E-Mail: [email protected]
- Sylvain Saudan, soprannominato «lo sciatore dell'impossibile», è scomparso il 14 luglio 2024 all'età di 87 anni a Les Houches.
- Nel 1982, Saudan è diventato il primo uomo a realizzare la discesa integrale con gli sci di un ottomila, scendendo dal Gasherbrum I (Hidden Peak), affrontando pendii fino a 55 gradi.
- Tra il 1967 e il 1973, Saudan ha compiuto numerose prime discese estreme, tra cui il Couloir Whymper sulla parete sud dell'Aiguille Verte (1968) e il Canelone Marinelli sulla parte orientale del Monte Rosa (1969).
Sylvain Saudan, figura leggendaria dello sci estremo, si è spento il 14 luglio 2024 all’età di 87 anni a Les Houches, lasciando un’eredità indelebile nel mondo dell’alpinismo e dello sci. Soprannominato “lo sciatore dell’impossibile”, Saudan ha rivoluzionato la disciplina, aprendo nuove frontiere e ispirando generazioni di atleti. La sua scomparsa segna la fine di un’era, ma il suo spirito pionieristico continua a vivere nelle imprese di chi osa sfidare i limiti della montagna.
Le Origini di una Leggenda
Il *23 settembre 1936, vede la luce a Losanna una figura pionieristica dello sci: Saudan. Fin da giovane, manifesta una vivace inclinazione per questo sport, ricevendo in dono i primi sci già all’età di sei anni. Nel 1961 consegue un’importante qualificazione: il brevetto di istruttore, aprendo così le porte a un’avventura internazionale che lo porta ad Aspen nel Colorado e più avanti anche in Nuova Zelanda e Scozia come insegnante esperto. Le sue peregrinazioni alimentano un amore profondo per lo sci fuoripista, incoraggiandolo ad affrontare pendenze sempre più audaci. Già negli anni ’60 dà avvio alla pratica dello sci nei couloir, esplorando pendii vertiginosi con angolature fino ai 45 gradi, utilizzando attrezzatura tradizionale ma conferendo un marchio distintivo al suo approccio sportivo. Il suo obiettivo? Riconfigurare i limiti imposti dalla disciplina sulle nevi inesplorate delle vette montuose prima considerate dominio esclusivo degli alpinisti.
- 👏 Saudan, un vero pioniere! La sua eredità continua......
- 🤔 Sci estremo: ammirazione per il coraggio, ma i rischi......
- 🤯 Saudan ha 'riscritto' la montagna. Ma la montagna cosa 'pensa'......
Le Prime Discese Estreme
L’anno 1967 rappresenta un punto di svolta fondamentale nella carriera di Saudan nel contesto dello sci estremo. In quell’anno storico egli ha completato la prima discesa non solo del Couloir innominato al Rothorn, ma anche della complessa parete nord del Piz Corvatsch. Tali conquiste hanno rapidamente attratto l’attenzione degli appassionati d’alpinismo, elevandolo a figura emblematica per questa disciplina audace. Dal 1967 fino al 1973, Saudan si è distinto eseguendo una successione notevole di prime discese che gli hanno conferito notorietà globale. Fra queste tappe fondamentali figurano: la storica discesa dal Couloir Whymper sulla parete sud dell’Aiguille Verte (1968), quella dal Couloir Gervasutti sul versante est del Mont Blanc du Tacul (1968), nonché dal celebre Canelone Marinelli sulla parte orientale del Monte Rosa (1969). Inoltre ha conquistato anche la sfida rappresentata dalla montagna più leggendaria: la pur difficile crisi sopraelevata dall’Aiguille de Bionnassay nel ’69, e i famosi profili delle percorrenze ovest sull’Eiger (1970) oltre alla temibile sezione sud-ovest ai piedi del Monte Bianco (1973). Le prove affrontate sono state svolte con strumenti molto più semplici rispetto ai moderni standard tecnici; ciò mette in luce le eccezionali qualità umane incarnate da Saudan: un’indiscutibile sintesi tra coraggio, determinazione ed abilità quasi sovrannaturale.

