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- Omar Di Felice affronta la Winter Transhimalaya, una traversata invernale di oltre 3000 chilometri.
- Il percorso include passi montani che superano i 4000 metri di altitudine, con temperature fino a -15°C.
- Partito da Guwahati, in India, ha già attraversato il Bhutan e si dirige verso il Tibet, con l'obiettivo di raggiungere Lhasa in circa 20 giorni.
- Il progetto "Bike to Happiness - Road to 1.5°C" accompagna l'avventura, promuovendo la bicicletta come mezzo per affrontare il cambiamento climatico.
L’ultracyclist Omar Di Felice si appresta a intraprendere una delle sue avventure più ardue e spettacolari: la Winter Transhimalaya. Questa traversata invernale, che si estende per oltre 3000 chilometri e 50.000 metri di dislivello, lo porterà dal Bhutan al Tibet, passando attraverso Nepal e India. Partito da Guwahati, in India, Di Felice ha già attraversato il Bhutan, scalando passi montani che superano i 3000 metri, tra cui il Chele La, il più alto del paese con i suoi 3900 metri. Dopo aver raggiunto Kathmandu, si prepara ora ad affrontare il tratto tibetano, caratterizzato da altopiani e passi a oltre 4000 metri, con temperature che possono scendere fino a -15°C.

La Sfida del Clima e dell’Altitudine
La Winter Transhimalaya non è solo una prova di resistenza fisica, ma anche una sfida contro le condizioni climatiche estreme e l’altitudine. Durante il viaggio, Di Felice dovrà affrontare temperature rigide e venti forti, che rendono il percorso ancora più impegnativo. L’acclimatamento alla quota sarà cruciale, e per questo motivo l’ultracyclist ha pianificato tappe specifiche per adattarsi gradualmente all’altitudine, con l’obiettivo di raggiungere Lhasa in circa 20 giorni. La preparazione fisica è stata intensa, con allenamenti che hanno raggiunto le 30 ore settimanali, per garantire che il corpo sia pronto a sopportare lo sforzo prolungato e le condizioni avverse.
- Questo progetto è un incredibile passo avanti per il ciclismo... 🚴♂️...
- Sfida estrema con rischi notevoli per la salute... ❄️...
- Riflessione sull'alpinismo moderno e sostenibilità... 🌍...
Un Progetto di Sostenibilità e Felicità
Questa avventura segna anche l’inizio del progetto “Bike to Happiness – Road to 1.5°C”, che mira a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della bicicletta come strumento per affrontare le sfide del cambiamento climatico e come veicolo di felicità. Il Bhutan, noto per il suo indice di Felicità Interna Lorda, rappresenta simbolicamente l’inizio di questo percorso. Di Felice intende dimostrare come la bicicletta possa essere un mezzo per migliorare la qualità della vita, soprattutto in aree del mondo dove gli spostamenti sono ancora complessi e critici.
Preparazione Tecnica e Logistica
Per affrontare la Winter Transhimalaya, Di Felice ha scelto una bicicletta da gravel Giant Revolt Advanced Pro, equipaggiata con pneumatici chiodati per garantire aderenza su superfici ghiacciate. L’equipaggiamento è stato selezionato con cura per bilanciare leggerezza e resistenza, includendo abbigliamento invernale avanzato e dispositivi elettronici per monitorare il percorso. Le restrizioni governative in Tibet e India limitano l’uso di dispositivi satellitari, ma Di Felice continuerà a condividere aggiornamenti sui suoi canali social, compatibilmente con la disponibilità di connessione internet.
Riflessioni sulla Montagna e l’Alpinismo Moderno
La montagna, con le sue sfide e la sua bellezza, è un luogo che invita alla riflessione e alla scoperta di sé stessi. L’alpinismo moderno, come dimostrato da Omar Di Felice, non è solo una questione di conquista fisica, ma anche di connessione con l’ambiente e di impegno verso la sostenibilità. La nozione di felicità legata al viaggio in bicicletta attraverso le montagne ci ricorda che il benessere non si misura solo in termini materiali, ma anche attraverso esperienze che arricchiscono l’anima.
In un contesto più avanzato, l’alpinismo moderno si interseca con la tecnologia e la scienza, utilizzando strumenti avanzati per pianificare e affrontare le sfide delle alte quote. Tuttavia, rimane fondamentale l’approccio umano e rispettoso verso la natura, che ci insegna l’importanza della preparazione e dell’umiltà di fronte alla grandezza delle montagne. La storia di Omar Di Felice è un invito a esplorare non solo i confini geografici, ma anche quelli personali, in un viaggio che è tanto interiore quanto esteriore.