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Soccorso alpino hi-tech: L’IA e i droni sono sufficienti a salvarci?

La scomparsa di escursionisti riapre il dibattito sull'affidabilità della tecnologia in montagna. Scopriamo i limiti del gps e le nuove frontiere del soccorso alpino, tra intelligenza artificiale e responsabilità individuale.
  • Il gps e la telefonia mobile mostrano i loro limiti in alta quota a causa della discontinuità del segnale e delle basse temperature che riducono la durata delle batterie.
  • Un team del Politecnico di Torino, in collaborazione con l’IRPI del CNR e il CNSAS, ha sviluppato strumenti informatici basati sull'intelligenza artificiale per analizzare immagini di droni e individuare dispersi.
  • Sul Monviso, l'utilizzo di un sistema di intelligenza artificiale ha permesso di analizzare 2.600 fotogrammi scattati da un drone, individuando il caschetto di un escursionista disperso in un'area di 183 ettari.
  • Il progetto LoRa Snow nelle Dolomiti venete, al confine con il Trentino, mira a combinare le tecnologie Artva e LoRa per stabilire un primo contatto radio con il disperso a distanze maggiori.

La scomparsa di escursionisti e alpinisti solleva interrogativi cruciali sull’efficacia dei sistemi di soccorso e, in particolare, sui limiti delle tecnologie a cui ci affidiamo. Il 9 settembre 2025, all’alba di un nuovo giorno, ci troviamo a riflettere su come la tecnologia, spesso vista come una garanzia, possa rivelarsi inadeguata di fronte alle difficoltà del territorio montano.

Il gps e la telefonia mobile, strumenti ormai imprescindibili nella vita quotidiana, mostrano i loro punti deboli in alta quota. La copertura del segnale è spesso discontinua, compromessa dalla morfologia del terreno e dalle condizioni atmosferiche avverse. Le basse temperature possono ridurre drasticamente la durata delle batterie, rendendo inutilizzabili i dispositivi elettronici in tempi brevi. La precisione del gps, inoltre, può essere influenzata dalla presenza di rilievi che ostacolano la ricezione dei segnali satellitari.

Nonostante i progressi compiuti nel settore degli smartphone e dei dispositivi indossabili, la loro affidabilità nella ricerca di persone disperse in montagna è tutt’altro che scontata. Un segnale debole o assente rende impossibile la geolocalizzazione, mentre la scarsa conoscenza delle funzionalità di emergenza può ritardare l’attivazione dei soccorsi. È essenziale, quindi, essere consapevoli dei limiti di questi strumenti e adottare precauzioni adeguate, come l’utilizzo di dispositivi di comunicazione satellitare e la conoscenza delle tecniche di orientamento tradizionali.

La dipendenza eccessiva dalla tecnologia può generare un falso senso di sicurezza, portando gli escursionisti a sottovalutare i rischi oggettivi della montagna. La preparazione fisica e tecnica, la conoscenza del territorio e la capacità di valutare le condizioni ambientali rimangono elementi fondamentali per affrontare in sicurezza un’escursione o un’ascensione. È necessario, inoltre, promuovere una cultura della prevenzione, sensibilizzando gli appassionati della montagna sui pericoli e sull’importanza di un equipaggiamento adeguato. L’impegno dei soccorritori alpini, spesso chiamati ad operare in condizioni estreme, merita un riconoscimento speciale. La loro professionalità, la loro esperienza e il loro coraggio sono elementi imprescindibili per garantire la sicurezza in montagna. È fondamentale, quindi, sostenere le attività del soccorso alpino, fornendo risorse adeguate e promuovendo la formazione continua dei suoi operatori.

Analisi dei casi irrisolti: un monito per il futuro

Le cronache montane sono costellate di casi irrisolti, storie di persone scomparse nel nulla nonostante l’impiego di ingenti risorse e tecnologie avanzate. Queste vicende drammatiche sollevano interrogativi inquietanti sull’efficacia dei protocolli di ricerca, sulle tecniche utilizzate e sulla necessità di affinare le strategie di intervento. Ogni caso rappresenta una sfida per i soccorritori e un monito per il futuro, inviting a una riflessione critica sulle procedure operative e sull’importanza di un approccio multidisciplinare.

