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Ghiacciai asiatici: punto di non ritorno già superato? La verità

Nuove ricerche rivelano che alcuni ghiacciai asiatici potrebbero aver superato una fase irreversibile nel 2018, sollevando preoccupazioni sul futuro delle risorse idriche e degli ecosistemi. Scopri cosa sta succedendo e cosa possiamo fare.
  • Nel 2018, alcuni ghiacciai asiatici potrebbero aver superato un punto di non ritorno, con la fusione del ghiaccio che non può più essere fermata.
  • Un sito di monitoraggio sul ghiacciaio Kyzylsu ha rivelato che la diminuzione delle precipitazioni nevose ha compromesso la vitalità del ghiacciaio a partire dal 2018.
  • L'Himalaya si «autoprotegge» raffreddando l'aria a contatto con la sua superficie, un fenomeno che attenua le temperature a livello locale. Una stazione climatica alla base del Monte Everest ha mostrato temperature dell'aria stabili, invece di aumentare come previsto.
  • Nel periodo 2010-2020, il ghiaccio si è sciolto a una velocità del 65% maggiore rispetto alla decade precedente.
  • L'Hindu Kush Himalaya alimenta 12 fiumi, su cui basano il proprio sostentamento ben 2 miliardi di persone.

## L’Allarme Ghiacciai Asiatici: Un Punto di Non Ritorno Già Superato?
Le catene montuose dell’Asia, spesso definite il “terzo polo” del pianeta, si trovano ad affrontare una crisi climatica di proporzioni allarmanti. Ricerche recenti indicano che, nel 2018, alcuni dei ghiacciai di questa regione potrebbero aver già oltrepassato una fase irreversibile, un limite superato il quale la fusione del ghiaccio non può più essere fermata. Questa rivelazione, basata sull’analisi dei dati del ghiacciaio Kyzylsu in Tagikistan, solleva interrogativi urgenti sul futuro delle risorse idriche e degli ecosistemi che dipendono da queste masse di ghiaccio.

L’importanza di questa regione non può essere sottovalutata. L’Asia meridionale e centrale ospita alcune delle più vaste distese di ghiaccio del mondo, tra cui l’Himalaya, il Tibet e l’Hindu Kush. Queste aree influenzano il clima locale e globale. A differenza dell’Artico e dell’Antartide, lo scioglimento dei ghiacciai asiatici è stato monitorato con minore attenzione, rendendo le nuove scoperte ancora più preoccupanti.
## Un’Inversione di Tendenza Inattesa

Per anni, si è creduto che i ghiacciai dell’Himalaya e del Karakorum fossero relativamente immuni agli effetti del riscaldamento globale. Tuttavia, le nuove osservazioni indicano che questa tendenza potrebbe essere cambiata. Per comprendere meglio la situazione, è stato istituito un sito di monitoraggio sul ghiacciaio Kyzylsu, nel Pamir nord-occidentale. I dati raccolti dal 1999 al 2023 hanno permesso di ricostruire il comportamento del ghiacciaio nel corso del tempo.

Achille Jouberton, uno degli autori dello studio, ha spiegato che i modelli climatici del bacino idrografico, del manto nevoso, dei bilanci di massa del ghiacciaio e dei movimenti dell’acqua hanno rivelato un punto di svolta nel 2018. Da quell’anno, la diminuzione delle precipitazioni nevose ha modificato la dinamica del ghiacciaio, compromettendone la vitalità.

## L’Himalaya si “Autoprotegge”: Un Fenomeno Complesso

Un altro studio, portato avanti dall’Istituto di scienze polari e dall’Istituto di ricerca sulle acque del Cnr, ha svelato un meccanismo sorprendente: l’Himalaya si “autoprotegge”, un fenomeno complesso in cui l’aumento delle temperature globali ha indotto i ghiacciai dell’Himalaya a raffreddare l’aria a contatto con la loro superficie, attenuando le temperature a livello locale. Questo raffreddamento, riscontrato in tutta la catena himalayana, potrebbe preservare il permafrost e gli ecosistemi d’alta quota.
Franco Salerno, coautore dello studio, ha spiegato che una stazione climatica alla base del Monte Everest ha mostrato temperature dell’aria stabili, invece di aumentare come previsto. Questo fenomeno è dovuto all’aumento dello scambio di calore tra l’aria calda sopra il ghiacciaio e la massa d’aria a contatto con la superficie, portando a un maggiore raffreddamento. Le masse d’aria fresche e secche scendono lungo i pendii, raffreddando le parti inferiori dei ghiacciai e gli ecosistemi circostanti.

