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- Mario Vielmo, dopo aver scalato tutti i 14 Ottomila, evidenzia come l'accessibilità all'Everest sia diventata una questione economica.
- L'aumento del turismo di massa in Himalaya, con investimenti di 70-80 mila dollari, permette anche ad alpinisti mediocri di raggiungere la vetta con assistenza, snaturando l'essenza dell'alpinismo.
- Sul Nanga Parbat, il cambiamento climatico ha reso la salita estremamente pericolosa a causa dello zero termico a quote elevate e della mancanza di gelo notturno, portando Vielmo a rinunciare alla vetta.
- Vielmo ha conquistato lo Shisha Pangma senza ossigeno supplementare (eccetto l'Everest), dimostrando coerenza con i suoi valori, nonostante le difficoltà burocratiche cinesi che impongono l'uso di ossigeno oltre i 7.000 metri.
- L'esperienza di Vielmo invita a riscoprire il valore della preparazione, del rispetto per la montagna e della capacità di rinunciare, promuovendo un alpinismo di valori basato su responsabilità e prudenza.
L’Evoluzione dell’Alpinismo Himalayano: Una Riflessione di Mario Vielmo
L’alpinismo himalayano sta vivendo una trasformazione radicale, un’evoluzione che solleva interrogativi profondi sull’essenza stessa di questa disciplina. Mario Vielmo, alpinista vicentino di fama internazionale, con la conquista di tutti i 14 Ottomila, offre una prospettiva critica su questo cambiamento, mettendo in luce come l’accessibilità alle vette più alte del mondo sia diventata, in parte, una questione economica. Vielmo, con una carriera costellata di successi e sfide, ha assistito in prima persona all’evoluzione dell’Himalaya, passando da un ambiente frequentato da alpinisti esperti a un palcoscenico aperto a un turismo di massa, spesso impreparato ad affrontare le insidie della montagna.
L’aumento del turismo in montagna, spinto forse anche dai cambiamenti climatici che rendono le pianure meno vivibili, ha portato a un affollamento delle vie di salita, con conseguenze dirette sulla sicurezza e sull’etica dell’alpinismo. Vielmo sottolinea come, con un investimento di 70-80 mila dollari, anche un alpinista mediocre possa raggiungere la vetta dell’Everest, grazie all’assistenza di guide esperte e all’utilizzo di ossigeno supplementare. Questo scenario, pur facilitando l’accesso alle vette, snatura il significato profondo dell’alpinismo, trasformandolo in una sorta di “turismo d’alta quota”.
- Complimenti a Vielmo per la sua etica e resilienza... 👏...
- Alpinismo diventato business? Forse, ma non dimentichiamo che... 🤨...
- L'ossigeno supplementare: un aiuto o una stampella? 🤔......
Le Sfide del Cambiamento Climatico: Il Caso del Nanga Parbat
Il cambiamento climatico rappresenta una delle sfide più urgenti per l’alpinismo moderno. L’esperienza di Mario Vielmo sul Nanga Parbat ne è una testimonianza diretta. La spedizione, preparata con cura e dedizione, si è conclusa con una rinuncia a causa delle condizioni estreme della montagna. Il ghiacciaio, annerito dal caldo, era diventato un percorso pericoloso, con continue cadute di sassi che rendevano la salita una roulette russa. Lo zero termico a quote elevate, unito alla mancanza di gelo notturno, ha trasformato il Nanga Parbat in un ambiente instabile e imprevedibile.
La decisione di rinunciare alla vetta, per un alpinista esperto come Vielmo, è stata sofferta ma inevitabile. La sicurezza e il rispetto per la montagna devono prevalere sull’ambizione personale. L’esperienza del Nanga Parbat evidenzia come il cambiamento climatico stia modificando il volto delle montagne, rendendo alcune vie di salita impraticabili e aumentando il rischio di incidenti. La tragedia della Marmolada, con la perdita dell’amico Paolo Dani, ha ulteriormente sensibilizzato Vielmo sulla necessità di affrontare l’alpinismo con prudenza e consapevolezza.
La testimonianza di Vielmo è un monito per tutti gli alpinisti: è fondamentale monitorare costantemente le condizioni della montagna, valutare attentamente i rischi e prendere decisioni responsabili. Il cambiamento climatico impone un cambio di mentalità, un approccio più consapevole e rispettoso dell’ambiente montano.

La Conquista dello Shisha Pangma: Un Traguardo Etico
La conquista dello Shisha Pangma da parte di Mario Vielmo rappresenta un traguardo significativo non solo dal punto di vista sportivo, ma anche etico. Vielmo ha completato l’ascensione dei 14 Ottomila senza ossigeno supplementare, ad eccezione dell’Everest, dimostrando una profonda coerenza con i suoi valori alpinistici. L’avventura sullo Shisha Pangma è stata tutt’altro che semplice, tra bufere di neve, temperature glaciali e difficoltà burocratiche imposte dalla Cina. L’accesso alla montagna, infatti, è regolamentato da norme severe che limitano l’autonomia degli alpinisti e impongono l’uso di ossigeno supplementare oltre i 7.000 metri.
Vielmo, tuttavia, ha scelto di rimanere fedele alla sua etica, rinunciando all’ossigeno supplementare e affrontando la montagna con le proprie forze. Questa scelta, pur aumentando le difficoltà dell’ascensione, ha reso la conquista dello Shisha Pangma ancora più significativa. Vielmo ha portato in vetta la bandiera olimpica, simbolo di sportività e integrità, un messaggio chiaro che rievoca il suo impegno per un alpinismo autentico e rispettoso dell’ambiente.
La conquista dello Shisha Pangma rappresenta la conclusione di un percorso lungo e impegnativo, costellato di successi, sfide e perdite. Ogni vetta conquistata è una testimonianza della sua passione per la montagna, della sua determinazione e della sua capacità di rinunciare quando necessario. Vielmo è un esempio di alpinista che ha saputo coniugare l’ambizione sportiva con un profondo rispetto per la natura e per la vita.
Oltre la Vetta: Un Alpinismo di Valori e Consapevolezza
L’esperienza di Mario Vielmo ci invita a riflettere sul futuro dell’alpinismo. In un contesto in cui l’accessibilità alle vette è sempre più facilitata, è fondamentale riscoprire il valore dell’esperienza, della preparazione e del rispetto per la montagna. L’alpinismo non deve essere ridotto a una semplice conquista, ma deve essere un’occasione per mettersi alla prova, per superare i propri limiti e per entrare in contatto con la natura in modo autentico e consapevole.
L’etica dell’alpinismo, come ci insegna Vielmo, deve essere basata sulla responsabilità, sulla prudenza e sul rispetto per l’ambiente. È necessario monitorare costantemente le condizioni della montagna, valutare attentamente i rischi e prendere decisioni consapevoli. L’alpinismo moderno deve essere un alpinismo di valori, un alpinismo che promuova la sportività, l’integrità e il rispetto per la vita.
Amici appassionati di montagna, riflettiamo un attimo su quanto abbiamo letto. Una nozione base dell’alpinismo è che la preparazione fisica e mentale sono fondamentali, ma l’esperienza di Vielmo ci ricorda che anche la capacità di rinunciare è una virtù. Una nozione avanzata è che l’impatto del cambiamento climatico sulle montagne richiede un approccio più scientifico e consapevole. Chiediamoci: siamo pronti a rinunciare a una vetta per il bene della montagna e per la nostra sicurezza? Siamo disposti a investire nella ricerca e nel monitoraggio per proteggere le nostre montagne?