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- Il 21 luglio 2025, tre alpinisti milanesi di 29, 40 e 56 anni sono stati soccorsi sulla Tofana di Rozes dopo un incidente a circa 2800 metri di altitudine.
- L'operazione di soccorso è durata 12 ore, iniziando con difficoltà a causa del maltempo che ha impedito l'intervento immediato dell'elicottero del Suem.
- Nonostante le avversità, i soccorritori del Soccorso Alpino e altri team sono riusciti a mettere in sicurezza gli alpinisti e a riportarli a valle, raggiungendo il Rifugio Dibona alle 6:30 del mattino.
In data 21 luglio 2025, un’operazione di salvataggio estremamente elaborata ha catturato l’attenzione sia degli amanti della montagna che delle squadre alpine addette ai soccorsi. Un trio composto da alpinisti milanesi – con età rispettive di 29, 40 e 56 anni – si è ritrovato in una situazione critica sulla celebre cima della Tofana di Rozes, nota per la sua fama nel panorama dolomitico ampezzano. L’incidente è accaduto a un’altitudine prossima ai 2800 metri, dando vita a un intervento prolungato che ha messo a dura prova tanto le capacità quanto il coraggio dei soccorritori mobilitati sul campo.
L’incidente e l’allarme
Mentre tentavano la via Costantini-Apollonio, celebre per le sue sfide impegnative nel panorama alpino, la cordata si è vista sopraffatta da un imprevisto: il primo alpinista è precipitato durante il quindicesimo tiro. Sebbene l’incidente non abbia causato ferite tra i membri della squadra, esso ha avuto come conseguenza diretta il collasso della sosta. Questo evento li ha costretti a sospendere ogni attività e ad attivare le procedure per l’emergenza. La situazione risultava precaria in quel tratto caratterizzato da uno strapiombo insidioso e circoscritto; insieme alla variabilità delle condizioni meteorologiche che incombevano sull’area, questa emergenza sottolineava chiaramente l’urgenza di una risposta tempestiva ed efficace.
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Le operazioni di soccorso
Le difficoltà nelle operazioni di soccorso si sono manifestate in maniera significativa a causa dell’interazione tra vari elementi problematici. All’inizio, il cielo nuvoloso ha ostacolato ogni tentativo d’intervento da parte dell’elicottero del Suem proveniente da Pieve di Cadore. Anche un iniziale sforzo per effettuare un recupero tramite verricello non ha sortito effetto a causa delle avverse condizioni meteorologiche che hanno obbligato l’equipaggio a interrompere le manovre. Solo successivamente è stato possibile impiegare un altro mezzo: l’elicottero ha trasportato fino alla vetta cinque esperti tecnici del Soccorso Alpino locale; questi ultimi si sono quindi calati lungo la verticale della parete utilizzando una corda doppia, riuscendo così ad accedere agli alpinisti intrappolati nella situazione critica.

La fase successiva ha visto l’arrivo di un secondo elicottero da Trento, che ha tentato di avvicinarsi con il verricello, ma anche questo tentativo è stato vanificato dalla vicinanza della parete e dall’oscurità. Durante questo frangente, i soccorritori presenti sul terreno si sono dedicati con assiduità alla messa in sicurezza degli alpinisti, dirigendoli verso l’uscita del percorso. Dopo lunghe ore caratterizzate da calate ripetute, impiego di corde fisse e sfide d’arrampicata, il gruppo ha ottenuto il risultato desiderato riuscendo a liberarsi dalla parete alle 4:30 del mattino, mentre una pioggia battente insisteva su di loro.
Il rientro e la conclusione
Malgrado la notevole sensazione di affaticamento e le numerose avversità riscontrate lungo il tragitto, i soccorritori insieme agli alpinisti sono stati in grado di effettuare un ritorno sicuro a valle. Durante il cammino verso il Rifugio Giussani, erano state installate apposite corde fisse con l’obiettivo di facilitare la progressione nei settori maggiormente vulnerabili. Al termine dell’operazione, tutte le persone coinvolte sono state trasferite mediante jeep al Rifugio Dibona, giungendo sul luogo intorno alle 6:30 del mattino, trascorse dodici ore dall’avvio delle operazioni di soccorso.
Un successo di squadra
L’operazione di soccorso sulla Tofana di Rozes è stata un esempio di efficienza e coordinamento tra diverse squadre e professionalità. Il Soccorso Alpino del Veneto, il Suem 118, la Guardia di Finanza e tutti coloro che hanno partecipato all’intervento hanno dimostrato una preparazione eccezionale e un profondo spirito di abnegazione. Il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha espresso il suo plauso per l’operato dei soccorritori, definendolo “un vero e proprio capolavoro di tecnica, coraggio e sangue freddo”.
Riflessioni sulla sicurezza in montagna
Il recente evento tragico sulla Tofana di Rozes rimarca chiaramente quanto sia imprescindibile essere ben preparati ed esercitare cautela nelle avventure alpine. Fondamentali sono non solo le decisioni riguardo all’itinerario da seguire, ma anche una scrupolosa considerazione delle condizioni atmosferiche presenti, così come la messa a punto del materiale necessario e una solida consapevolezza delle modalità d’autosoccorso.
*Sicurezza in Montagna: Un aspetto centrale nel contesto alpinistico coinvolge vari fattori: dall’adeguatezza fisica alla padronanza tecnica, passando per una buona conoscenza topografica ed un’attenta considerazione delle insidie locali. Un’escursione va pianificata minuziosamente tenendo conto delle reali capacità personali, mentre il giusto equipaggiamento riveste un ruolo decisivo nel rendere ogni ascensione il più sicura possibile.
Aspetti Avanzati sulla Sicurezza: Studiare i rischi associati ad ambientazioni alpine richiede uno sforzo metodico impreziosito dalla familiarità con il contesto geografico specifico.* L’analisi dei rischi oggettivi, tra cui si annoverano fenomeni come la caduta di sassi, le valanghe o le mutevoli condizioni atmosferiche sfavorevoli, nonché della dimensione soggettiva del rischio — implicante fattori quali affaticamento fisico, errori nell’agire umano o insufficiente preparazione — si mostra essenziale per una presa di decisione illuminata finalizzata alla minimizzazione delle insidie.
Cari amici amanti della montagna, prendiamoci un attimo per meditare su quanto accaduto. Il mondo montano è certamente incantevole ma può rivelarsi altresì austero; tale ambito impone dunque rispetto e consapevolezza. È necessario ponderare attentamente ogni passo intrapreso ed ogni scelta compiuta poiché primazia va accordata alla salvaguardia personale. Dobbiamo assorbire insegnamenti dagli eventi occorsi per affinare la nostra preparazione ed approcciare i sentieri alpini con umiltà e cautela. Solo in tal modo potremo realmente apprezzarne tutte le bellezze mentre ci riconnettiamo profondamente alla natura circostante ed a noi stessi.