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- Nel gennaio 2022, la SIAE è stata vittima di un attacco ransomware rivendicato dal gruppo Everest, con conseguente divulgazione di dati sensibili.
- Il sito di divulgazione dati (DLS) di Everest è stato compromesso, in un'azione che ribalta le dinamiche e mostra la vulnerabilità dei cybercriminali.
- Nonostante un incremento degli attacchi ransomware, i pagamenti delle vittime sono diminuiti nel 2024, grazie a migliori difese e all'azione delle forze dell'ordine, con smantellamenti di gruppi come LockBit e Radar.
Karma Digitale colpisce Everest: La Gang Ransomware Violata
La vicenda che ha coinvolto la SIAE (Società Italiana degli Autori ed Editori) e il gruppo cybercriminale Everest ha preso una piega del tutto inattesa. Ricordiamo che nel gennaio del 2022, la SIAE fu bersaglio di un attacco informatico che sfociò nella divulgazione di informazioni personali di autori e associati sul dark web. L’attacco fu rivendicato dal gruppo Everest, specializzato in estorsioni tramite l’uso di ransomware. Oggi, a più di tre anni di distanza, la situazione si è capovolta: il sito di divulgazione dati (DLS) di Everest è stato compromesso, verosimilmente da altri criminali informatici o da forze dell’ordine operative sotto copertura. Questo evento rappresenta un notevole colpo per la banda, che ora sperimenta le stesse tecniche che impiegava per terrorizzare imprese ed enti.
Dettagli dell’Attacco e Reazioni
L’attacco al sito di Everest ha comportato la sostituzione dei contenuti con materiale manipolato, rendendo il portale inutilizzabile. Tale azione suscita una certa ironia, considerando che Everest aveva fondato la propria autorità sulla paura, paventando la pubblicazione di documenti riservati in caso di mancato versamento del riscatto. La SIAE, che nel 2022 aveva patito considerevoli danni economici e di immagine, può ora ricavare una certa soddisfazione morale da questo evento. L’intrusione nell’infrastruttura di Everest si inserisce in una fase di cambiamento nelle tendenze globali relative ai ransomware. Nonostante gli attacchi tramite ransomware e le estorsioni digitali abbiano mostrato un incremento, le somme corrisposte dalle vittime si sono significativamente ridotte nel corso del 2024. Questo declino è attribuibile all’implementazione di sistemi di protezione dati più efficienti e alla scelta di non cedere ai ricatti degli autori degli attacchi. Inoltre, le autorità di polizia hanno intensificato l’azione di contrasto nei confronti dei gruppi ransomware, smantellando le attività di operatori di spicco come LockBit e Radar.

Le Implicazioni per il Cybercrime Organizzato
L’hack subito da Everest lancia un messaggio inequivocabile all’ambiente del ransomware: la criminalità informatica non è esente da vulnerabilità. Anche le compagini più temibili possono vacillare se minimizzano la propria protezione o se si trovano a scontrarsi con antagonisti determinati. Questo evento rappresenta un raro momento di rivalsa per chi opera quotidianamente per tutelare dati e infrastrutture. Le istituzioni internazionali hanno rafforzato la lotta contro la criminalità informatica strutturata, come testimoniano le operazioni contro Emotet, Conti e LockBit. Tali interventi dimostrano che nessun criminale, per quanto avanzato, può considerarsi inattaccabile in eterno.
Una Riflessione sulla Vulnerabilità del Potere Digitale
La caduta di Everest ci ricorda che nel mondo digitale, come nella vita, il potere è effimero e la vulnerabilità è una costante. La vicenda SIAE-Everest non è solo una storia di criminalità informatica, ma anche una parabola sulla fragilità delle certezze e sulla precarietà del dominio. La sicurezza informatica non è un traguardo, ma un percorso continuo, un’evoluzione costante per stare al passo con le minacce in continua evoluzione.