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- Il CNSAS ha effettuato interventi su circa 2500 persone solo tra Veneto e Trentino dall'inizio dell'anno, evidenziando la crescente necessità di soccorso in montagna.
- Il costo di un intervento di soccorso alpino con elicottero può superare i 20.000 euro, sollevando interrogativi sulla sostenibilità economica del sistema e sull'urgenza di trovare finanziamenti alternativi.
- In Veneto, l'assistenza medica in montagna è tariffata al minuto anche in caso di vittime, mentre in Piemonte il servizio è gratuito salvo richieste infondate, creando disparità regionali nell'accesso al soccorso.
L’operato del soccorso alpino rappresenta una delle colonne portanti della salvaguardia in montagna; tuttavia, attualmente si confronta con problematiche in continua crescita. Iniziamo con un caso significativo avvenuto sul Monte Kenya per poi considerare l’incremento dei salvataggi su scala nazionale; ciò ci permette di indagare sulle pressioni operative, economiche e sociali che pesano su questo indispensabile sistema. È necessario quindi riflettere sui vincoli esistenti al momento e sulle possibili misure da implementare affinché gli interventi risultino sia efficaci che sicuri.
Aumento degli interventi e risorse limitate
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I dati presentati rivelano una difficile combinazione; fra i numerosi elementi emergono la crescente attrattiva delle attività all’aperto insieme alla carente preparazione degli escursionisti, nonché le condizioni ambientali sempre più volubili.
A fronte dell’incremento delle missioni operative del soccorso alpino, si assiste altresì a una costante scarsità di risorse disponibili. Numerosi gruppi operativi si fondano sul volontariato e affrontano notevoli difficoltà nel reperimento dei fondi necessari per assicurare un’adeguata formazione al proprio personale, acquistare strumentazioni moderne così come mantenere i veicoli impiegati nei soccorsi. Questa problematica espone a gravi rischi tanto l’efficienza quanto la sicurezza nelle operazioni; inoltre, aggrava il carico lavorativo e il livello di stress psicologico per chi compie tali salvataggi. Un caso particolarmente significativo è quello della situazione in Campania: qui il locale CNSAS ha messo in evidenza come vi sia scarsa assistenza economica fornita dalla Regione stessa, compromettendo così le capacità operative del servizio.
Maurizio Dellantonio, presidente nazionale del CNSAS, ha messo in evidenza come dall’inizio dell’anno siano stati effettuati interventi su circa 2500 individui soltanto tra Veneto e Trentino: è curioso notare che nello Statuto delle Statistiche era prevista la richiesta d’elicottero nel 42% degli impieghi.
In aggiunta, è stato messo in luce come il costo effettivo per realizzare un intervento di soccorso alpino tramite elicottero possa eccedere i 20.000 euro. Tale cifra provoca riflessioni profonde riguardo alla sostenibilità economica dell’intero sistema e all’urgenza di esplorare modalità alternative e più funzionali per il finanziamento.
Costi del soccorso e ticket regionali
I costi associati ai servizi del soccorso alpino e i relativi ticket regionali rappresentano una problematica tanto intricata quanto sensibile. Sul territorio italiano, si assiste nella maggior parte dei casi a operazioni gratuite; tuttavia, esistono alcune specifiche realtà montane come il Veneto, il Trentino-Alto Adige, la Valle d’Aosta, la Lombardia ed infine il Piemonte.
- Nella regione Veneto: richiedere assistenza medica comporta una tariffazione anche nel caso siano presenti vittime, rendendo necessario versare una somma per ogni minuto trascorso.
- Sempre nel Trentino-Alto Adige: ci si aspetta che venga pagato un biglietto fisso nell’eventualità di salvataggio.
- Mentre in Piemonte: viaggiando per necessità si ha accesso totalmente gratuito, ma tutte le spese riguardanti richieste ritenute infondate andranno liquidate.
- Anche chi vive nella Lombardia: dovrà onorare tasse stabilite su base oraria riguardo ai servizi prestati, essendo previste eventuali agevolazioni appositamente destinate ai residenti locali.
