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Alpi giulie: incidente shock per Roberto Mazzilis, star dell’alpinismo

L'incidente di Roberto Mazzilis riapre il dibattito sulla fragilità delle Alpi Giulie e sulla sicurezza in montagna, a seguito di un crollo che lo ha visto protagonista sulla parete nord del Piccolo Mangart.
  • Il 19 settembre 2025, l'alpinista Roberto Mazzilis è stato soccorso dopo un incidente sulla parete nord del Piccolo Mangart.
  • L'incidente è avvenuto a circa 2100 metri di quota, causato dal crollo di un pilastro di roccia mentre Mazzilis ripeteva la via Lomasti.
  • Mazzilis, con una carriera di circa cinquecento nuove vie e un centinaio di solitarie, ha sottolineato il deterioramento della roccia nelle Alpi Giulie, evidenziando il rischio di smuovere appigli o lastroni.

Roberto Mazzilis e la Fragilità delle Alpi Giulie

Il 19 settembre 2025, una missione di soccorso ha salvato Roberto Mazzilis, alpinista di spicco, e il suo compagno, da un incidente avvenuto sulla parete nord del Piccolo Mangart, nelle Alpi Giulie. L’incidente, causato dal crollo di un pilastro di roccia, solleva interrogativi sulla stabilità delle montagne e sulla sicurezza degli alpinisti. Mazzilis, con una carriera costellata da circa cinquecento nuove vie e un centinaio di solitarie, stava ripetendo la via Lomasti, aperta nel 1978 da Ernesto Lomasti, quando il pilastro ha ceduto, facendolo precipitare per circa venti metri.

Dettagli dell’Incidente e del Soccorso

L’incidente si è verificato a circa 2100 metri di quota, a settecento metri dall’attacco della parete. Mazzilis, 65 anni, stava affrontando l’ultimo tiro di corda difficile quando il pilastro si è staccato a causa della parete bagnata. Il volo è stato arrestato dal compagno e da un chiodo posizionato otto metri sotto il pilastro. Nonostante un taglio alla mano e una frattura al tallone, Mazzilis e il suo compagno sono stati recuperati dall’elisoccorso. L’operazione è stata complessa, richiedendo l’uso del verricello per superare un tratto strapiombante. Mazzilis ha espresso gratitudine verso l’équipe di soccorso, sottolineando la loro professionalità e rapidità.

Cosa ne pensi?
  • Che fortuna che Mazzilis sia sopravvissuto! 💪 La sua esperienza......
  • Ma è davvero saggio continuare a sfidare montagne così instabili? 🤔 Forse......
  • Forse dovremmo ripensare l'alpinismo: meno performance, più ascolto... ⛰️ Cosa ne pensate......

Il Deterioramento delle Alpi Giulie e la Memoria di Lomasti

Mazzilis ha evidenziato il rapido deterioramento della roccia nelle Alpi Giulie, attribuendolo a diverse concause che rendono imprevedibile la resistenza della roccia. Ha sottolineato che in tutta la via Lomasti non esiste un tratto dove si possa scalare senza il rischio di smuovere appigli o lastroni. Questo incidente si aggiunge a una serie di eventi tragici avvenuti negli ultimi anni sulle pareti nord delle Giulie, tra cui due incidenti mortali nel 2023 e 2024. Mazzilis era alla sua terza ripetizione della via Lomasti, un omaggio all’alpinista Ernesto Lomasti, scomparso prematuramente nel 1979, con il quale aveva condiviso l’apertura della fessura Nord della Cima Grande della Scala nel 1978.

Riflessioni sulla Montagna e la Sicurezza

L’incidente di Roberto Mazzilis ci ricorda la fragilità della montagna e l’importanza della preparazione e della consapevolezza. Le Alpi Giulie, con la loro bellezza selvaggia e le loro sfide, richiedono un approccio umile e rispettoso. La memoria di alpinisti come Ernesto Lomasti ci ispira a superare i nostri limiti, ma anche a riconoscere i pericoli e a prendere le precauzioni necessarie. La montagna è un ambiente in continua evoluzione, e dobbiamo adattarci ai suoi cambiamenti per poterla vivere in sicurezza.

Oltre l’Incidente: Un Invito alla Consapevolezza Alpinistica

Cari lettori, l’eco dell’incidente di Mazzilis risuona come un monito per tutti noi amanti della montagna. Ci invita a riflettere sul significato profondo dell’alpinismo e sulla nostra responsabilità verso l’ambiente che tanto amiamo.

Una nozione base da tenere sempre a mente è l’importanza di valutare attentamente le condizioni della roccia e del meteo prima di intraprendere qualsiasi ascensione. Una nozione avanzata, invece, riguarda la capacità di interpretare i segnali che la montagna ci invia, sviluppando un sesto senso che ci permetta di anticipare i pericoli e di prendere decisioni consapevoli.
Ma al di là delle nozioni tecniche, ciò che conta davvero è l’atteggiamento con cui ci avviciniamo alla montagna. Dobbiamo abbandonare la logica del consumo e riscoprire il valore dell’esperienza, del contatto autentico con la natura, del rispetto per i nostri limiti. Solo così potremo vivere la montagna in modo pieno e consapevole, trasformando ogni ascensione in un’occasione di crescita personale e di arricchimento interiore.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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