È fondamentale analizzare attentamente le procedure operative standard, valutando l’efficacia delle diverse tecniche di ricerca (terrestri, aeree, con unità cinofile) e l’integrazione delle informazioni raccolte. Un coordinamento efficace tra le diverse figure coinvolte (soccorritori, medici, esperti di telecomunicazioni) è essenziale per massimizzare le possibilità di successo. L’esperienza maturata sul campo, unita all’analisi dei dati e all’utilizzo di strumenti innovativi, può contribuire a migliorare l’efficacia delle operazioni di soccorso.

La raccolta di testimonianze, la ricostruzione degli itinerari e l’analisi delle condizioni ambientali sono elementi fondamentali per orientare le ricerche. L’utilizzo di mappe dettagliate, di modelli tridimensionali del territorio e di software di analisi predittiva può aiutare a definire le aree di ricerca più probabili, tenendo conto di fattori come le condizioni meteorologiche, il profilo dell’escursionista e le caratteristiche del terreno.
La collaborazione tra le diverse istituzioni coinvolte (soccorso alpino, forze dell’ordine, protezione civile) è un elemento cruciale per garantire un intervento tempestivo ed efficace. L’interoperabilità dei sistemi di comunicazione, la condivisione delle informazioni e la standardizzazione delle procedure operative sono obiettivi prioritari per migliorare la capacità di risposta alle emergenze in montagna. I casi irrisolti ci ricordano che la montagna è un ambiente complesso e imprevedibile, dove anche la tecnologia più avanzata può fallire. È necessario, quindi, promuovere una cultura della sicurezza, sensibilizzando gli escursionisti e gli alpinisti sui rischi e sull’importanza di una preparazione adeguata. La conoscenza del territorio, la capacità di orientamento e la prudenza rimangono elementi fondamentali per affrontare in sicurezza un’escursione o un’ascensione.

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  • È fantastico vedere come la tecnologia stia evolvendo per aiutarci in montagna...⛰️...
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Intelligenze artificiali e droni: le nuove frontiere del soccorso alpino

Nonostante i limiti delle tecnologie tradizionali, il progresso scientifico offre nuove speranze per migliorare l’efficacia delle operazioni di soccorso in montagna. Droni equipaggiati con telecamere ad alta risoluzione e sensori termici possono perlustrare vaste aree in tempi rapidi, individuando tracce e anomalie termiche altrimenti invisibili. L’intelligenza artificiale, grazie alla sua capacità di analizzare grandi quantità di dati, può identificare modelli e aree di interesse, fornendo un supporto prezioso ai soccorritori.
Un team di studenti del Politecnico di Torino, in collaborazione con l’Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica (IRPI) del CNR e con il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS), ha sviluppato strumenti informatici per rendere più efficienti le operazioni di ricerca dispersi con droni. Il progetto “Search & Rescue 2” si concentra sulla georeferenziazione delle immagini realizzate dai droni, la creazione di una piattaforma informatica per la gestione dei dati e l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per individuare possibili dispersi. L’intelligenza artificiale è stata in grado di identificare alcuni target laddove l’analisi visiva degli operatori aveva fallito e di discernere i cosiddetti falsi positivi, riducendo i tempi di ricerca e aumentando le probabilità di successo.

L’utilizzo dell’intelligenza artificiale e dei droni ha permesso di ottenere risultati significativi in diversi casi di persone scomparse in montagna. Un caso emblematico è il ritrovamento del corpo di un escursionista disperso sul Monviso, avvenuto grazie all’utilizzo di un sistema di intelligenza artificiale che ha analizzato 2.600 fotogrammi scattati da un drone, individuando il caschetto della vittima in un’area di 183 ettari. L’operazione, che con i metodi tradizionali avrebbe richiesto settimane o mesi di ricerca, è stata completata in pochi giorni, dimostrando l’efficacia di queste nuove tecnologie.

