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- Il 18 settembre 2025, un escursionista tedesco ha perso la vita nel Gruppo del Bosconero, precipitando per circa 80 metri lungo il sentiero numero 500.
- A Madesimo, un escursionista di 76 anni è deceduto dopo una caduta di circa 100 metri nei pressi del Lago Nero.
- Sul Monte Guglielmo, una donna di 47 anni è morta precipitando per circa 50 metri lungo un sentiero.
Un’ondata di tragici incidenti ha colpito le montagne, segnando un periodo particolarmente funesto per gli appassionati di escursionismo e alpinismo. Diverse persone hanno perso la vita in circostanze simili, precipitando da sentieri e creste sotto gli occhi impotenti dei loro compagni. Questi eventi sollevano interrogativi sulla sicurezza in montagna e sulla necessità di una maggiore consapevolezza dei rischi connessi a questa attività.
Le Cronache delle Tragedie
Il 18 settembre 2025, un escursionista tedesco ha perso la vita nel Gruppo del Bosconero, in Val di Zoldo, precipitando per circa 80 metri lungo il sentiero numero 500, noto come Troi de le Calade. I soccorritori, intervenuti con l’elicottero del Suem di Pieve di Cadore, non hanno potuto fare altro che constatare il decesso dell’uomo, il cui corpo è stato recuperato in un canale impervio. I compagni dell’escursionista, sotto shock, sono stati assistiti al Rifugio Bosconero.
Un altro incidente mortale si è verificato il 31 luglio a Bobbio Pellice, in Piemonte, dove un escursionista francese di 60 anni, Pierre Hainaut, è precipitato in un dirupo mentre percorreva una via in quota a monte del rifugio Cruello. Anche in questo caso, i soccorritori del Soccorso Alpino hanno potuto solo constatare il decesso dell’uomo. Le squadre a terra, con il supporto delle squadre AIB e della Protezione civile di Bobbio Pellice, hanno provveduto a recuperare i compagni della vittima, profondamente traumatizzati dall’accaduto.
A Madesimo, in provincia di Sondrio, un escursionista di 76 anni ha perso la vita dopo essere precipitato per circa 100 metri nei pressi del Lago Nero. L’uomo stava camminando in compagnia di un gruppo di amici quando è avvenuta la tragedia. I soccorritori, giunti sul posto con un elicottero dell’Areu, non hanno potuto fare altro che constatare il decesso dell’anziano, che riportava gravi ferite dovute all’impatto.

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Dinamiche e Fattori di Rischio
Le dinamiche di questi incidenti sembrano ricondursi a scivolamenti, perdita di equilibrio e, in alcuni casi, distacco di materiale instabile. L’alta quota, la presenza di sentieri impervi e la variabilità delle condizioni meteorologiche sono fattori che contribuiscono ad aumentare il rischio di incidenti in montagna. L’esperienza e la preparazione fisica degli escursionisti, così come l’adeguatezza dell’equipaggiamento, giocano un ruolo cruciale nella prevenzione di tali tragedie.
Un ulteriore incidente si è verificato sul Monte Guglielmo, dove una donna di 47 anni è morta precipitando per circa 50 metri lungo un sentiero situato tra il rifugio Medelet e Punta Caravina. Il coniuge della vittima ha assistito senza poter intervenire alla drammatica scena. Anche in questa circostanza, i soccorritori hanno potuto solamente certificare il decesso della donna.
In Valle Seriana, ad Ardesio, un escursionista di 71 anni, Adriano Zenoni, ha perso la vita dopo essere scivolato da un sentiero e precipitato per circa 40 metri, mentre la moglie era presente.
L’Importanza della Prevenzione
Questi tragici eventi sottolineano l’importanza della prevenzione e della prudenza nell’affrontare la montagna. È fondamentale informarsi sulle condizioni dei sentieri, consultare i bollettini meteorologici e valutare attentamente le proprie capacità fisiche e tecniche prima di intraprendere un’escursione. L’utilizzo di attrezzatura adeguata, come scarponi da montagna, bastoncini da trekking e caschi, può contribuire a ridurre il rischio di incidenti. È inoltre consigliabile non avventurarsi da soli e informare sempre qualcuno del proprio itinerario.
Riflessioni sulla Fragilità Umana in Montagna
Le recenti tragedie in montagna ci pongono di fronte alla nostra fragilità di fronte alla potenza della natura. La montagna, con la sua bellezza e maestosità, può trasformarsi in un ambiente ostile e pericoloso. È essenziale affrontare l’escursionismo e l’alpinismo con rispetto e consapevolezza, senza sottovalutare i rischi e adottando tutte le precauzioni necessarie per garantire la propria sicurezza e quella dei propri compagni.
“La montagna non perdona”, recita un vecchio adagio. Ed è vero. Ma è altrettanto vero che la montagna può regalare emozioni indimenticabili e un senso di libertà impagabile. Sta a noi, con la nostra preparazione e la nostra prudenza, trasformare un’esperienza potenzialmente pericolosa in un’avventura sicura e appagante.
Un concetto base da tenere sempre a mente è l’importanza di conoscere i propri limiti e di non superarli mai. Un concetto avanzato è la capacità di leggere il territorio e di adattare il proprio comportamento alle condizioni ambientali.
Riflettiamo su questi eventi, impariamo dagli errori e promuoviamo una cultura della sicurezza in montagna, affinché queste tragedie non si ripetano.