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- Il Team 3Gambe, composto da cinque atleti tra cui Loris Miloni, ha scalato vette come il Monte Bianco, il Gran Paradiso e il Cervino, dimostrando che «perdere una gamba non è poi così grave se non ti toglie la voglia di vivere».
- Andrea Lanfri, atleta paralimpico che ha perso le gambe e sette dita delle mani a causa di una meningite, sogna di scalare l'Everest e sta partecipando al progetto Seven Summits, le montagne più alte di ogni continente.
- Lino Cianciotto, guida alpina con un'esperienza quarantennale, ha partecipato alla Lavaredo Ultra Trail, percorrendo 50 chilometri come primo e unico atleta amputato a completare la gara.
Nel dominio dell’alpinismo si sviluppano narrazioni incredibili, protagoniste quelle persone – uomini e donne – pronte a spingersi oltre le proprie barriere fisiche e mentali per conquistare cime che sembrano impossibili da raggiungere. Si distinguono in particolare gli atleti amputati, i quali affrontano con una tenacia indomita le pareti più difficili del pianeta. Le loro conquiste non rappresentano semplicemente trionfi nel campo dello sport; esse si trasformano in fervidi simboli di speranza e inclusione, dotate della capacità unica di motivare chiunque si appresti a combattere contro un ostacolo nella propria esistenza.
Storie di Resilienza e Determinazione
Le vicende di questi atleti sono intrise di coraggio e di una profonda passione per la montagna. Prendiamo ad esempio il *Team 3Gambe, un gruppo di cinque atleti, tra cui Loris Miloni, Moreno Pesce, Cesare Galli, Massimo Coda e Jacqueline Fritz, che hanno saputo trasformare la disabilità in un punto di forza. Amputati ad una gamba, alcuni sopra il ginocchio (transfemorali) e altri sotto (transtibiali), hanno scalato vette prestigiose come il Monte Bianco, il Gran Paradiso, il Cervino, il Monte Emilius, il Monte Kenya e il Kilimangiaro.
Loris Miloni, residente a Pray, ha espresso un concetto fondamentale: “Perdere una gamba non è poi così grave se non ti toglie la voglia di vivere”. Questa frase racchiude l’essenza della loro filosofia: non arrendersi di fronte alle difficoltà, ma trasformarle in opportunità per superare i propri limiti.

Imprese in Solitaria e Cordate Inedite
Andrea Lanfri e Massimo Coda sono emblematici esempi dell’indomita voglia di avventura, nonostante le difficoltà fisiche. Questi due atleti amputati si sono dati obiettivi molto ambiziosi: conquistare autonomamente cinque celebri vette alpine come Marmolada, Gran Paradiso, Monte Bianco, Monviso e Cervino.
La storia personale di Andrea Lanfri è segnata da tragedie; egli è divenuto atleta paralimpico dopo aver perso le gambe insieme a sette dita delle mani in seguito a una meningite devastante. Ha canalizzato tale esperienza negativa nella sua dedizione verso l’alpinismo, sognando addirittura l’assalto all’Everest. D’altro canto, Massimo Coda ha affrontato i suoi demoni interni dopo aver perso nel 2009 la gamba destra durante incidenti sulle pareti rocciose; grazie all’impiego innovativo della protesi ortopedica può nuovamente cimentarsi con successo nell’alpinismo – suo autentico amore.
Questa coppia costituisce una cordata senza pari a livello mondiale; incarnano vividamente come attraverso tenacia ed impegno sia possibile superare barriere legate alla disabilità. Raggiungere il Monte Bianco non rappresenta solamente una vetta conquistata, ma funge anche da testimonianza potente contro stereotipi preconcetti, mostrando così al mondo che non esiste impresa irraggiungibile.
Oltre le Vette: Progetti e Sfide Future
Le imprese di questi atleti non si limitano alla conquista delle vette. Andrea Lanfri, ad esempio, è impegnato in diversi progetti, tra cui le Seven Summits, le montagne più alte di ogni continente, e il progetto “From 0 to 0”, che consiste nel partire dal mare, raggiungere una montagna in bicicletta, scalarla e tornare al mare di corsa.
