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- In Veneto, l'investimento previsto per le Olimpiadi ammonta a 1,3 miliardi di euro, ma l'80% di questi fondi è destinato a opere stradali, sollevando dubbi sulle priorità.
- Il Comitato Civico Cortina definisce la nuova cabinovia Apollonio-Socrepes «una violenza al territorio e uno sfregio ambientale», evidenziando le tensioni tra sviluppo e sostenibilità, tanto che il Comune ha ricevuto la «bandiera nera» di Legambiente.
- Un sondaggio del marzo 2025 rivela che il 64% dei residenti boccia la pista da bob e il 59% non è convinto del villaggio olimpico provvisorio a Fiames, mostrando una diffidenza verso le strutture olimpiche.
Promesse e realtà: il bilancio infrastrutturale a Belluno e Cortina
L’avvicinarsi delle Olimpiadi Invernali Milano-Cortina 2026 suscita un acceso dibattito nelle comunità montane, con particolare attenzione a Belluno e Cortina d’Ampezzo. Il sogno di rilanciare il territorio attraverso lo sport si scontra con la realtà di cantieri, proteste e interrogativi sulla sostenibilità. Le promesse di sviluppo economico e infrastrutturale si confrontano con i timori di speculazioni e impatti ambientali irreversibili. Un’analisi ponderata dei dati disponibili e delle voci dei residenti è fondamentale per comprendere appieno la portata di questo evento.
Fin dall’assegnazione dei Giochi, le aspettative di un futuro prospero hanno alimentato l’entusiasmo. Si è parlato di nuovi posti di lavoro, ammodernamento delle infrastrutture e aumento del turismo. Tuttavia, il 13 dicembre 2025, a poco più di un anno dall’inizio delle competizioni, è doveroso interrogarsi sull’effettivo stato di avanzamento dei progetti e sui reali benefici per le comunità locali. L’attenzione si concentra principalmente sui progetti infrastrutturali, veri e propri motori di cambiamento, ma anche potenziali fonti di criticità.
In Veneto, l’investimento previsto ammonta a 1,3 miliardi di euro, una cifra considerevole che dovrebbe trasformare il volto della regione. Tuttavia, un dato sorprendente emerge dal primo report di monitoraggio della campagna “Open Olympics”: l’80% di questi fondi, pari a circa un miliardo di euro, è destinato a opere stradali. Questa concentrazione di risorse suscita interrogativi sulle priorità e sulla reale adeguatezza degli interventi alle esigenze delle comunità montane. Si tratta di una scelta strategica ponderata o di una risposta affrettata alle esigenze di un evento sportivo di portata globale?
A Cortina d’Ampezzo, la costruzione della nuova cabinovia Apollonio-Socrepes è diventata un caso emblematico delle tensioni tra sviluppo e sostenibilità. L’opera, destinata a collegare il centro del paese con le piste da sci, ha scatenato la dura opposizione del Comitato Civico Cortina, che la definisce “una violenza al territorio e uno sfregio ambientale“. L’associazione ha ricordato come il Comune abbia ricevuto la “bandiera nera” di Legambiente proprio a causa di questo progetto, un simbolo eloquente delle criticità ambientali che lo caratterizzano. Nonostante le quattordici prescrizioni ambientali imposte per mitigare l’impatto, persistono le preoccupazioni per le conseguenze sul paesaggio e per la sicurezza idrogeologica dell’area. L’ente di gestione dei bacini idrografici delle Alpi Orientali ha rilevato problemi connessi alla stabilità dei versanti, sollecitando ulteriori indagini per assicurare la fattibilità e la sicurezza dell’intervento.
Di fronte alle proteste e alle preoccupazioni, il sindaco di Cortina, Gianluca Lorenzi, difende con fermezza la cabinovia, sottolineando come essa rappresenti un’opportunità per migliorare la mobilità e lasciare un’eredità positiva al paese. L’assessore comunale all’urbanistica, Stefano Ghezze, condivide questa visione, evidenziando i benefici che la nuova infrastruttura, unitamente al parcheggio multipiano interrato, apporterà alla viabilità interna di Cortina. Ma quale è la reale percezione dei residenti di fronte a queste trasformazioni?
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Voci dal territorio: il parere dei residenti di fronte ai cambiamenti
Un sondaggio condotto nel marzo 2025 ha cercato di fare luce sull’opinione pubblica locale in vista delle Olimpiadi Invernali Milano-Cortina 2026. I risultati rivelano un quadro complesso e sfaccettato, in cui convivono apprezzamento per alcune opere e forti perplessità su altre. L’indagine, voluta dalle comunità dell’alto bellunese in collaborazione con L’AltraMontagna, ha coinvolto i cittadini di Cortina d’Ampezzo e delle aree limitrofe, al fine di capire la loro percezione dell’arrivo dei Giochi Olimpici.
