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- Tra il 2000 e il 2023, i ghiacciai hanno perso il 5,4% della loro massa, pari a circa 6.558 miliardi di tonnellate. Questo dato sottolinea l'accelerazione della fusione dei ghiacciai a livello globale.
- In alcune regioni, come l'Europa centrale e il Caucaso, la perdita di massa glaciale ha raggiunto il 39%, evidenziando una vulnerabilità particolarmente elevata in queste aree. Questo dato mette in luce la necessità di interventi mirati a livello regionale.
- Il «Manifesto europeo per una governance dei ghiacciai» propone otto interventi specifici, suddivisi in quattro direttive a livello continentale e quattro di portata più estesa, per affrontare la crisi climatica e proteggere i ghiacciai. Questo documento rappresenta un passo importante verso un'azione coordinata e sostenibile.
L’allarme dei ghiacciai: un campanello d’allarme per il pianeta
Il corso della crisi climatica ha subito un’accelerazione senza precedenti: in questo contesto drammatico sono proprio i ghiacciai a ricoprire un ruolo cruciale come sentinelle silenziose, mostrando chiaramente gli effetti deleteri di questo fenomeno globale. Da luoghi iconici come l’Everest fino al Monte Bianco – rispettivamente considerato il tetto del mondo e la vetta più elevata d’Europa – emerge una realtà allarmante rappresentata dall’arretramento degli strati glaciali. Gli approfondimenti scientifici recentissimi evidenziano risultati sconfortanti riguardo alla perdita di massa dei ghiacciai; questi cambiamenti apportano ripercussioni notevoli non solo sul livello marino ma anche sull’approvvigionamento idrico accessibile a miliardi di individui.
Fra il 2000 e il 2023 si registra una diminuzione pari al 5,4%, che equivale a circa 6.558 miliardi di tonnellate; in particolare, zone meno ampie dal punto vista glaciale come quelle situate nell’Europa centrale oppure nel Caucaso vedono impattare maggiormente questa erosione glaciale: quest’area ha subìto un decremento pari addirittura al 39%. Per quanto riguarda le Alpi, già oggi possiamo attestare che almeno un terzo della loro massa menzionata è andato perduto; lo scenario futuro è altresì fosco poiché vi è da aspettarsi che nel giro del prossimo trentennio spariranno tutti quei corpi glaciali inferiori ai 3.500 metri. I ghiacciai, come il Flua situato in Valsesia, hanno subito l’inesorabile destino dell’estinzione, mentre le formazioni glaciali del Canin e del Triglav hanno visto una sostanziale diminuzione delle loro masse glaciali, riducendosi a scarse vestigia.

Il “Manifesto europeo per una governance dei ghiacciai”: una risposta concreta
Di fronte a questa emergenza, diverse organizzazioni, tra cui il Club Alpino Italiano (CAI), il Comitato Glaciologico Italiano (CGI), CIPRA Italia, EUMA e Legambiente, hanno presentato il “Manifesto europeo per una governance dei ghiacciai”. Questo documento, sottoscritto da un ampio network di enti e associazioni, mira a implementare azioni comuni per garantire un futuro sostenibile per i ghiacciai e le comunità che da essi dipendono.
Il Manifesto si basa su due pilastri fondamentali: la riduzione delle emissioni di gas serra, per limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi rispetto ai livelli preindustriali, e l’adozione di misure di adattamento agli impatti dei cambiamenti climatici. *A tale scopo, il documento elenca otto interventi specifici, suddivisi in quattro direttive a livello continentale e quattro di portata più estesa.
A livello europeo, si propone di creare un sistema di monitoraggio del rischio criosferico, istituire una rete multidisciplinare di competenze per una Governance Europea dei Ghiacciai (EGG), valorizzare gli strumenti e le politiche internazionali per la mitigazione e l’adattamento, e sostenere la leadership europea nella tutela degli ambienti glaciali. In un contesto più ampio, è imperativo valorizzare e tutelare i ghiacciai; ciò implica una collaborazione con università ed enti di ricerca per garantire un’adeguata sensibilizzazione della popolazione e lo sviluppo di nuove figure professionali. È inoltre fondamentale istituire luoghi dedicati al dialogo, favorendo sinergie tra differenti realtà sia geografiche che politiche.