I suddetti fattori economici rimandano spesso alla valutazione delle condizioni cliniche registrate sul campo, rispetto alla giustificazione della richiesta di una possibile attivazione operativa, sia mirata a incidenti specifici. Un’affermazione meritevole d’interesse espone preoccupazioni sull’opportunità strategica da seguire, creando consapevolezza tra utilizzatori amatoriali o appassionati, affrontando contemporaneamente le restrizioni per una viabilità legittima verso azioni globalizzanti, con attenzione rispetto alle tematiche correnti riguardanti gli ‘Aiuti Imminenti!’
L’influenza delle differenze nei costi e nelle politiche regionali dà vita a uno scenario confuso e disomogeneo per gli utenti. Risulta quindi cruciale incentivare una diminuzione della frammentazione, sostenendo la necessità di maggiore trasparenza ed omogeneità a livello nazionale. Per raggiungere questo obiettivo è imperativo definire in modo preciso e facilmente interpretabile le modalità d’applicazione dei ticket, assicurando così che ogni cittadino possa accedere senza discriminazioni ai servizi di soccorso alpino.

Tecnologie e preparazione dei soccorritori
La complessità degli interventi di soccorso alpino richiede l’impiego di tecnologie avanzate e una preparazione impeccabile dei soccorritori. Eventi tragici, come gli incidenti mortali avvenuti in un singolo giorno di novembre 2024 sul Rocciamelone (Piemonte), sulla ferrata Val del Rì (Trentino) e sugli Sfornioi e la Croda dei Toni (Veneto), testimoniano i rischi che si corrono in montagna e le sfide che i soccorritori devono affrontare.
Per far fronte a queste sfide, il soccorso alpino si avvale di strumenti tecnologici sempre più sofisticati. I droni, ad esempio, sono utilizzati per sorvolare zone impervie e individuare persone disperse o vittime di valanghe, grazie a fotocamere termiche che captano le radiazioni infrarosse del corpo. In Svizzera, è stato sperimentato un drone dotato di un sistema di intelligenza artificiale (“Human Detection Pipeline“) che riconosce le persone sul terreno basandosi sulle immagini in tempo reale della termocamera. Altre tecnologie includono sistemi per la localizzazione di cellulari (Lifeseeker), jetpack per raggiungere rapidamente zone impervie e sistemi di localizzazione come Recco e Artva. Il progetto “Sherpa” ha testato un sistema di soccorso che integra uomo, droni e robot, con l’obiettivo di raggiungere rapidamente luoghi colpiti da slavine e localizzare i dispersi.
Tuttavia, la tecnologia da sola non è sufficiente. La preparazione e la formazione dei soccorritori alpini sono cruciali per garantire interventi efficaci e sicuri. Per entrare a far parte del Soccorso Alpino, è necessario essere appassionati frequentatori della montagna e possedere un solido livello tecnico in tutti i settori dell’alpinismo, sia estivo che invernale. Il percorso per diventare tecnici del CNSAS è strutturato in fasi formative, con scuole regionali e nazionali riconosciute dalla legge italiana. L’ammissione è riservata ai soci del Club Alpino Italiano di età compresa tra i 18 e i 45 anni, previo superamento di prove di ammissione. In Trentino, ad esempio, viene organizzata ogni anno una “selezione tecnica d’ingresso” con prove attitudinali di movimentazione su roccia, ghiaccio e neve. Superate le prove, si diventa aspiranti soccorritori e si accede a un percorso formativo per ottenere la qualifica desiderata (Operatore Soccorso Alpino, Operatore Tecnico Sanitario, Conduttore di Unità Cinofila).
Questo impegno costante nella formazione e nell’aggiornamento consente ai soccorritori di affrontare le situazioni più complesse con competenza e professionalità, minimizzando i rischi per sé stessi e per le persone soccorse.
Verso un futuro sostenibile per il soccorso alpino
Il sistema di soccorso alpino italiano, pur eccellendo per competenza e dedizione, si trova oggi a un bivio. L’aumento degli interventi, le risorse limitate e la complessità delle sfide richiedono un ripensamento strategico per garantire la sua sostenibilità nel lungo periodo. È necessario individuare soluzioni concrete per rafforzare il sistema e tutelare gli “eroi silenziosi” che ogni giorno si impegnano per salvare vite in montagna.