Il 63% dei partecipanti risiede a Cortina d’Ampezzo, mentre il 22% proviene dal Cadore e il restante 15% da altre aree (di questi, il 42% possiede una seconda abitazione nella zona). La fascia d’età predominante è quella tra i 51 e i 60 anni (27%), mentre circa un terzo degli intervistati lavora nel settore turistico, un pilastro dell’economia locale. I risultati del sondaggio evidenziano un chiaro divario tra il gradimento per le opere viarie e le critiche rivolte alle strutture olimpiche.
La nuova circonvallazione di San Vito di Cadore è giudicata vantaggiosa dal 72% degli interpellati, mentre il tunnel di Valle di Cadore riscuote il favore del 79% e quello di Tai di Cadore convince il 76%. Questi dati testimoniano un apprezzamento per gli interventi che migliorano la viabilità e l’accessibilità del territorio. Al contrario, le strutture legate più direttamente all’evento sportivo ricevono giudizi molto più severi. La pista da bob è bocciata dal 64% dei rispondenti, il villaggio olimpico provvisorio a Fiames non convince il 59%, mentre l’impianto Apollonio-Socrepes trova contrari il 56%. Questi risultati sollevano interrogativi sulla reale utilità di tali opere e sulla loro capacità di integrarsi armoniosamente nel contesto paesaggistico e sociale.
Un altro dato significativo emerso dal sondaggio riguarda il livello di informazione dei cittadini. Solamente il 19% dei partecipanti si dichiara ben informato sui lavori in programma, mentre il 37% si sente poco o per nulla al corrente. Questa carenza di comunicazione e trasparenza da parte delle istituzioni alimenta la diffidenza e l’incertezza tra i residenti.

L’impatto percepito delle Olimpiadi sui diversi aspetti della vita locale suscita preoccupazioni tra i residenti. Ai partecipanti al sondaggio è stato chiesto di esprimere un giudizio sull’impatto ambientale, sull’aumento degli affitti, sullo spopolamento della montagna, sulla qualità della vita e sulle ricadute sociali. I risultati medi, calcolati sull’intero campione, evidenziano un atteggiamento per lo più critico. Gli unici aspetti considerati favorevolmente sono la visibilità mediatica, l’incremento del turismo e le opportunità di guadagno per i residenti. Tuttavia, anche in questi ambiti, le aspettative sembrano essere mitigate dalla consapevolezza dei potenziali rischi e delle possibili conseguenze negative.
In sintesi, l’indagine rivela un clima di diffidenza e ridotta partecipazione, pur non escludendo la presenza di alcune prospettive positive. La comunità locale osserva con diffidenza e preoccupazione lo sviluppo olimpico, temendo un impatto negativo sul costo della vita e sull’equilibrio ambientale. L’entusiasmo si presenta contenuto e prevalentemente rivolto alle potenziali ricadute in termini di visibilità mediatica e attrattiva turistica, sebbene anche in questi ambiti prevalga una certa cautela.
Trasparenza e legalità: la sfida degli appalti e dei costi
Parallelamente ai progetti infrastrutturali e alle preoccupazioni dei residenti, un altro aspetto cruciale da monitorare attentamente è quello della trasparenza e della legalità nella gestione degli appalti e dei costi legati alle Olimpiadi Invernali Milano-Cortina 2026. La spesa complessiva prevista per l’evento ammonta a 5,72 miliardi di euro, una cifra considerevole che attira inevitabilmente l’attenzione della criminalità organizzata e dei possibili fenomeni di corruzione.
La campagna “Open Olympics 2026”, promossa da una vasta rete di associazioni tra cui Libera, Mountain Wilderness e Legambiente, ha lanciato un allarme sulla mancanza di trasparenza e sul rischio di infiltrazioni criminali negli appalti. Le associazioni chiedono a gran voce un “Portale unico della trasparenza dei Giochi invernali Milano Cortina 2026“, uno strumento che consenta ai cittadini di monitorare in tempo reale l’iter delle opere, i costi relativi all’organizzazione e alla promozione dei Giochi, e i responsabili dei singoli progetti.
