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- Un team composto da Christopher Wright, Michael Hutchins e Stefano Ragazzo tenta l'apertura di una nuova via sulla parete nord dello Yukshin Gardan Sar (7530 m).
- La via si sviluppa per 3100 metri, partendo da un'altitudine di 4400 metri, rendendola una sfida tecnicamente complessa e in gran parte sconosciuta.
- Lo Yukshin Gardan Sar è stato scalato solo tre volte nella sua storia, sempre attraverso la stessa via sul versante sud-ovest. L'ultima ascensione risale al 1986.
- Inizialmente, l'obiettivo era il Rimo III, ma le tensioni politiche hanno portato a scegliere lo Yukshin Gardan Sar, un'impresa notevolmente più ardua.
- La spedizione si basa su informazioni limitate, derivanti principalmente da fotografie scattate da una spedizione scientifico-alpinistica nel 2015.
L’alpinismo d’alta quota è pronto a vivere una nuova, audace sfida. Un team composto da Christopher Wright, Michael Hutchins e Stefano Ragazzo ha intrapreso una spedizione con l’obiettivo di aprire una via inedita sulla parete nord dello Yukshin Gardan Sar, una montagna imponente situata nel cuore del Karakorum pakistano. Questa impresa, finanziata dal Club Alpino Italiano e sostenuta dall’American Alpine Club, rappresenta una delle sfide più ambiziose nel panorama alpinistico contemporaneo.
Una Sfida Verticale di Oltre 3000 Metri
La spedizione, partita il 27 giugno, si concentra sulla parete nord dello Yukshin Gardan Sar (7530 m), un versante remoto e finora inesplorato. La via che il team intende aprire si sviluppa per ben 3100 metri, partendo da un’altitudine di 4400 metri, dove si trova la parte alta del ghiacciaio, fino alla vetta. La portata del progetto è evidente: si tratta di affrontare una parete tecnicamente complessa e in gran parte sconosciuta.
Lo Yukshin Gardan Sar è stato scalato solo tre volte nella sua storia, sempre attraverso la stessa via sul versante sud-ovest, inaugurata nel 1984 da una spedizione austro-pakistana. Il versante nord, invece, ha visto un unico tentativo nel 1984, quando una spedizione giapponese raggiunse quota 6900 metri prima di dover rinunciare a causa delle difficoltà crescenti e del peggioramento delle condizioni meteorologiche. L’ultima ascensione risale al 1986, ad opera di un team spagnolo che affrontò la via dei primi salitori, vivendo una discesa resa drammatica da una violenta tempesta.

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Dall’Inviolato Rimo III allo Yukshin Gardan Sar
Inizialmente, l’obiettivo della spedizione era il Rimo III, una montagna indiana di 7169 metri situata nel Karakorum orientale, famosa per la sua parete nord-ovest di 1600 metri. Tuttavia, le crescenti tensioni politiche tra India e Pakistan, in particolare nella regione del Kashmir, hanno reso difficoltoso ottenere i permessi necessari in tempo utile. Come evidenziato da Stefano Ragazzo, la situazione politica al confine tra Pakistan e India, già causa di permessi lenti per il Rimo III, ha ulteriormente prolungato i tempi necessari. Proprio per tale ragione, la scelta è ricaduta sulla parete nord dello Yukshin Gardan Sar, un’impresa notevolmente più ardua e impegnativa.
Questo cambio di programma sottolinea la capacità degli alpinisti di adattarsi alle circostanze e di trasformare un ostacolo in un’opportunità per affrontare una sfida ancora più grande. La parete nord dello Yukshin Gardan Sar, con i suoi 3100 metri di dislivello, rappresenta un banco di prova formidabile per le capacità tecniche e la resistenza fisica del team.
La Logistica e le Sfide Future
Attualmente, il team è in marcia verso la montagna, dove allestirà il campo base a circa 3600 metri di quota, sulla morena del ghiacciaio. L’attacco alla parete si trova a 4400 metri, a otto chilometri di distanza dal campo base, il che implica un avvicinamento impegnativo. Gli alpinisti prevedono che la parte bassa della parete non presenterà particolari difficoltà, mentre la sezione centrale sarà la più impegnativa.
La spedizione si basa su informazioni limitate sulla parete nord, derivanti principalmente da fotografie scattate da una spedizione scientifico-alpinistica nel 2015. “Una volta raggiunta la parete potremo valutare le condizioni e capiremo come muoverci”, ha dichiarato Stefano Ragazzo, sottolineando l’importanza della flessibilità e dell’adattamento in un ambiente così imprevedibile.
Un Nuovo Capitolo nell’Alpinismo d’Alta Quota
L’impresa di Wright, Hutchins e Ragazzo non è solo una sfida alpinistica, ma anche un’esplorazione di un territorio sconosciuto. La loro determinazione nel voler aprire una nuova via sulla parete nord dello Yukshin Gardan Sar rappresenta un esempio di coraggio e di spirito pionieristico. Il successo di questa spedizione potrebbe aprire un nuovo capitolo nella storia dell’alpinismo d’alta quota, ispirando altri alpinisti a esplorare e a superare i propri limiti.
L’alpinismo è una disciplina che richiede una profonda conoscenza dell’ambiente montano e delle sue dinamiche. Una nozione base fondamentale è la comprensione dei pericoli oggettivi, come le valanghe, le cadute di seracchi e le variazioni meteorologiche improvvise. Una nozione avanzata è la capacità di valutare il rischio in modo dinamico, tenendo conto delle condizioni specifiche del momento e delle proprie capacità fisiche e tecniche.
Questa spedizione ci invita a riflettere sul significato dell’esplorazione e della sfida in un mondo sempre più mappato e conosciuto. In un’epoca in cui la tecnologia ci permette di raggiungere luoghi remoti con relativa facilità, l’alpinismo continua a rappresentare un’avventura umana autentica, un confronto diretto con la natura selvaggia e con i propri limiti.