Massimo Coda, nonostante i suoi impegni lavorativi, continua ad allenarsi e a prepararsi per nuove sfide, tra cui la scalata di alcune cime del Breithorn e il tentativo di raggiungere la vetta del Cervino. Insieme, Andrea e Massimo progettano di scalare il Kilimangiaro e il Monte Kenya, dimostrando che la disabilità non è un ostacolo insormontabile.
Un Esempio di Vita: Lino Cianciotto
Nel contesto dell’alpinismo e dell’escursionismo si erge la figura emblematicamente positiva di Lino Cianciotto. Con un’esperienza quarantennale come guida alpina in Sardegna alle spalle, questo individuo ha dovuto affrontare un cambiamento radicale della propria vita a causa dell’amputazione subita dopo un incidente avvenuto in montagna nel 2013. Tuttavia, non si è lasciato abbattere da questa sfida; anzi, ha proseguito con fervore nell’organizzazione di escursioni e nella diffusione del suo amore per il mondo naturale, coinvolgendo così numerosi turisti.
Oltre al suo impegno nella guida alpina, Lino ha intrapreso l’impegnativa corsa della Lavaredo Ultra Trail, uno degli eventi sportivi più severi presenti in Europa. Ha percorso i famigerati 50 chilometri come primo e unico atleta amputato del pianeta a giungere al traguardo. La narrazione del suo percorso attesta il potere trasformativo che può derivare dalla disabilità; essa offre occasioni imperdibili per ampliare le proprie capacità individuali ed essere fonte d’ispirazione per molti altri nella comunità.
Conclusione: L’Alpinismo Come Metafora di Vita
Le esperienze condivise da questi sportivi amputati rivelano come il contesto montano non si limiti a essere solo uno spazio da conquistare; al contrario, funge da simbologia del percorso esistenziale. Gli ostacoli e le avversità incontrate nel viaggio possono essere sconfitti attraverso coraggio, tenacia ed entusiasmo.
Tali atleti illustrano che avere delle disabilità non implica dover subire dei limiti; anzi, questa condizione ha il potenziale per diventare un motivo d’invincibilità. I loro successi fungono dunque da stimolo permanente a mantenere viva l’aspirazione nei momenti difficili ed incoraggiano tutti noi a credere nelle proprie possibilità, realizzando aspirazioni che parevano irraggiungibili.
Carissimi amanti delle alture naturali, permettetevi qualche attimo di introspezione. L’alpinismo è essenzialmente l’arte di confrontarsi con i confini delle proprie forze fisiche oltre quelle psichiche. L’abilità nell’affrontarli con resilienza aiuta ad apprendere come adattarsi alle situazioni difficili e ricercare quell’energia interna necessaria per giungere sulla sommità; questa saggezza vale anche nel contesto quotidiano delle nostre vite.
Infine, va ricordato che uno dei principi basilari dell’alpinismo afferma quanto sia imperativo prepararsi tanto sul piano fisico quanto su quello psicologico prima d’intraprendere qualsiasi ascensione sicura. Conoscere le proprie capacità, valutare i rischi e pianificare ogni dettaglio sono elementi essenziali per raggiungere il successo.
A un livello più avanzato, l’alpinismo ci spinge a sviluppare una profonda consapevolezza di noi stessi e dell’ambiente circostante. Imparare a leggere i segnali della montagna, a interpretare le condizioni meteorologiche e a prendere decisioni rapide e ponderate sono competenze che ci rendono alpinisti migliori e persone più consapevoli.
Quindi, la prossima volta che vi troverete di fronte a una sfida, ricordatevi di questi atleti straordinari e della loro capacità di superare i propri limiti. Trovate la forza interiore per affrontare le difficoltà e perseguite i vostri sogni con determinazione e passione. Ricordate, come diceva Loris Miloni, “C’è qualcosa di peggio dei sogni svaniti ed è perdere la voglia di sognare ancora”*.
- Pagina Facebook ufficiale del Team 3Gambe, con aggiornamenti e contenuti multimediali.
- Pagina Wikipedia di Andrea Lanfri, con dettagli sulla sua vita e carriera.
- Sito ufficiale dell'atleta paralimpico Andrea Lanfri, ricco di informazioni sulla sua carriera.
- Pagina Facebook ufficiale del Team 3Gambe con info sui membri e attività.