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- L'eliminazione dell'obbligo di connettività nel DDL Montagna solleva dubbi sulla sicurezza degli alpinisti e sullo sviluppo delle comunità montane, storicamente penalizzate dalla mancanza di infrastrutture digitali adeguate.
- Un episodio a Rovereto di Cerignale ha evidenziato come l'assenza di segnale telefonico, a seguito di un incidente stradale, ha rischiato di compromettere seriamente la salute delle persone coinvolte, sottolineando come la connettività sia cruciale per garantire interventi tempestivi.
- Anci FVG evidenzia come la digitalizzazione sia un'opportunità per contrastare lo spopolamento e potenziare le attività economiche nelle aree montane, ma la mancanza di infrastrutture di rete adeguate, come dimostrato dalle interruzioni del segnale segnalate in numerosi comuni della provincia di Udine, ne ostacola la realizzazione.
L’ombra della disconnessione: il DDL Montagna sotto inchiesta
Il dibattito attorno al DDL Montagna si infiamma, con una questione cruciale che emerge con forza: l’assenza di un obbligo di connettività nelle aree alpine. Questa omissione, lungi dall’essere un dettaglio trascurabile, solleva interrogativi inquietanti su chi realmente benefici di questa scelta e quali interessi economici si celino dietro tale decisione. L’indagine si concentra sull’eliminazione di un articolo specifico, quello relativo all’obbligatorietà di infrastrutture di rete e connessioni in alta quota. Una rimozione che potrebbe avere conseguenze significative per la sicurezza degli alpinisti ed escursionisti, nonché per lo sviluppo economico e sociale delle comunità montane, storicamente penalizzate dalla mancanza di infrastrutture digitali adeguate. Le conseguenze di questa assenza si traducono in una difficoltà di accesso ai servizi essenziali, limitazioni per le attività economiche locali e un divario digitale che rischia di isolare ulteriormente questi territori. L’inchiesta punta a fare luce sulle pressioni esercitate da presunte lobby per la rimozione dell’articolo, svelando i loro interessi e i potenziali vantaggi economici derivanti da questa scelta. La mancanza di connettività, infatti, potrebbe favorire modelli di business basati sull’esclusività e sulla “disconnessione” come valore aggiunto, penalizzando al contempo lo sviluppo di un turismo più accessibile e sostenibile. Si tratta di una battaglia tra diverse visioni del futuro della montagna, tra chi la considera un’oasi incontaminata da preservare a tutti i costi e chi, invece, la vede come un territorio da valorizzare attraverso l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione.
Il cuore dell’inchiesta risiede nella ricerca di risposte a domande scomode: chi ha realmente beneficiato dell’eliminazione dell’obbligo di connettività? Quali interessi economici si celano dietro questa decisione? È lecito sacrificare la sicurezza e lo sviluppo delle comunità montane sull’altare di logiche che appaiono, quantomeno, opache? Per rispondere a queste domande, l’inchiesta si avvarrà di testimonianze dirette di soccorritori alpini, gestori di rifugi e residenti, per fornire un quadro completo della situazione e delle conseguenze concrete della mancanza di connettività. Un quadro che, fin dalle prime battute, appare tutt’altro che rassicurante. Le difficoltà di comunicazione in caso di emergenza, le limitazioni per le attività economiche locali e il divario digitale che isola le comunità montane sono solo alcune delle problematiche che emergono con forza da questa inchiesta. Problematiche che richiedono risposte immediate e soluzioni concrete, per garantire un futuro di sviluppo e sicurezza per la montagna.
Sicurezza in alta quota: un diritto negato
L’assenza di copertura di rete in alta quota si rivela non solo un disagio, ma un pericolo concreto e tangibile. Le testimonianze dei soccorritori alpini delineano scenari in cui interventi cruciali sono ostacolati, se non resi impossibili, dalla mancanza di comunicazione. Un infortunio apparentemente banale può trasformarsi in tragedia quando l’impossibilità di lanciare un allarme tempestivo compromette la possibilità di un soccorso rapido ed efficace. Rifugi isolati, spesso privi di linea telefonica fissa, si trasformano in trappole insidiose in caso di emergenza, mettendo a repentaglio la vita di chi vi si trova. La mancanza di connettività si configura, dunque, come una violazione del diritto alla sicurezza, un diritto fondamentale che dovrebbe essere garantito a tutti, indipendentemente dalla loro posizione geografica.