Le conseguenze dell’arretramento dei ghiacciai: un impatto globale
L’assottigliamento dei ghiacciai emerge come un problema complesso che trascende i confini esclusivamente ambientali; abbraccia infatti anche questioni sociali ed economiche. Si stima che oltre due miliardi di persone nel globo si avvalgano della neve e del ghiaccio montani per assicurarsi l’accesso ad acqua potabile, facilitare l’irrigazione agricola, generare energia attraverso impianti idroelettrici e supportare varie attività industriali. La sparizione progressiva dei ghiacciai mette dunque in discussione la disponibilità di queste risorse essenziali, con ripercussioni potenzialmente catastrofiche per i contesti comunitari ed ecologici circostanti.
In questo quadro critico va poi considerato che lo scioglimento glaciale gioca un ruolo significativo nell’aumento del livello marino; tale fenomeno mina la stabilità delle regioni costiere abitate da quasi due miliardi di persone. Dal 1900 ad oggi abbiamo assistito a un aumento approssimativo del livello dell’acqua marina pari a circa 20 centimetri, mentre il tasso attuale d’incremento è in rapidissima ascesa: ad oggi siamo arrivati ai fatidici 4,5 millimetri annualmente.
Un futuro incerto: la necessità di un impegno collettivo
Le prospettive per il futuro dei ghiacciai sono tutt’altro che rosee. Secondo le previsioni degli scienziati, se non verranno adottate misure drastiche per ridurre le emissioni di gas serra, la temperatura media dell’aria in Europa potrebbe aumentare tra i 2,0 e i 6,3°C entro la fine del secolo. Questo scenario porterebbe alla quasi totale sparizione dei ghiacciai alpini, con conseguenze catastrofiche per l’ambiente e la società.
È fondamentale agire subito, perseguendo obiettivi ambiziosi di riduzione delle emissioni e affiancando azioni di adattamento coordinate e sostenute. La sfida è di proporzioni considerevoli, tuttavia è imperativo intervenire senza indugio.* Come ha affermato Antonio Montani, presidente generale del CAI, “è dovere di ognuno di noi interessarsi a queste problematiche e fare tutto ciò che è nelle proprie possibilità per limitare questa tendenza”.
Verso una nuova era glaciale? Riflessioni sul futuro delle montagne
Il tema dell’estinzione dei ghiacciai riveste una notevole rilevanza per noi tutti: esso trascende il semplice amore per le montagne per affondare le radici nell’essenza stessa delle nostre responsabilità civiche globali. In tal senso, la montagna appare quale emblema tangibile della vulnerabilità intrinseca ai nostri ecosistemi ed evidenzia in modo urgente il bisogno impellente di riformulare le nostre abitudini quotidiane nei confronti dell’ambiente.
È fondamentale riconoscere prima fra tutte le cose che dietro a queste immense masse glaciali si cela una storia climatica complessa; esse agiscono quali veri custodi informativi sulla timeline evolutiva terrestre. Lo studio approfondito dei ghiacciai offre chiavi interpretative indispensabili per decifrare l’entità del cambiamento climatico attuale e anticiparne le possibili implicazioni future.
Entrando nel merito degli aspetti collegati alla questione glaciale occorre anche enfatizzare l’interconnessione con problematiche ambientali correlate: la deforestazione selvaggia, difficoltà dovute all’inquinamento atmosferico o il drammatico declino della biodiversità. Un’autentica risposta alla crisi climatica necessita pertanto di soluzioni sinergiche provenienti da diverse discipline atte a coinvolgere attivamente ogni settore sociale nella lotta contro questa emergenza planetaria. Potremmo essere giunti a una fase in cui riconsiderare il nostro legame con le montagne non può più limitarsi alla semplice esperienza ricreativa o all’emozione dell’avventura; è necessaria una visione che riconosca queste meraviglie naturali come patrimoni inestimabili da tutelare per coloro che verranno dopo di noi. Le montagne ci comunicano messaggi urgenti; tocca a noi prestare attenzione ai loro richiami e intraprendere le azioni appropriate.