ricollega a questa storia è l’importanza del lavoro di squadra. In montagna, come nella vita, il sostegno reciproco e la collaborazione sono essenziali per raggiungere obiettivi ambiziosi. Una nozione più avanzata è il concetto di etica dell’alpinismo, che promuove il rispetto per la montagna e per gli altri alpinisti, incoraggiando un approccio responsabile e sostenibile all’attività.
La storia di Lefter ci invita a riflettere sul nostro ruolo nella società e sulla nostra capacità di fare la differenza nella vita degli altri. Come possiamo, nel nostro piccolo, contribuire a creare un mondo più giusto e solidale? La risposta, forse, è più semplice di quanto pensiamo: basta un gesto di generosità, un atto di amicizia, un Everest scalato con il cuore.