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Hunza Peak e Spantik: due ascensioni che riscrivono l’alpinismo

Scopri come le recenti imprese sull'Hunza Peak e sullo Spantik ridefiniscono lo stile alpino e l'etica dell'alpinismo moderno, tra innovazione e rispetto per la montagna.
  • Il 18 giugno 2025, Zdenek Hak e Radoslav Groh hanno compiuto la prima ascensione della parete sud-ovest dell'Hunza Peak in sole 20 ore, adottando uno stile alpino puro e sostenibile.
  • L'ascensione della parete nord-ovest dello Spantik nel 2009 da parte di Kim Hyung-il, Kim Pal-bong e Min Jun-young (2300 metri, VI WI4 M8) ha rappresentato un punto di svolta nell'alpinismo coreano, dimostrando l'efficacia dello stile alpino senza corde fisse o portatori.
  • Il concetto di «minimal impact alpinism» spinge gli alpinisti a ridurre al minimo l'impatto ambientale di ogni spedizione, dalla scelta dell'attrezzatura al modo in cui ci si muove in montagna.

L’alpinismo moderno è in continua evoluzione, spingendo i limiti dell’esplorazione verticale e dell’abilità umana. Recentemente, due eventi significativi hanno catturato l’attenzione della comunità alpinistica internazionale: la prima ascensione della parete sud-ovest dell’Hunza Peak (6270 m) da parte dei cechi Zdenek Hak e Radoslav Groh, e la rievocazione dell’impresa coreana sullo Spantik (7027 m), noto anche come Golden Peak. Queste ascensioni, pur distanti geograficamente e temporalmente, offrono spunti di riflessione sullo stile alpino, l’innovazione e l’evoluzione delle tecniche di scalata.

L’audace conquista dell’Hunza Peak

Il 18 giugno 2025, Zdenek Hak e Radoslav Groh hanno scritto una nuova pagina nella storia dell’alpinismo, realizzando la prima salita della parete sud-ovest dell’Hunza Peak, una montagna situata nel massiccio del Batura Muztagh, nel Karakorum pakistano. Questa impresa, compiuta in sole 20 ore in stile alpino, ha richiesto un avvicinamento di tre giorni attraverso il Ghiacciaio Batura. La via, di 3000 metri di dislivello, si sviluppa su una parete ripida di roccia e ghiaccio, rappresentando una sfida tecnica e fisica considerevole.

La scelta dello stile alpino, che implica muoversi leggeri e veloci senza l’ausilio di corde fisse o portatori d’alta quota, testimonia l’impegno dei due alpinisti verso un approccio puro e sostenibile all’alpinismo. La loro dedizione alla “Festa del Sacrificio” (Eid al-Adha) aggiunge un ulteriore livello di significato all’ascensione, collegando l’impresa alpinistica a valori culturali e spirituali.

Cosa ne pensi?
  • 🏔️ Che imprese incredibili, Hak e Groh... ...
  • 🤔 Stile alpino sì, ma a che prezzo...?...
  • 🌏 Dovremmo parlare di "minimal impact alpinism"... ...

Spantik: una lezione di stile alpino dalla Corea

L’articolo di Kim Hyung-il, pubblicato sull’American Alpine Journal nel 2010, offre una prospettiva unica sull’evoluzione dell’alpinismo coreano e sull’importanza dello stile alpino. Kim Hyung-il descrive la sua ossessione per lo Spantik, il Golden Peak, e la sua determinazione a scalarlo in stile alpino, nonostante la prevalenza di tattiche pesanti e l’uso di portatori d’alta quota nelle spedizioni coreane.

La spedizione di Kim Hyung-il nel 2009, con Kim Pal-bong e Min Jun-young, rappresenta un punto di svolta nell’alpinismo coreano. La loro ascensione della parete nord-ovest dello Spantik, una via di 2300 metri classificata VI WI4 M8, è un esempio di coraggio, determinazione e rispetto per l’ambiente. La loro decisione di scalare in stile alpino, senza l’ausilio di corde fisse o portatori, ha dimostrato che è possibile affrontare le sfide dell’alta quota con un approccio leggero e sostenibile.

Analisi comparativa: due approcci, una passione

Sebbene l’ascensione dell’Hunza Peak e quella dello Spantik siano separate da tempo e luogo, entrambe condividono un elemento comune: la passione per l’alpinismo e l’impegno verso uno stile puro e rispettoso della montagna. L’impresa di Hak e Groh sull’Hunza Peak dimostra che lo stile alpino è ancora una valida alternativa alle tattiche pesanti e all’uso di tecnologie avanzate. La loro velocità e agilità sulla parete sud-ovest testimoniano la loro abilità tecnica e la loro profonda conoscenza dell’ambiente montano.

La spedizione di Kim Hyung-il sullo Spantik, d’altra parte, rappresenta un invito alla riflessione sull’evoluzione dell’alpinismo coreano e sull’importanza di preservare i valori dello stile alpino. La sua critica alle tattiche pesanti e all’ossessione per la vetta come unico obiettivo dell’alpinismo è un monito per tutti gli alpinisti, affinché si interroghino sul loro approccio alla montagna e sul loro impatto sull’ambiente.

Riflessioni conclusive: l’eredità dell’alpinismo puro

L’ascensione dell’Hunza Peak e la rievocazione dell’impresa coreana sullo Spantik ci ricordano che l’alpinismo è molto più di una semplice conquista della vetta. È un’esperienza umana profonda, che richiede coraggio, determinazione, rispetto per l’ambiente e una profonda conoscenza di sé stessi. Lo stile alpino, con la sua enfasi sulla leggerezza, l’agilità e l’autosufficienza, rappresenta un approccio puro e sostenibile all’alpinismo, che ci permette di connetterci con la montagna in modo più intimo e significativo.

Amici appassionati di montagna, riflettiamo su queste imprese straordinarie. L’alpinismo non è solo una questione di tecnica e preparazione fisica, ma anche di etica e rispetto per l’ambiente. Ricordiamoci che ogni passo che compiamo in montagna lascia un’impronta, e sta a noi fare in modo che questa impronta sia la più leggera possibile.

Un concetto avanzato che possiamo applicare è quello della “minimal impact alpinism”, una filosofia che va oltre il semplice “leave no trace” e che mira a ridurre al minimo l’impatto ambientale di ogni spedizione, dalla scelta dell’attrezzatura al modo in cui ci muoviamo sulla montagna.
Quindi, la prossima volta che vi troverete di fronte a una sfida alpinistica, chiedetevi: qual è il modo più puro e rispettoso per affrontarla? La risposta potrebbe sorprendervi e aprirvi a un’esperienza ancora più profonda e significativa.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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