Un episodio emblematico, proveniente da Rovereto di Cerignale, testimonia in modo eloquente le drammatiche conseguenze di questa assenza. Come riportato dal consigliere provinciale Federico Bonini, a seguito di un incidente stradale, l’impossibilità di allertare i soccorsi a causa della mancanza di segnale telefonico ha rischiato di compromettere seriamente la salute delle persone coinvolte. Solo grazie all’intervento provvidenziale di un residente, che ha utilizzato il telefono fisso, è stato possibile attivare la macchina dei soccorsi. Questo evento, purtroppo non isolato, evidenzia in modo inequivocabile come la mancanza di connettività metta a rischio la sicurezza di chi vive e frequenta la montagna. Le comunicazioni diventano un elemento cruciale per garantire interventi tempestivi e salvare vite umane. La tecnologia, in questo contesto, non è un optional, ma uno strumento indispensabile per la sicurezza e la salvaguardia della vita umana.
La collaborazione tra AIGAE (Associazione Italiana Guide Ambientali Escursionistiche) e Rete Radio Montana rappresenta un tentativo lodevole di sopperire alle lacune della rete telefonica, attraverso l’utilizzo di comunicazioni radio in zone non coperte dal segnale. Tuttavia, è fondamentale sottolineare che queste soluzioni alternative, pur preziose, non possono sostituire l’efficacia e la rapidità di una chiamata di emergenza effettuata tramite telefono cellulare. La connettività rimane, quindi, un elemento imprescindibile per garantire la sicurezza in montagna, e la sua assenza rappresenta un rischio inaccettabile che non può essere ignorato.

L’isolamento digitale: un freno allo sviluppo montano
La carenza di connettività non si limita a compromettere la sicurezza, ma incide profondamente sullo sviluppo economico e sociale delle comunità montane. Le imprese locali, gli artigiani e gli agricoltori si trovano a competere con difficoltà in un mercato sempre più digitalizzato, dove la presenza online e l’accesso a servizi efficienti sono diventati elementi imprescindibili per il successo. Il turismo, che potrebbe rappresentare una risorsa fondamentale per l’economia montana, è frenato dalla mancanza di servizi online efficienti, come la prenotazione di alloggi, la promozione di attività e la diffusione di informazioni utili ai visitatori. La didattica a distanza, che ha assunto un ruolo cruciale durante la pandemia, si rivela un miraggio irraggiungibile per molti studenti residenti in zone isolate, privandoli di un diritto fondamentale all’istruzione. La mancanza di connettività si configura, quindi, come un ostacolo allo sviluppo economico e sociale delle comunità montane, un freno che rischia di condannarle a un futuro di marginalità e declino.
Le parole di Anci FVG (Associazione Nazionale Comuni Italiani Friuli Venezia Giulia) evidenziano con chiarezza come la digitalizzazione rappresenti un’opportunità cruciale per contrastare lo spopolamento e potenziare le attività economiche nelle aree montane. La transizione digitale può creare servizi più efficaci e accessibili, consentendo un rilancio decisivo di questi territori. Tuttavia, senza un’adeguata infrastruttura di rete, queste potenzialità rimangono inespresse, condannando la montagna a un futuro di marginalità. L’esempio concreto della provincia di Udine, dove numerosi comuni montani e collinari hanno segnalato interruzioni del segnale, assenza della rete fissa e coperture scarse, dimostra in modo tangibile le difficoltà causate dalla mancanza di connettività. La Regione si è mobilitata con i gestori telefonici per migliorare la rete e garantire un servizio minimo, fondamentale per la sicurezza, lo sviluppo economico e il contrasto allo spopolamento. Questa iniziativa, pur lodevole, evidenzia la necessità di un intervento più ampio e strutturale, che coinvolga tutti i territori montani e garantisca un accesso equo e universale alla connettività.