Questo meccanismo di “autoprotezione” dei ghiacciai himalayani, come lo definisce Salerno, permette di diminuire i tassi di fusione e proteggere il permafrost e gli ecosistemi a valle. Tuttavia, è importante sottolineare che questo fenomeno è possibile solo perché i ghiacciai himalayani sono ancora in buona salute. Nelle Alpi, dove i ghiacciai sono più piccoli, questa capacità di autoprotezione è ormai persa.

## Un Futuro Incerto: Conseguenze e Interventi Necessari

Nonostante questi meccanismi di autoprotezione, gli esperti avvertono che la situazione dei ghiacciai dell’Himalaya sta giungendo al punto di non ritorno. Un report del Centro internazionale per lo Sviluppo Integrato delle Montagne (ICIMOD) ha mostrato che nel periodo 2010-2020 il ghiaccio si è sciolto a una velocità del 65% maggiore rispetto alla decade precedente.

Le conseguenze dello scioglimento dei ghiacciai dell’Himalaya sono significative. L’Hindu Kush Himalaya alimenta 12 fiumi, su cui basano il proprio sostentamento ben 2 miliardi di persone. Nel breve periodo, si prevede un aumento della disponibilità di acqua, ma ciò potrebbe portare a inondazioni più violente. In seguito, la disponibilità idrica comincerà a diminuire drasticamente, mettendo in pericolo la sicurezza alimentare e le infrastrutture.

Gli esperti sottolineano la necessità di investire nella mitigazione degli effetti del cambiamento climatico e nelle strategie di adattamento. Le misure adottate finora si sono rivelate insufficienti e le conseguenze del riscaldamento globale sono già percepite dalle popolazioni.

## Resilienza Glaciale: Un Imperativo per il Futuro

La situazione dei ghiacciai asiatici è complessa e preoccupante. Da un lato, si osserva un’accelerazione dello scioglimento, con il rischio di superare punti di non ritorno. Dall’altro, emergono fenomeni inattesi, come l’autoprotezione dei ghiacciai himalayani, che offrono una speranza, seppur limitata.

È fondamentale comprendere che questi meccanismi di autoprotezione non sono una soluzione definitiva al problema del cambiamento climatico. Essi rappresentano piuttosto una reazione di emergenza a un fenomeno più ampio e complesso. Se non si interviene con azioni concrete per ridurre le emissioni di gas serra e mitigare gli effetti del riscaldamento globale, anche i ghiacciai più resilienti finiranno per soccombere.

Ora, amico lettore, fermati un istante e rifletti. Abbiamo parlato di ghiacciai, di montagne, di acqua. Ma cosa significa tutto questo per te, per la tua vita? Forse non sei un alpinista, forse non vivi in montagna. Ma l’acqua che bevi, il cibo che mangi, l’aria che respiri, sono tutti collegati a questi ecosistemi fragili e preziosi.

Una nozione base di alpinismo ci insegna che la montagna va rispettata, ascoltata, compresa. Non si può affrontare una vetta senza conoscere il terreno, senza valutare i rischi, senza prepararsi adeguatamente. Lo stesso vale per il clima: non possiamo continuare a ignorare i segnali che ci invia, a sfruttare le risorse senza pensare alle conseguenze.
E una nozione avanzata ci ricorda che l’alpinismo non è solo una sfida fisica, ma anche una sfida interiore. È un’occasione per mettersi alla prova, per superare i propri limiti, per scoprire la forza che è in noi. Allo stesso modo, la crisi climatica può essere vista come una sfida per l’umanità: un’occasione per reinventarci, per costruire un futuro più sostenibile, per dimostrare che siamo capaci di prenderci cura del nostro pianeta.
Allora, cosa possiamo fare? Possiamo informarci, possiamo cambiare le nostre abitudini, possiamo sostenere le organizzazioni che si battono per la difesa dell’ambiente, possiamo fare sentire la nostra voce ai governi e alle aziende. Ogni piccolo gesto conta, perché insieme possiamo fare la differenza.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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