Nelle Dolomiti venete, al confine con il Trentino, è stata avviata una nuova fase di studi e misurazioni per il progetto di ricerca LoRa Snow. Questo progetto è focalizzato sullo sviluppo di una tecnologia wireless a basso consumo energetico, progettata per ottimizzare il tracciamento dei dispersi in valanga. Il progetto, portato avanti dal Cnr e dall’Università di Roma Tor Vergata, mira a combinare le tecnologie Artva e LoRa per consentire alle squadre di soccorso di stabilire un primo contatto radio con il disperso a distanze molto maggiori di quelle attualmente consentite. La combinazione di queste tecnologie potrebbe rappresentare una svolta nelle operazioni di soccorso in valanga, aumentando le probabilità di sopravvivenza delle persone travolte. Il progetto prevede di integrare le tecnologie su droni per migliorare la rapidità e l’estensione delle ricerche.

Oltre la tecnologia: la centralità della prevenzione e della responsabilità individuale

Nonostante i progressi compiuti nel campo delle tecnologie di soccorso, è fondamentale ricordare che la montagna rimane un ambiente imprevedibile e insidioso. La tecnologia può essere un valido aiuto, ma non può sostituire la preparazione, la prudenza e il rispetto per la natura. La responsabilità individuale e la consapevolezza dei propri limiti sono elementi imprescindibili per affrontare in sicurezza un’escursione o un’ascensione. La conoscenza del territorio, la capacità di orientamento e la valutazione delle condizioni ambientali rimangono competenze fondamentali per chi frequenta la montagna.

È necessario promuovere una cultura della prevenzione, sensibilizzando gli appassionati della montagna sui rischi e sull’importanza di un equipaggiamento adeguato. La partecipazione a corsi di formazione, l’aggiornamento sulle tecniche di soccorso e la conoscenza delle normative locali sono elementi essenziali per ridurre il rischio di incidenti. La comunicazione delle informazioni relative alle condizioni meteorologiche, ai pericoli oggettivi e alle difficoltà dei percorsi contribuisce a una maggiore consapevolezza e a una pianificazione più accurata delle escursioni.
La montagna richiede rispetto e umiltà. La sottovalutazione dei rischi, l’imprudenza e l’eccessiva confidenza nelle proprie capacità possono avere conseguenze tragiche. La preparazione fisica e tecnica, la conoscenza del territorio e la capacità di adattarsi alle condizioni ambientali sono elementi fondamentali per affrontare in sicurezza un’escursione o un’ascensione. La tecnologia può essere un valido supporto, ma non può sostituire il buon senso e la responsabilità individuale.

Un’attenta pianificazione dell’itinerario, la verifica delle condizioni meteorologiche e la scelta di un equipaggiamento adeguato sono elementi fondamentali per ridurre il rischio di incidenti. La comunicazione del proprio itinerario a persone fidate, l’utilizzo di dispositivi di segnalazione e la conoscenza delle tecniche di autosoccorso possono fare la differenza in caso di emergenza. La montagna offre emozioni uniche e indimenticabili, ma richiede anche rispetto, prudenza e responsabilità. In fondo, l’arte di affrontare la montagna risiede in un equilibrio delicato tra la fiducia nella tecnologia e la consapevolezza dei propri limiti. Come un antico adagio montanaro ci ricorda, “la montagna non perdona”, un monito che ci invita a non dimenticare mai la centralità della preparazione e della responsabilità individuale.

*Notizia base su montagna e alpinismo: La montagna è un ambiente imprevedibile e richiede preparazione fisica e mentale.

Notizia avanzata su montagna e alpinismo:* Le nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale e i droni, stanno rivoluzionando le operazioni di soccorso, ma non possono sostituire la responsabilità individuale e la conoscenza del territorio.

Riflettiamo: La montagna ci mette di fronte ai nostri limiti, invitandoci a una maggiore consapevolezza e a un profondo rispetto per la natura. Che sia questa la vera lezione che dobbiamo imparare?


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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