L’assenza di connettività si traduce in una serie di conseguenze negative per le attività economiche locali. Le imprese turistiche, ad esempio, faticano a promuovere i propri servizi online, a raggiungere un pubblico più ampio e a competere con le strutture situate in zone più accessibili. Gli artigiani e gli agricoltori, privi di un accesso adeguato alla rete, si trovano a vendere i propri prodotti a prezzi inferiori rispetto alla media del mercato, a causa della mancanza di canali di vendita online e della difficoltà di raggiungere nuovi clienti. La didattica a distanza, che potrebbe rappresentare un’opportunità per gli studenti residenti in zone isolate, si rivela un miraggio irraggiungibile, a causa della mancanza di una connessione internet affidabile e veloce. In questo contesto, la connettività si configura come un fattore cruciale per lo sviluppo economico e sociale delle comunità montane, un elemento indispensabile per garantire un futuro di prosperità e benessere per questi territori.
Il caso Udine: un campanello d’allarme per l’intero arco alpino
La situazione nella provincia di Udine rappresenta un esempio emblematico delle problematiche legate alla mancanza di connettività nelle zone montane e collinari. Le difficoltà di connessione Internet e copertura telefonica stanno causando non pochi disagi ai cittadini e alle amministrazioni locali. Numerosi comuni delle Valli del Natisone, dell’Alta Val del Torre e di altri comprensori montani hanno segnalato, negli ultimi mesi, interruzioni del segnale, assenza della rete fissa e coperture scarse o del tutto mancanti nelle aree più impervie.
In tempi recenti, diverse amministrazioni comunali dei territori montani, quali le Valli del Natisone, l’Alta Val del Torre e altre zone simili, hanno comunicato ripetute interruzioni del segnale, assenza totale di linea fissa e copertura telefonica insufficiente o inesistente nelle aree più isolate.
In risposta a queste criticità, la Regione ha promosso un incontro presso la Prefettura di Udine al termine del quale si deciso di attivare un tavolo tecnico e di istituire uno sportello regionale che metta in contatto diretto i sindaci con i responsabili tecnici degli operatori telefonici.
Per contrastare queste problematiche, l’amministrazione regionale ha organizzato un incontro presso la sede della Prefettura di Udine, a seguito del quale è stato stabilito di avviare un gruppo di lavoro specializzato e di creare un punto di riferimento regionale che faciliti il contatto diretto tra i primi cittadini e i tecnici responsabili delle compagnie telefoniche.
L incontro ha visto la partecipazione di rappresentanti delle principali compagnie del settore tra cui vodafone tim fibercop ed enel e di una ventina di sindaci che hanno espresso l urgenza di intervenire per garantire un servizio minimo di rete fondamentale per la sicurezza e lo sviluppo economico delle comunit montane.
All’incontro hanno partecipato i rappresentanti delle principali compagnie del settore – tra cui Vodafone, Tim, Fibercop ed Enel – unitamente a circa venti sindaci, i quali hanno sottolineato l’impellente necessità di agire per assicurare un livello minimo di servizio di rete, essenziale per la sicurezza e la crescita economica delle comunità montane.
Il tavolo tecnico, che il prefetto di udine domenico lione ha confermato verr convocato entro le prossime due settimane finalizzato a mappare con precisione le criticit del territorio e a definire soluzioni concrete per migliorare la manutenzione delle linee telefoniche.
Il prefetto di Udine, Domenico Lione, ha garantito che il tavolo tecnico sarà convocato entro i prossimi quindici giorni. Tale gruppo di lavoro si concentrerà sull’individuazione puntuale delle difficoltà del territorio e sull’elaborazione di proposte tangibili per ottimizzare la manutenzione delle infrastrutture telefoniche.
tra le soluzioni discusse figura anche l interramento delle linee spesso danneggiate da eventi atmosferici caduta di alberi o dall eccesso di vegetazione
Una delle possibili soluzioni considerate è rappresentata dalla sepoltura dei cavi, frequentemente compromessi da fenomeni meteorologici, dalla caduta di alberi o dalla crescita incontrollata della vegetazione.
l assessore regionale al patrimonio e sistemi informativi sebastiano callari ha ribadito l importanza di una assunzione di responsabilit sociale da parte dei gestori e degli operatori telefonici perch c un tema di sicurezza ma anche di contrasto allo spopolamento della montagna
Sebastiano Callari, assessore regionale al Patrimonio e ai sistemi informativi, ha sottolineato nuovamente la rilevanza di un impegno sociale da parte dei gestori e degli operatori telefonici, poiché è in gioco sia la sicurezza delle persone, sia la lotta contro la riduzione della popolazione montana.
