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- Il 25 settembre 2025, Andrzej Bargiel ha compiuto la prima discesa con gli sci dall'Everest senza ossigeno supplementare.
- Bargiel, di 37 anni, ha sciato dalla vetta di 8.849 metri, affrontando condizioni estreme nella «zona della morte» per 16 ore.
- L'impresa segue il precedente di Davo Karnicar nel 2000, ma si distingue per l'assenza di ossigeno supplementare, segnando un nuovo standard nell'alpinismo.
L’audace impresa di <a class="crl" href="https://www.rivistadellamontagna.it/itinerari-e-destinazioni/everest-senza-ossigeno-andrzej-bargiel-alla-conquista-dellimpossibile/”>Andrzej Bargiel sulla cima dell’Everest ha suscitato grande stupore nella comunità alpinistica mondiale. Il 25 settembre 2025, l’alpinista polacco ha realizzato una discesa epocale dalla vetta dell’Everest, sciando senza l’utilizzo di ossigeno extra. Un’azione che inaugura una nuova fase nell’esplorazione delle cime più elevate del globo.
La Discesa da Record
Andrzej Bargiel, di 37 anni, ha raggiunto la sommità dell’Everest, posta a 8.849 metri, e ha iniziato la discesa con gli sci. La sua impresa è singolare, dato che è la prima volta che qualcuno discende l’Everest con gli sci senza il supporto di ossigeno supplementare. Bargiel ha cominciato la discesa dal versante meridionale della montagna, facendo sosta al Campo 2 per la notte a causa dell’arrivo dell’oscurità. Il mattino seguente, ha terminato la sua discesa, attraversando la rischiosa cascata di ghiaccio del Khumbu, fino a raggiungere il campo base.
L’impresa di Bargiel non è stata semplice. Le avverse condizioni atmosferiche, con abbondanti nevicate, lo hanno obbligato a trascorrere 16 ore oltre gli 8.000 metri, nella nota “zona della morte”. Nonostante le difficoltà, Bargiel è riuscito a compiere la sua discesa, mettendo in mostra una straordinaria robustezza fisica e mentale.

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Un’impresa Pianificata da Anni
La discesa dell’Everest con gli sci era un traguardo che Bargiel inseguiva da tempo. Dopo aver portato a termine la medesima impresa sul K2 nel 2018, Bargiel aveva iniziato a progettare la discesa dell’Everest. Il primo tentativo, previsto per il 2019, fu rimandato, mentre il seguente, nel 2022, fu interrotto a causa di violente folate di vento.
Bargiel ha trascorso due settimane sull’Everest per acclimatarsi e prepararsi alla discesa. Ha raggiunto il Colle Sud, a 7.900 metri, per poi sciare fino al campo base. La sua strategia prevedeva di raggiungere la vetta senza ossigeno supplementare e di scendere con gli sci fino al campo base.
Le Sfide Tecniche
La discesa dell’Everest con gli sci comporta numerose difficoltà tecniche. L’altitudine è la prima difficoltà, poiché lo sforzo fisico richiesto dallo sci è maggiore rispetto alla camminata. Bargiel ha affrontato questa sfida senza l’ausilio di ossigeno supplementare, dimostrando una straordinaria capacità di adattamento.
L’Everest presenta altresì ostacoli complessi e sezioni esposte, difficili da affrontare con gli sci. Il traverso dell’Hillary Step e la discesa dalla Cima Sud fino al Balcony sono particolarmente impegnativi. La Khumbu Icefall, situata tra il Campo 1 e il Campo Base, rappresenta un’ulteriore sfida, poiché Bargiel ha dovuto trovare un modo per sciarla o aggirarla.
Un Precedente Storico
Un Precedente Storico
Prima di Bargiel, un solo altro alpinista aveva conseguito la discesa integrale dell’Everest con gli sci, senza mai staccarli o ricorrere a calate in corda doppia. Si tratta dello sloveno Davo Karnicar, che portò a termine l’impresa nel 2000. Tuttavia, Karnicar aveva intrapreso la scalata della montagna con l’ausilio di sherpa e impiegando ossigeno supplementare nella notte precedente il tentativo di vetta. Karnicar, dunque, discese lungo la cresta sommitale fino al Colle Sud, e giunto alla Khumbu Icefall, virò a sinistra, sul fianco del Nuptse, riuscendo a individuare un percorso sciabile ininterrotto fino al campo base.
Karnicar realizzò la sua discesa in autunno, quando la copertura nevosa è maggiore. “L’Hillary Step, la cresta ripidissima, e le incredibili quantità di neve sono le principali caratteristiche che ho trovato durante questa prima discesa ininterrotta della montagna più alta del pianeta”, commentò Karnicar.
Un Nuovo Capitolo nell’Alpinismo
L’impresa di Andrzej Bargiel rappresenta un nuovo capitolo nell’alpinismo. La sua discesa dell’Everest con gli sci senza ossigeno supplementare è un’impresa che ispira e dimostra che i limiti possono essere superati con la determinazione e la preparazione.
Oltre i Limiti: Riflessioni sull’Alpinismo Moderno
L’impresa di Bargiel ci porta a riflettere sull’evoluzione dell’alpinismo moderno. La sua discesa senza ossigeno supplementare rappresenta un ritorno all’essenza dell’alpinismo, dove la sfida è affrontata con le proprie forze e capacità.
Un concetto base dell’alpinismo è l’importanza dell’acclimatamento. Salire gradualmente di quota permette al corpo di adattarsi alla rarefazione dell’ossigeno, riducendo il rischio di mal di montagna. Un concetto avanzato è la gestione del rischio. Gli alpinisti devono valutare attentamente le condizioni meteorologiche, il terreno e le proprie capacità per prendere decisioni informate e ridurre al minimo i pericoli.
L’impresa di Bargiel ci invita a interrogarci sui nostri limiti e sulle nostre capacità. Ci spinge a chiederci cosa siamo disposti a fare per raggiungere i nostri obiettivi e quali sono i valori che guidano le nostre scelte. L’alpinismo, come la vita, è un viaggio alla scoperta di sé stessi, dove la vetta è solo una tappa di un percorso più ampio e significativo.