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- Il 7 settembre 2025 si è conclusa la ricerca di due escursionisti statunitensi dispersi nelle Dolomiti Friulane, iniziata nella tarda serata del 5 settembre.
- I due giovani, partiti dal Rifugio Flaiban Pacherini, non si sono presentati al Rifugio Pordenone, facendo scattare l'allarme. Sono stati ritrovati a Casera Pregolina, a circa 90 minuti dalla loro destinazione.
- L'operazione di soccorso ha coinvolto l'elisoccorso regionale, un elicottero dell'Aeronautica Militare e squadre del Soccorso Alpino di Forni di Sopra e Valcellina, oltre all'elicottero della Guardia di Finanza proveniente da Bolzano.
Dalle prime ore del mattino del 7 settembre 2025, si è conclusa con esito positivo la ricerca di due escursionisti statunitensi, una ragazza di 23 anni e un ragazzo di 24, dispersi nelle Dolomiti Friulane. La loro scomparsa aveva mobilitato un’imponente operazione di soccorso, iniziata nella tarda serata del 5 settembre.
L’allarme e l’avvio delle ricerche
L’allarme è stato lanciato dai gestori del Rifugio Pordenone, situato a Cimolais, in provincia di Pordenone, quando i due escursionisti non si sono presentati per il pernottamento prenotato. I due giovani erano partiti alle 8:30 del 5 settembre dal Rifugio Flaiban Pacherini, con l’obiettivo di completare l’anello delle Dolomiti Friulane. La mancata comunicazione e l’assenza al rifugio hanno immediatamente fatto scattare le procedure di ricerca.
Le operazioni di ricerca sono iniziate immediatamente, estendendosi per tutta la notte. L’elisoccorso regionale, dotato di attrezzature per la visione notturna, e un elicottero dell’Aeronautica Militare sono stati impiegati per perlustrare l’area, concentrandosi inizialmente sui bivacchi situati lungo il percorso previsto. Nonostante gli sforzi, le prime ore di ricerca non hanno prodotto risultati.
- Che bello questo lieto fine! Dimostra che la preparazione......
- Mah, io non capisco questa gente che si improvvisa......
- Un punto di vista interessante: forse dovremmo ripensare il concetto......
L’intensificazione delle operazioni di soccorso
Con le prime luci dell’alba del 6 settembre, le ricerche sono state intensificate. Un elicottero civile ha trasportato in quota diverse squadre di soccorritori appartenenti alle stazioni del Soccorso Alpino di Forni di Sopra e Valcellina. Sette squadre operative a piedi, affiancate dai Vigili del Fuoco, hanno iniziato a perlustrare i sentieri e le zone potenzialmente pericolose. Le squadre si sono concentrate sul tratto compreso tra il Rifugio Flaiban Pacherini e il Rifugio Pordenone, esaminando anche i sentieri secondari e le possibili deviazioni.

Nel corso della mattinata del 6 settembre, è intervenuto anche l’elicottero della Guardia di Finanza proveniente da Bolzano, equipaggiato con un sistema di rilevamento dei cellulari. Tuttavia, anche questa tecnologia non ha fornito indicazioni utili per localizzare i due escursionisti. Le ricerche sono proseguite senza sosta, con i soccorritori impegnati a battere palmo a palmo il territorio.
Il ritrovamento e il lieto fine
La svolta è arrivata poco prima delle 12 del 6 settembre. Dopo un’ulteriore perlustrazione aerea, concentrata sulle zone ritenute secondarie e più distanti dal percorso principale, i due escursionisti sono stati individuati all’interno di Casera Pregolina, una struttura isolata situata a notevole distanza dal tracciato previsto.
Secondo le prime indagini, i due giovani avevano pernottato la notte precedente in una casera diversa, per poi riprendere il tragitto verso il rifugio Pordenone. Al momento del loro ritrovamento, restavano circa novanta minuti di cammino per raggiungere la meta prefissata. I due escursionisti sono apparsi visibilmente stanchi, ma in buone condizioni di salute. Sono stati immediatamente trasportati al Rifugio Giaf, dove avevano alloggiato due notti prima, per ricevere assistenza e riposo.
Analisi dell’accaduto e implicazioni
L’episodio dei due escursionisti dispersi nelle Dolomiti Friulane solleva importanti questioni sulla preparazione e la pianificazione delle escursioni in montagna. Sebbene i due giovani fossero equipaggiati per affrontare un’escursione di più giorni, la loro decisione di deviare dal percorso previsto e di pernottare in strutture non segnalate ha contribuito a rendere più complesse le operazioni di ricerca.
La prontezza e l’efficienza del Soccorso Alpino e degli altri enti coinvolti nelle operazioni di ricerca hanno permesso di risolvere positivamente la situazione. L’impiego di tecnologie avanzate, come l’elisoccorso notturno e il sistema di rilevamento dei cellulari, si è rivelato fondamentale per coordinare le ricerche e perlustrare un’area vasta e impervia. Tuttavia, è importante sottolineare che la tecnologia non può sostituire la prudenza e la preparazione degli escursionisti.
Consigli per un’escursione sicura
Affrontare un’escursione in montagna richiede una pianificazione accurata e una preparazione adeguata. È fondamentale informarsi sulle condizioni meteorologiche, scegliere un percorso adatto alle proprie capacità fisiche e tecniche, e dotarsi di un’attrezzatura adeguata, che comprenda abbigliamento tecnico, scarponi da trekking, una mappa dettagliata del percorso, una bussola o un GPS, una torcia elettrica, una scorta di cibo e acqua, e un kit di pronto soccorso.
È inoltre consigliabile comunicare il proprio itinerario a qualcuno di fiducia e informarsi sulla presenza di rifugi o bivacchi lungo il percorso. In caso di difficoltà, è importante mantenere la calma e segnalare la propria posizione alle autorità competenti. La montagna è un ambiente meraviglioso, ma può anche essere pericoloso. Con la giusta preparazione e un comportamento responsabile, è possibile godere appieno delle sue bellezze in tutta sicurezza.
Riflessioni conclusive: tra avventura e responsabilità
Amici appassionati di montagna, la vicenda dei due escursionisti americani ci ricorda quanto sia sottile il confine tra l’avventura e l’imprudenza. La montagna è un ambiente che richiede rispetto e preparazione. Un errore di valutazione, una deviazione imprevista, possono trasformare una piacevole escursione in un’esperienza potenzialmente pericolosa.
Una nozione base da tenere sempre a mente è l’importanza di pianificare accuratamente il percorso, informandosi sulle condizioni meteo e scegliendo itinerari adatti alle proprie capacità. Un consiglio più avanzato è quello di imparare a utilizzare strumenti di orientamento come la bussola e il GPS, e di acquisire competenze di base in materia di sopravvivenza in montagna.
Ma al di là degli aspetti tecnici, è fondamentale sviluppare una consapevolezza del proprio limite e un senso di responsabilità verso se stessi e verso gli altri. La montagna non è un parco giochi, ma un ambiente selvaggio e imprevedibile. Affrontarla con umiltà e rispetto è il modo migliore per vivere esperienze indimenticabili in tutta sicurezza.
E allora, la prossima volta che vi troverete di fronte a un bivio, ricordatevi di Casera Pregolina e di quei due giovani escursionisti. Prendete la decisione giusta, quella che vi permetterà di tornare a casa con un bagaglio di emozioni positive e la consapevolezza di aver vissuto un’avventura autentica, nel rispetto della montagna e di voi stessi.