sul tema dei disservizi callari ha inoltre sottolineato che dobbiamo trovare un accordo sulle manutenzioni perch la regione ha fatto molto per assicurare connessione ai cittadini ma ci sono aree e servizi che ricadono nella competenza dei gestori privati
Riguardo alle problematiche relative ai servizi, Callari ha aggiunto che “è necessario raggiungere un’intesa sugli interventi di manutenzione, in quanto la Regione si è adoperata significativamente per garantire la connettività ai cittadini, ma esistono zone e servizi la cui responsabilità ricade sui gestori privati”.
numerosi comuni delle valli del natisone dell alta val del torre e di altri comprensori montani hanno segnalato negli ultimi mesi interruzioni del segnale assenza della rete fissa e coperture scarse o del tutto mancanti nelle aree pi impervie
Negli ultimi mesi, diverse amministrazioni comunali situate nelle Valli del Natisone, nell’Alta Val del Torre e in altri territori montani, hanno riportato frequenti interruzioni del segnale, l’assenza della rete fissa e una copertura scarsa o del tutto inesistente nelle aree più difficilmente accessibili.
Oltre il DDL Montagna: ripensare il futuro delle terre alte
L’eliminazione dell’obbligo di connettività nel DDL Montagna rappresenta un campanello d’allarme che non può essere ignorato. Questa decisione, che rischia di compromettere la sicurezza e lo sviluppo delle comunità montane, solleva interrogativi inquietanti su chi realmente benefici di questa scelta e quali interessi economici si celino dietro tale decisione. È lecito sacrificare il futuro delle terre alte sull’altare di logiche che appaiono, quantomeno, opache? La risposta a questa domanda richiede un ripensamento profondo del ruolo della montagna nella società contemporanea e una visione strategica che valorizzi le sue potenzialità, garantendo al contempo la sicurezza e il benessere dei suoi abitanti.
Questa inchiesta rappresenta solo l’inizio di un percorso che punta a fare luce su una vicenda complessa e delicata, che coinvolge interessi economici, strategie politiche e il futuro di un territorio ricco di storia e tradizioni. L’obiettivo è quello di dare voce a chi, troppo spesso, è lasciato solo ad affrontare le sfide della montagna, senza nemmeno la possibilità di chiamare aiuto. Il silenzio delle istituzioni e l’assenza di un dibattito pubblico su questo tema sono campanelli d’allarme che non possiamo ignorare. La montagna merita rispetto, sicurezza e opportunità. E la connettività è un diritto, non un privilegio. Ripensare il futuro delle terre alte significa, quindi, investire in infrastrutture digitali, promuovere l’innovazione tecnologica e garantire un accesso equo e universale alla connettività. Solo in questo modo sarà possibile contrastare lo spopolamento, favorire lo sviluppo economico e sociale e garantire un futuro di prosperità e benessere per le comunità montane.
A livello di nozioni base per chi si interessa di montagna e alpinismo, è fondamentale comprendere che la connettività non è solo un fattore di comodità, ma un elemento cruciale per la sicurezza. La possibilità di comunicare in caso di emergenza, di accedere a informazioni utili per l’orientamento e la pianificazione delle escursioni, e di monitorare le condizioni meteorologiche in tempo reale, può fare la differenza tra un’esperienza positiva e una tragedia. A livello più avanzato, è importante considerare come la mancanza di connettività possa limitare la fruizione della montagna da parte di persone con disabilità o con esigenze specifiche, creando barriere che impediscono loro di godere appieno delle bellezze naturali e delle opportunità offerte da questi territori. Riflettiamo su come l’assenza di connettività possa influenzare le nostre scelte e le nostre esperienze in montagna, e su come possiamo contribuire a promuovere un accesso più equo e universale alla connettività, per garantire un futuro di sicurezza, inclusione e sviluppo per le terre alte. Immagina di essere in cima a una vetta, circondato dalla maestosità delle montagne, e di non poter condividere quell’emozione con i tuoi cari, o di non poter chiedere aiuto in caso di necessità. La connettività non è solo un dettaglio tecnico, ma un elemento che può arricchire la nostra esperienza in montagna e, soprattutto, proteggere la nostra vita.