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- Yuri Koshelenko, leggenda dell'alpinismo, ha vinto il Piolet d'Or nel 2003 per l'ascensione di 2500 metri sulla parete sud del Nuptse.
- Alexey Lonchinsky, compagno di cordata di Koshelenko, ha ricevuto il Piolet d'Or nel 2015 per l'ascesa della parete sud-orientale del Thanmsherku (6608 m) con Aleksander Gukov.
- La cordata formata da Koshelenko e Lonchinsky condivide con Hamor, Benet e Meroi un approccio all'alpinismo basato sullo stile alpino, sulla ricerca di pareti inviolate e su valori che hanno plasmato le loro lunghe e prolifiche carriere.
Il ritorno dei titani: Koshelenko e Lonchinsky di nuovo all’assalto dell’Himalaya
Il mondo dell’alpinismo freme per l’annuncio del ritorno sulle cime dell’Himalaya di due figure di spicco: Yuri Koshelenko e Alexey Lonchinsky. I due russi, entrambi detentori dell’ambito Piolet d’Or, si preparano ad affrontare una nuova impresa in stile alpino nella complessa e affascinante regione del Kangchenjunga. La notizia, trapelata inizialmente dal sito RussianClimb, ha suscitato grande interesse tra gli appassionati, nonostante i dettagli specifici sulla meta e sull’obiettivo della spedizione siano ancora tenuti segreti.
La presenza di Koshelenko e Lonchinsky nell’area del Kangchenjunga aggiunge ulteriore richiamo a una zona già vivace per la presenza di un’altra squadra di notevole calibro, composta da Peter Hamor, Romano Benet e Nives Meroi. L’Himalaya si dimostra, ancora una volta, un ambiente propizio per l’esplorazione e l’innovazione alpinistica.

Un curriculum di successi e innovazione
Yuri Koshelenko, nato nel 1962, è una figura leggendaria dell’alpinismo sovietico e russo. Il suo curriculum è ricco di imprese eccezionali, tra cui si distingue il Piolet d’Or assegnatogli nel 2003 per l’ascensione di 2500 metri sulla parete meridionale del Nuptse, compiuta in cordata con Valeri Babanov. La sua carriera è costellata di numerose prime salite su pareti tecnicamente impegnative, come la parete occidentale del Bhagirathi III (6454 m) in India. Oltre alle sue scalate, Koshelenko si è dedicato all’istruzione e alla preparazione delle nuove generazioni di scalatori russi.
Alexey Lonchinsky, classe 1981, è un alpinista di grande bravura e un compagno di cordata fidato per Koshelenko nelle spedizioni himalayane degli ultimi anni. *Nel 2015, Lonchinsky fu premiato con il Piolet d’Or per la sua ascesa, assieme ad Aleksander Gukov, della parete sud-orientale del Thanmsherku (6608 m).* La sua collaborazione con Koshelenko ha condotto alla realizzazione di importanti prime salite, tra cui quella del Rolwaling Kang Shar (6645 m) nel 2023.
Stile alpino e ricerca dell’ignoto
La cordata formata da Koshelenko e Lonchinsky condivide con Hamor, Benet e Meroi un approccio all’alpinismo basato sullo stile alpino, sulla ricerca di pareti inviolate e su valori che hanno plasmato le loro lunghe e prolifiche carriere. Entrambi i team hanno iniziato la loro attività alpinistica con le spedizioni agli 8000, per poi dedicarsi all’apertura di vie di esplorazione dall’elevata tecnicità su montagne meno conosciute.
La scelta di non svelare i dettagli specifici della spedizione aggiunge un elemento di attesa e mistero all’impresa di Koshelenko e Lonchinsky. Tuttavia, è ragionevole aspettarsi una sfida ambiziosa e tecnicamente complessa, in linea con la loro filosofia alpinistica e con la loro fama di esploratori dell’ignoto.
Un’eredità di ispirazione e innovazione
L’attività di Yuri Koshelenko e Alexey Lonchinsky rappresenta un’importante fonte di ispirazione per le nuove generazioni di alpinisti. La loro capacità di affrontare sfide complesse con uno stile essenziale e un approccio innovativo dimostra che l’alpinismo di esplorazione ha ancora molto da offrire. La loro presenza nella regione del Kangchenjunga promette di arricchire il panorama alpinistico con una nuova pagina di storia e di contribuire alla diffusione di una cultura della montagna basata sul rispetto, sulla conoscenza e sulla passione.
Oltre la vetta: riflessioni sull’alpinismo moderno
L’impresa di Koshelenko e Lonchinsky ci offre l’occasione per riflettere sull’evoluzione dell’alpinismo moderno. La ricerca di nuove vie in stile alpino, l’esplorazione di montagne meno conosciute e l’attenzione alla sostenibilità ambientale rappresentano alcune delle tendenze più significative del panorama alpinistico contemporaneo.
Una nozione base di alpinismo è che l’etica della salita è tanto importante quanto il raggiungimento della vetta. Questo significa privilegiare uno stile pulito, rispettoso dell’ambiente e delle popolazioni locali, evitando l’uso eccessivo di materiali artificiali e cercando di ridurre al minimo l’impatto sull’ecosistema montano.
Una nozione avanzata è che l’alpinismo può essere un potente strumento di conoscenza e di crescita personale. La montagna ci mette di fronte ai nostri limiti, ci insegna a superare le difficoltà e ci aiuta a sviluppare una maggiore consapevolezza di noi stessi e del mondo che ci circonda.
L’avventura di Koshelenko e Lonchinsky ci invita a interrogarci sul significato profondo dell’alpinismo e sul ruolo che esso può svolgere nella nostra società. Cosa ci spinge a sfidare le montagne? Quali sono i valori che vogliamo trasmettere alle future generazioni di alpinisti? La risposta a queste domande può aiutarci a costruire un alpinismo più consapevole, responsabile e sostenibile.