Un primo passo fondamentale è l’incremento dei finanziamenti destinati alla formazione del personale. Investire nella preparazione dei soccorritori significa dotarli delle competenze necessarie per affrontare le situazioni più rischiose, riducendo al minimo la possibilità di errori e migliorando l’efficacia degli interventi. Parallelamente, è essenziale sostenere l’acquisto di nuove tecnologie, come droni, sistemi di localizzazione e attrezzature mediche all’avanguardia. L’innovazione tecnologica può contribuire a velocizzare le operazioni di soccorso, aumentare la precisione nella ricerca dei dispersi e migliorare le cure mediche pre-ospedaliere.
L’importanza della sensibilizzazione degli escursionisti, un tema centrale nel dibattito sulla sicurezza in montagna, non può essere sottovalutata; essa deve mirare all’informazione riguardo ai potenziali rischi associati all’escursionismo e alla necessità imprescindibile di affrontarlo con la giusta preparazione. A tal fine, adottare misure preventive si configura come fondamentale per contenere il numero degli incidenti e liberare i soccorritori da un onere imponente. Occorre stimolare una vera cultura della sicurezza in ambito montano mediante l’aumento dell’attenzione: gli escursionisti devono apprendere l’importanza della pianificazione meticolosa dei percorsi da affrontare; devono monitorare costantemente l’andamento delle condizioni climatiche; investire nell’acquisto o nel noleggio di attrezzature appropriate; ed infine riconoscere i propri limiti personali fisici o tecnici. Solo così sarà possibile limitarsi a interventi realmente necessari sul campo rescifero alpino.
A conclusione dell’argomento emerso, appare essenziale promuovere unsistema integrato dove ciascuna entità operante nel settore del salvataggio – dal CNSAS al Servizio Sanitario Nazionale fino alla Protezione Civile – possa collaborativamente interagire meglio: una sinergia che assicura non solo utilizzi appropriati delle risorse disponibili ma anche rapidità negli interventi quando richiesti dal contesto stesso.
È necessario creare protocolli operativi condivisi, definire ruoli e responsabilità chiare e promuovere la comunicazione e lo scambio di informazioni tra i diversi soggetti coinvolti.
Solo attraverso un impegno congiunto e una visione strategica si potrà garantire un futuro sostenibile per il soccorso alpino italiano, preservando la sicurezza di chi frequenta la montagna e valorizzando il ruolo fondamentale dei soccorritori, veri e propri angeli custodi delle nostre vette.
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Amico appassionato di montagna, spero questo articolo ti sia piaciuto e ti abbia fatto riflettere.
È incredibile come dietro ogni intervento di soccorso, ci siano storie di eroismo, ma anche di un sistema che lotta per stare al passo.
Per capire meglio le dinamiche della montagna e le sfide del soccorso alpino, ti consiglio di approfondire due concetti chiave.
Notizie e approfondimenti su montagna e alpinismo – Nozione base: La “catena di sopravvivenza in montagna” è un modello che identifica i passaggi fondamentali per aumentare le probabilità di sopravvivenza in caso di incidente. Comprende la prevenzione, la chiamata di soccorso tempestiva, le cure immediate sul posto e il trasporto in ospedale. Conoscere questa catena ti aiuta a capire come agire in caso di emergenza e a fare la tua parte per la sicurezza.
Notizie e approfondimenti su montagna e alpinismo – Nozione avanzata: Il “fattore umano” nel soccorso alpino si riferisce all’influenza delle capacità cognitive, emotive e sociali dei soccorritori sulle decisioni e le azioni durante un intervento. Studiare questo fattore permette di comprendere come lo stress, la fatica, la comunicazione e la leadership possono influenzare l’esito di un soccorso e come migliorare la formazione per minimizzare gli errori.
Ti invito a riflettere su questo: cosa possiamo fare, come singoli e come comunità, per sostenere il soccorso alpino e promuovere una cultura della montagna più consapevole e responsabile?
- Comunicati stampa ufficiali del CNSAS su interventi di soccorso speleologico.
- Comunicato sullo stop dei finanziamenti regionali al Soccorso Alpino campano.
- Pagina del sito CNSAS con notizie e interviste al presidente Dellantonio.
- Sito ufficiale del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS).