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- Il 28 luglio 2025, Cima Falkner (2999 metri) è stata colpita da crolli multipli, portando alla chiusura del sentiero Benini (n. 305) e altri sentieri cruciali.
- Il Monte Pelmo ha subito un distacco di roccia il 27 luglio 2025, evidenziando la fragilità delle Dolomiti e la difficoltà di prevedere tali eventi nonostante i monitoraggi.
- Circa un centinaio di escursionisti sono stati allontanati dall'area di Cima Falkner e informati presso il rifugio Stoppani al Grostè e la stazione a monte della seggiovia del Grostè.
Il cuore delle Dolomiti, patrimonio dell’UNESCO, è scosso da eventi franosi che sollevano interrogativi urgenti sulla stabilità delle nostre montagne e sull’impatto del cambiamento climatico. Le recenti chiusure di sentieri e vie alpinistiche nel gruppo del Brenta, in particolare attorno a Cima Falkner, sono un campanello d’allarme che non possiamo ignorare.
Crolli a Cima Falkner: Un Segnale d’Allarme
Il 28 luglio 2025, Cima Falkner, con i suoi 2999 metri di altitudine, è stata teatro di crolli multipli di roccia su entrambi i versanti. Questo evento ha portato alla chiusura immediata di importanti vie alpinistiche e sentieri, tra cui il sentiero Benini (n. 305) e i sentieri 315, 316 e 331. La decisione, presa durante una riunione tecnica convocata dal Dipartimento Protezione civile, foreste e fauna della Provincia autonoma di Trento, evidenzia la gravità della situazione.
Una ricognizione del Servizio Geologico, coadiuvata dal reparto elicotteri, ha mostrato che l’intera vetta è coinvolta da un fenomeno di modellamento del paesaggio in corso, presumibilmente collegato al degrado del permafrost. La presenza di fratture recenti e di ghiaccio nelle nicchie di distacco suggerisce un dissesto in corso con potenziale aggravamento. Circa un centinaio di escursionisti sono stati allontanati dall’area e informati presso il rifugio Stoppani al Grostè e presso la stazione a monte della seggiovia del Grostè.

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Il Monte Pelmo e la Fragilità delle Dolomiti
Parallelamente, il Monte Pelmo, situato in Val di Zoldo, è stato colpito da un distacco di roccia il 27 luglio 2025. Un’imponente frana si è staccata dal versante nord, lato Val Fiorentina, causando un forte boato che ha allarmato gli escursionisti presenti. Fortunatamente, non ci sono stati feriti, ma l’evento sottolinea la fragilità delle Dolomiti e la difficoltà di prevedere tali fenomeni nonostante i monitoraggi in corso.
Massimo Bortoluzzi, consigliere delegato della Provincia di Belluno, ha evidenziato come le condizioni meteorologiche estreme e gli sbalzi termici contribuiscano all’aumento di questi eventi naturali. La chiusura di sentieri e vie alpinistiche è una misura necessaria per garantire la sicurezza degli escursionisti e degli alpinisti, ma rappresenta anche una limitazione all’accesso a luoghi di straordinaria bellezza.
Misure di Sicurezza e Monitoraggio Continuo
A seguito di questi eventi, sono state adottate diverse misure di sicurezza. I primi cittadini dei Comuni di Tre Ville e Ville d’Anaunia hanno emanato direttive per interdire l’accesso ai percorsi che partono dal Passo del Grostè. La zona limitrofa a Cima Falkner sarà costantemente esaminata dal Servizio Geologico e dall’unità droni del Corpo permanente dei Vigili del Fuoco di Trento. Il rifugio Tuckett resta accessibile unicamente da Vallesinella–Casinei, a causa della chiusura del relativo sentiero.
Il Soccorso Alpino e Speleologico del Trentino ha lanciato un appello alla prudenza, invitando tutti coloro che intendono frequentare la montagna a prestare la massima attenzione, soprattutto alle quote più elevate, dove si prevedono temperature in calo e possibili nevicate. La raccomandazione è di rispettare le ordinanze e di informarsi sulle condizioni dei sentieri prima di intraprendere qualsiasi escursione.
Riflessioni sulla Montagna che Cambia
La montagna è un ambiente in continua evoluzione, plasmato da forze naturali che agiscono incessantemente. Il fenomeno dell’erosione è intrinseco alla natura delle Dolomiti, ma i cambiamenti climatici stanno accelerando questo processo, rendendo i crolli sempre più frequenti e imprevedibili. È fondamentale comprendere che la montagna non è un parco giochi statico, ma un ecosistema dinamico e fragile che richiede rispetto e consapevolezza.
Questi eventi ci spingono a riflettere sul nostro rapporto con la montagna. Dobbiamo essere consapevoli dei rischi e adottare comportamenti responsabili per preservare questo patrimonio naturale per le future generazioni. La chiusura di sentieri e vie alpinistiche è una misura temporanea, ma la sfida di mitigare gli effetti del cambiamento climatico è una battaglia a lungo termine che richiede un impegno collettivo.
Amici della montagna, riflettiamo un attimo. Avete presente quando sentiamo parlare di “quota zero” delle nevi perenni? Ecco, quella è un’immagine potente di come il clima stia cambiando. Ma c’è di più: la stabilità del permafrost, quel terreno ghiacciato che tiene insieme le rocce in alta quota, è cruciale. Quando si scioglie, come sta succedendo, è come togliere un pilastro da un edificio.
E ora, una nozione un po’ più avanzata: la “resilienza” degli ecosistemi montani. Significa la loro capacità di adattarsi ai cambiamenti. Ma attenzione, c’è un limite. Se superiamo quel limite, la montagna cambia per sempre.
Quindi, la prossima volta che ammirate una vetta, ricordatevi che è un equilibrio delicato. E che ognuno di noi, con le proprie scelte, può fare la differenza.