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- Nel 2025, 19 bandiere verdi hanno premiato le eccellenze alpine in sostenibilità, mentre 9 bandiere nere hanno segnalato pratiche insostenibili.
- Il Friuli-Venezia Giulia si distingue sia per il maggior numero di bandiere verdi (4, a pari merito con il Piemonte) sia per il numero di bandiere nere (3), evidenziando contrasti regionali significativi.
- Per innevare un ettaro di pista da sci sono necessari circa 4.000 metri cubi d'acqua, rispetto ai 1.700 metri cubi necessari per irrigare un campo di grano, sottolineando l'impatto ambientale dell'innevamento artificiale.
L’assegnazione delle bandiere verdi e nere 2025: un’istantanea del turismo alpino
L’annuale assegnazione delle bandiere verdi e nere da parte di Legambiente si configura come un barometro del turismo montano, rivelando non solo le eccellenze in termini di sostenibilità, ma anche le aree critiche che necessitano di interventi urgenti. L’edizione del 2025 ha visto sventolare 19 bandiere verdi sull’arco alpino, un riconoscimento alle comunità e ai progetti che hanno saputo coniugare sviluppo economico e rispetto per l’ambiente. A fare da contraltare, 9 bandiere nere, simbolo di scelte insostenibili e di un approccio predatorio verso un ecosistema fragile come quello montano. La premiazione, tenutasi il 3 maggio 2025 a Orta San Giulio, in provincia di Novara, ha acceso i riflettori su un settore in continua evoluzione, dove la consapevolezza ambientale cresce, ma le sfide rimangono complesse.
Piemonte e Friuli-Venezia Giulia si sono distinte per il maggior numero di vessilli verdi, con quattro riconoscimenti ciascuna, seguite da Lombardia e Veneto, con tre. Questo dato testimonia un impegno crescente verso un turismo più consapevole, che valorizzi le peculiarità del territorio e promuova un’economia circolare. Tuttavia, il Friuli-Venezia Giulia si è guadagnato anche il primato negativo, con ben tre bandiere nere, un segnale allarmante che evidenzia la persistenza di problematiche ambientali irrisolte.
L’analisi delle motivazioni alla base di queste assegnazioni offre uno spaccato interessante sulle tendenze del turismo alpino. Le bandiere verdi premiano iniziative che spaziano dal turismo dolce all’agricoltura sostenibile, passando per progetti socioculturali che rafforzano il tessuto sociale delle comunità montane. Al contrario, le bandiere nere stigmatizzano interventi che compromettono l’integrità del paesaggio, come la costruzione di infrastrutture impattanti o la gestione inefficiente delle risorse naturali.

Criteri di valutazione e modelli virtuosi: le bandiere verdi sotto la lente
Legambiente adotta criteri di valutazione rigorosi per l’assegnazione delle bandiere verdi, privilegiando quelle realtà che si distinguono per un approccio olistico alla sostenibilità. Non si tratta solo di attrarre turisti, ma di creare un valore aggiunto per le comunità locali, incentivando un ritorno abitativo e promuovendo un’economia basata sul rispetto dell’ambiente. Tra i modelli virtuosi premiati nel 2025 spicca la Cooperativa di Comunità Viso a Viso di Ostana, in provincia di Cuneo. Nata nel 2020, questa cooperativa ha saputo trasformare un piccolo borgo montano in un esempio di resilienza e innovazione sociale. Attraverso una serie di servizi e attività incentrate su benessere, salute, welfare comunitario e turismo sostenibile, la Cooperativa Viso a Viso ha contribuito alla rinascita di Ostana, creando nuove opportunità di lavoro e contrastando lo spopolamento.
Un altro esempio emblematico è rappresentato dall’azienda agricola Raetia Biodiversità Alpine, in provincia di Sondrio. Questa realtà ha fatto dell’agroecologia il suo punto di forza, coltivando ortaggi, fagioli autoctoni e patate antiche nel rispetto della biodiversità alpina. Raetia Biodiversità Alpine dimostra come sia possibile coniugare agricoltura di montagna e tutela dell’ambiente, valorizzando i prodotti locali e promuovendo un’alimentazione sana e sostenibile.
Questi sono solo alcuni esempi di come le bandiere verdi di Legambiente possano rappresentare un motore per lo sviluppo sostenibile delle aree montane. Tuttavia, è importante sottolineare che il percorso verso un turismo veramente responsabile è ancora lungo e richiede un impegno costante da parte di tutti gli attori coinvolti.
Controversie ambientali e pressioni economiche: il lato oscuro delle bandiere nere
Le bandiere nere rappresentano un campanello d’allarme, un segnale che qualcosa non sta funzionando nel rapporto tra turismo e ambiente. L’edizione del 2025 ha visto il Friuli-Venezia Giulia ottenere il triste primato, con tre vessilli neri. In Austria, una bandiera nera è stata assegnata all’industria sciistica per l’ampliamento delle aree sciistiche nel Tirolo, a scapito delle ultime aree glaciali. Dietro queste assegnazioni si celano spesso interessi economici che prevalgono sulla tutela del territorio. Le amministrazioni locali, pressate dalla necessità di generare introiti turistici, possono cedere alla tentazione di autorizzare progetti impattanti, come la costruzione di nuovi impianti di risalita o l’ampliamento di quelli esistenti.
