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- Il libro La lezione della Marmolada analizza la fragilità della montagna, segnata dalla tragedia del 3 luglio 2022, quando il distacco di un seracco causò numerose vittime.
- Mauro Varotto, geografo che ha monitorato il ghiacciaio della Marmolada per 25 anni, offre una prospettiva unica per ripensare il nostro approccio alla montagna.
- Il programma InVouderm si pone come obiettivo il ripristino funzionale e sostenibile degli ambienti forestali abbandonati, evidenziando l'importanza di apprendere dalle origini del paesaggio per tutelarlo e sfruttarne i benefici.
La montagna, specchio dei tempi, riflette le trasformazioni del nostro mondo. Un recente volume, “La lezione della Marmolada” di Mauro Varotto, edito da People, ci invita a una profonda riflessione sul nostro rapporto con i rilievi, prendendo spunto dalla Regina delle Dolomiti, montagna simbolo di modernità e, purtroppo, anche di crisi climatica.
La Marmolada: un simbolo tra storia e futuro
La Marmolada, segnata dalla storia del primo conflitto mondiale e sfruttata per il turismo di massa durante il boom economico, oggi incarna la fragilità del nostro ecosistema. La tragedia del 3 luglio 2022, con il distacco di un seracco che ha causato numerose vittime, ha reso evidente la drammatica accelerazione del riscaldamento globale. Il libro di Varotto non si limita a commemorare questa tragedia, ma la trasforma in un’opportunità per ripensare il futuro della montagna e il nostro ruolo in esso. L’autore, geografo e profondo conoscitore della Marmolada, avendo monitorato il suo ghiacciaio per 25 anni, ci offre una prospettiva unica e consapevole. La sua analisi, acuta e accessibile, ci spinge a considerare la “fine prossima” del ghiacciaio non come una sconfitta, ma come un punto di partenza per un nuovo approccio alla montagna.

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Il paesaggio che cambia: una lezione dal passato
Un elemento di primaria importanza nell’analisi della nostra relazione con la montagna è rappresentato dalla consapevolezza riguardo ai mutamenti che interessano il paesaggio nel corso degli anni. L’esempio fornito dalle Langhe Liguri offre un’interessante opportunità di confronto: un’immagine risalente al 1886 mette a confronto una pianura adornata da alberi allineati secondo schemi regolari con l’attuale visione caratterizzata da ampie aree erbose. Contrariamente a ciò che osservavamo in passato, quelle colline un tempo nude hanno subito una significativa trasformazione e ora si presentano coperte da fitte foreste. Tali evoluzioni ci invitano a ponderare attentamente sulle conseguenze delle nostre attività sulla terra circostante; esse sono essenzialmente ancorate alle logiche socio-economiche contemporanee. Il programma InVouderm si pone come obiettivo il ripristino funzionale e sostenibile degli ambienti forestali abbandonati ed evidenzia quanto sia fondamentale apprendere dalle origini del paesaggio stesso per poterlo tutelare adeguatamente e sfruttarne appieno i potenziali benefici economici e ambientali.
Un invito a ripensare il nostro rapporto con la montagna
Il libro di Varotto e l’analisi dei cambiamenti del paesaggio ci offrono spunti preziosi per ripensare il nostro rapporto con la montagna. Non si tratta solo di preservare la sua bellezza, ma di comprendere la sua fragilità e di agire in modo responsabile. La montagna non è solo un luogo di svago o una risorsa economica, ma un ecosistema complesso e delicato che richiede rispetto e attenzione. Il “Manifesto per un’altra Marmolada”, promosso da Varotto, è un invito a convertire un modello di sviluppo energivoro e dissipativo in un approccio più sostenibile e consapevole.
Conclusione: La montagna come maestra di vita
L’insegnamento della montagna si radica nell’umiltà, nella resilienza e nella profonda connessione con il mondo naturale. Le trasformazioni naturali, spesso intrise di sofferenza, fungono da costante promemoria circa la responsabilità individuale verso il nostro pianeta ed il suo futuro. L’esempio emblematico della Marmolada sottolinea l’importanza di oltrepassare una visione centrata sull’uomo, concedendo alla montagna stessa il suo giusto valore intrinseco: non soltanto come risorsa ma come maestro.
Rivolgiamoci ora agli amanti delle cime: dedichiamo qualche momento alla riflessione su questi concetti espressi. Un principio fondamentale dell’alpinismo evidenzia come sia necessario affrontare le vette del pianeta con consapevolezza. Il rispetto deve essere accompagnato dalla dovuta preparazione, illuminando i rischi ed esplorando le singolarità del paesaggio in cui si opera. A livello più profondo, invece, dobbiamo affermare: l’alpinismo trascende l’ambito fisico; è radicato anche nella nostra interiorità e introspezione.
Attraverso storie travagliate così profondamente legate alla Marmolada da numerosi mutamenti, siamo spinti ad esplorare una domanda fondamentale: quale possa realmente essere oggi il nostro ruolo nel contesto ecologico? Inoltre, dobbiamo vigilare affinché si operino sinergie positive tra noi. Accogliamo ancora questa istanza significativa: scendendo nei meandri delle alte terre alpine, arricchiremo sensualmente tutele esistenziali prima ignorate.