La Conquista degli Ottomila
Saudan non si è limitato alle Alpi, ma ha esteso le sue esplorazioni alle montagne più alte del mondo. Nel 1982, ha compiuto un’impresa storica, diventando il primo uomo a realizzare la discesa integrale con gli sci di un ottomila, scendendo dal Gasherbrum I (Hidden Peak). Questa discesa ha segnato un punto di svolta nello sci estremo, aprendo la strada a nuove sfide e ispirando altri atleti a superare i propri limiti. Saudan ha affrontato il Gasherbrum I con sci di 2,10 metri, adattando i suoi scarponi per migliorare la mobilità su pendii di 55 gradi e perfezionando la sua tecnica di “curva a tergicristallo”. La sua determinazione e il suo spirito pionieristico gli hanno permesso di superare le difficoltà e di realizzare un’impresa che sembrava impossibile.
L’Eredità di un Pioniere
L’eredità di Sylvain Saudan va ben oltre le sue imprese individuali. Ha aperto la strada allo sci estremo moderno, dimostrando che era possibile sciare su pendii che prima erano considerati inaccessibili. Ha ispirato generazioni di sciatori e alpinisti a superare i propri limiti e a esplorare nuove frontiere. Saudan ha sempre sottolineato l’importanza della conoscenza di sé, della preparazione e della gestione della paura. Secondo lui, “è essenziale imparare a conoscere se stessi, evitando sia l’eccessiva fiducia che la sottovalutazione”. Affermava di aver “gestito le difficoltà affrontandole gradualmente”, e che “l’ansia è presente, l’ho sentita soprattutto prima della prima curva, ma per la paura non c’è spazio. Se hai paura, è finita”. La sua filosofia, basata sul coraggio, sulla determinazione e sulla passione per la montagna, continua a essere una fonte di ispirazione per chiunque ami la sfida e l’avventura.
Un Ricordo Indelebile: L’Uomo che Sfidò la Gravità
Sylvain Saudan rappresenta molto più di una semplice figura nello sport dello sci; egli incarna un vero e proprio genio artistico delle montagne. Il modo in cui ha elevato la discesa sugli sci a pratica espressiva merita particolare attenzione: le sue linee audaci su terreni impervi hanno ridefinito le aspettative nel settore. L’immagine del suo profilo con gli sci caricati sulle spalle proiettata sullo sfondo del cielo blu è diventata leggendaria all’interno della comunità alpinistica. Grazie alla sua straordinaria dedizione, assieme a una meticolosa preparazione tecnica e a una dose esemplare di coraggio, Saudan ci ha insegnato come rompere le barriere per raggiungere obiettivi personali ambiziosi. Sebbene la sua dipartita ci abbia privati della sua presenza ispiratrice, il suo spirito avventuroso rimarrà sempre vivo tra coloro che osano confrontarsi con l’ignoto.
Una comprensione fondamentale degli aspetti notiziari riguardanti montagne e alpinismo associati al tema principale di questo articolo rivela come lo sci ripido praticato da Saudan richieda non solo abilità tecniche eccellenti nello sci alpinismo ma anche una consapevolezza approfondita sulla nivologia e sulla gestione dei rischi negli ambienti montani. A livello avanzato va sottolineato come le prime discese effettuate da lui abbiano avuto un impatto significativo nella definizione degli standard etici e tecnici dello sci estremo stesso, influenzando profondamente le future generazioni di atleti così come i professionisti delle guide alpine. Prendiamo un momento per considerare l’importanza di avere consapevolezza dei propri limiti e la necessità di affrontarli con gradualità. Questo approccio, esemplificato dalle gesta di Saudan, può rivelarsi fondamentale per il conseguimento di traguardi significativi nella vita, al di là dell’ambito montano.*