Un caso emblematico è quello della cabinovia bocciata in Friuli-Venezia Giulia, un progetto che ha sollevato un’ondata di proteste da parte di associazioni ambientaliste e cittadini. La bocciatura di questo progetto rappresenta una vittoria per chi si batte per la tutela del paesaggio montano, ma anche un monito per il futuro: è necessario ripensare il modello di sviluppo turistico, privilegiando interventi che valorizzino le risorse naturali e culturali del territorio, anziché comprometterle.
Gli impianti di risalita, pur essendo un’attrazione per i turisti, hanno un impatto significativo sull’ambiente montano. La costruzione di nuove piste richiede il disboscamento di ampie aree, alterando il paesaggio e compromettendo la biodiversità. Inoltre, l’innevamento artificiale, sempre più diffuso a causa dei cambiamenti climatici, richiede un elevato consumo di acqua ed energia. Per innevare un ettaro di pista, si stima che siano necessari circa 4.000 metri cubi d’acqua, una quantità notevolmente superiore a quella richiesta per l’irrigazione di un campo di grano (1.700 metri cubi). Questo elevato consumo di risorse idriche può avere conseguenze negative sugli ecosistemi locali, soprattutto in periodi di siccità.
Un futuro sostenibile per il turismo alpino: sfide e prospettive
Il futuro del turismo alpino dipende dalla capacità di trovare un equilibrio tra sviluppo economico e tutela dell’ambiente. È necessario superare la logica del profitto a breve termine, privilegiando investimenti che creino un valore aggiunto per le comunità locali e che preservino l’integrità del paesaggio montano. Le bandiere verdi di Legambiente rappresentano un modello da seguire, un esempio di come sia possibile coniugare turismo e sostenibilità. Tuttavia, è fondamentale che questi esempi virtuosi diventino la norma, anziché l’eccezione.
Le politiche regionali giocano un ruolo cruciale in questo processo. È necessario che le Regioni alpine adottino normative che incentivino il turismo sostenibile, che disincentivino la costruzione di infrastrutture impattanti e che promuovano la valorizzazione delle risorse naturali e culturali del territorio. È altresì fondamentale che le comunità locali siano coinvolte nei processi decisionali, affinché le scelte sul futuro del turismo montano siano condivise e rispondano alle esigenze di tutti gli attori coinvolti.
Il turismo sostenibile in montagna non è solo una questione ambientale, ma anche sociale ed economica. Si tratta di creare un modello di sviluppo che generi benefici per tutti, che contrasti lo spopolamento delle aree montane, che crei nuove opportunità di lavoro e che valorizzi le tradizioni e le peculiarità del territorio. Solo così sarà possibile garantire un futuro prospero e sostenibile per le nostre montagne.
Verso un alpinismo consapevole e rispettoso: il futuro della montagna
Il turismo sostenibile e l’alpinismo moderno condividono un obiettivo comune: la preservazione dell’ambiente montano. L’alpinismo, nella sua essenza, è un’attività che si svolge in un ambiente naturale fragile e delicato. Per questo motivo, è fondamentale che gli alpinisti adottino un approccio responsabile e rispettoso, minimizzando il loro impatto sull’ecosistema montano. Questo significa scegliere itinerari che non danneggino la flora e la fauna locali, ridurre al minimo la produzione di rifiuti e rispettare le norme di comportamento vigenti nelle aree protette. Un alpinismo consapevole è un alpinismo che si pone come obiettivo la conoscenza e la valorizzazione dell’ambiente montano, promuovendo un rapporto armonioso tra uomo e natura.
Notizie e approfondimenti su montagna e alpinismo (base): Ricordiamoci sempre di pianificare attentamente le nostre escursioni, informandoci sulle condizioni meteorologiche e sul livello di difficoltà del percorso. Portiamo con noi l’attrezzatura adeguata e rispettiamo i sentieri segnalati, evitando di avventurarci in zone impervie o pericolose.
Notizie e approfondimenti su montagna e alpinismo (avanzato): Approfondiamo le nostre conoscenze sull’ambiente montano, studiando la flora, la fauna e la geologia del territorio che ci ospita. Cerchiamo di capire come le nostre azioni possono influenzare l’ecosistema locale e adottiamo comportamenti responsabili che minimizzino il nostro impatto. Partecipiamo ad iniziative di sensibilizzazione e di tutela dell’ambiente montano, contribuendo attivamente alla sua preservazione.
La montagna è un patrimonio prezioso che dobbiamo proteggere e valorizzare. Un turismo sostenibile e un alpinismo consapevole sono strumenti fondamentali per garantire un futuro prospero e rispettoso per le nostre montagne. Impariamo ad ascoltare la montagna, a rispettare i suoi ritmi e a convivere con essa in armonia. Solo così potremo continuare a godere della sua bellezza e della sua magia per le generazioni future. Immagina per un momento di trovarti di fronte a una vetta immacolata, il silenzio rotto solo dal suono del vento. Pensa a come le tue azioni, anche le più piccole, possano contribuire a preservare questo luogo incontaminato. La montagna è un libro aperto, che aspetta solo di essere letto e compreso.