Luigi Casanova, presidente di Mountain Wilderness Italia, ha sottolineato come i costi elevati e la complessità dei progetti possano favorire fenomeni di corruzione e illegalità. La frammentazione degli appalti, la mancanza di un elenco unico e istituzionale delle opere connesse ai Giochi, e la difficoltà di reperire informazioni complete e aggiornate rendono il monitoraggio particolarmente complesso.
Don Luigi Ciotti, presidente di Libera, ha ribadito l’importanza del monitoraggio civico e del coinvolgimento delle comunità locali per garantire un utilizzo responsabile delle risorse. La chiarezza, l’onestà e la correttezza, principi cardine dello sport come stabilito nell'”Agenda Olimpica 2020+5″, devono altresì costituire le condizioni imprescindibili per la realizzazione delle infrastrutture legate ai Giochi.
Il report di monitoraggio della campagna “Open Olympics” evidenzia come la Lombardia assorba circa la metà delle opere (il 52%) e dei relativi costi (il 47%), mentre il Veneto si contraddistingue per ospitare le 13 opere (16% del totale) dal costo complessivamente superiore (il 33% dei costi totali). Le iniziative previste nel solo territorio della Provincia Autonoma di Bolzano superano numericamente quelle dell’intero Veneto (14 in Alto Adige contro 13 in Veneto). Questi dati sollevano interrogativi sulla distribuzione delle risorse e sulla reale adeguatezza degli investimenti alle esigenze dei diversi territori coinvolti.
La mancanza di trasparenza e la difficoltà di accesso alle informazioni rendono difficile valutare l’impatto reale delle Olimpiadi sui territori e sulle comunità locali. È fondamentale che le istituzioni si impegnino a garantire la massima trasparenza e a coinvolgere attivamente i cittadini nel monitoraggio dei progetti e nella verifica dell’utilizzo corretto delle risorse pubbliche. Solo in questo modo sarà possibile prevenire fenomeni di corruzione e garantire che le Olimpiadi Invernali Milano-Cortina 2026 lascino un’eredità positiva e duratura per le montagne olimpiche.
Eredità olimpica: prospettive future per il territorio montano
L’appuntamento con le Olimpiadi Invernali del 2026, se da un lato rappresenta un’occasione di rilancio e vetrina internazionale per le zone montane coinvolte, dall’altro pone una serie di interrogativi cruciali sul futuro di questi territori. Al di là dell’evento sportivo in sé, è fondamentale interrogarsi su quale tipo di eredità si intende lasciare alle comunità locali e come garantire che lo sviluppo promosso sia realmente sostenibile e inclusivo.
La sfida principale consiste nel trasformare un evento di portata globale in un’opportunità di crescita duratura per le montagne olimpiche. Questo significa investire in infrastrutture moderne ed efficienti, ma anche preservare il patrimonio naturale e culturale, promuovere un turismo responsabile e sostenere le attività economiche tradizionali.
Un aspetto fondamentale è rappresentato dalla gestione del territorio. È necessario pianificare attentamente lo sviluppo urbanistico, evitando speculazioni edilizie e proteggendo le aree di pregio naturalistico. È importante promuovere la mobilità sostenibile, incentivando l’utilizzo dei mezzi pubblici e riducendo il traffico veicolare. È fondamentale tutelare la biodiversità, proteggendo le specie animali e vegetali che abitano le montagne olimpiche.
Un altro aspetto cruciale è rappresentato dalla partecipazione delle comunità locali al processo decisionale. È necessario coinvolgere attivamente i residenti nella pianificazione degli interventi, ascoltare le loro esigenze e tenere conto delle loro proposte. È importante garantire la trasparenza nella gestione delle risorse pubbliche e prevenire fenomeni di corruzione e illegalità.
Le Olimpiadi Invernali del 2026 possono rappresentare un’occasione unica per promuovere un modello di sviluppo sostenibile e inclusivo per le montagne olimpiche. Tuttavia, è necessario che tutti gli attori coinvolti, dalle istituzioni alle associazioni, dai residenti agli operatori economici, si impegnino a lavorare insieme per raggiungere questo obiettivo. Solo in questo modo sarà possibile garantire un futuro prospero e sostenibile per le generazioni future.
- Aggiornamenti sulle infrastrutture e viabilità a Belluno, cruciali per i giochi.
- Post Facebook del Comitato Civico Cortina sulla cabinovia Apollonio-Socrepes.
- Sito istituzionale del Comune di Cortina d'Ampezzo, informazioni sull'amministrazione e territorio.
- Documento programmatico ufficiale delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026 con dettagli sul piano di tutela ambientale.







