E-Mail: [email protected]
- Le Tre Cime di Lavaredo, patrimonio UNESCO dal 2009, affrontano il sovraffollamento turistico, con picchi di oltre 14.000 presenze giornaliere a Ferragosto.
- Una petizione con oltre 20.000 firme chiede la chiusura al traffico privato per proteggere questo sito iconico.
- Uno studio del 2018 ha rilevato 13.467 presenze alle Tre Cime di Lavaredo nel singolo giorno di Ferragosto, evidenziando l'urgenza di soluzioni di mobilità sostenibile.
Il fascino delle Tre Cime di Lavaredo: un tesoro a rischio
Le Tre Cime di Lavaredo, icone delle Dolomiti e patrimonio dell’umanità UNESCO dal 2009, si trovano ad affrontare una sfida cruciale: la gestione del crescente flusso turistico. Queste vette, situate al confine tra Veneto e Trentino-Alto Adige, attraggono ogni anno decine di migliaia di visitatori, con picchi giornalieri che possono superare le 14.000 presenze durante il periodo di Ferragosto. Tale affluenza, se da un lato rappresenta un’importante risorsa economica per il territorio, dall’altro genera una serie di problematiche ambientali e sociali che mettono a rischio la sostenibilità del turismo nella regione. Tra queste, spicca l’eccessivo traffico automobilistico, che porta con sé inquinamento, rumore, erosione del suolo e danni alla fauna locale. La questione ha assunto una tale rilevanza da spingere numerosi cittadini a sottoscrivere una petizione online, con oltre 20.000 firme raccolte, per chiedere la chiusura al traffico privato della strada che conduce al versante meridionale delle Tre Cime. La situazione attuale richiede un’analisi approfondita delle cause, delle conseguenze e delle possibili soluzioni per garantire un futuro sostenibile a questo straordinario patrimonio naturale.
Il sovraffollamento turistico, o overtourism, è un fenomeno che interessa sempre più destinazioni in tutto il mondo, e le Dolomiti non fanno eccezione. Le Tre Cime di Lavaredo, in particolare, rappresentano un punto critico a causa della loro fama e della limitata capacità di accoglienza del territorio circostante. Le conseguenze sono evidenti: lunghe code di auto e autobus, parcheggi selvaggi in zone non autorizzate, inquinamento atmosferico e acustico, aumento dell’erosione del suolo e danni alla fauna locale. A ciò si aggiunge la difficoltà per i residenti di vivere e lavorare in un ambiente congestionato e stressante. La situazione è ulteriormente complicata dalla presenza di infrastrutture inadeguate e dalla mancanza di un piano di gestione integrato che tenga conto delle esigenze di tutti gli attori coinvolti: turisti, residenti, operatori economici e amministrazioni locali. La sfida, quindi, è quella di trovare un equilibrio tra la valorizzazione turistica e la tutela del patrimonio naturale e culturale, garantendo al contempo una buona qualità della vita per la popolazione locale.
Per affrontare il problema dell’overtourism alle Tre Cime di Lavaredo, è necessario innanzitutto comprendere le cause che lo alimentano. Tra i principali fattori, si possono individuare: la forte attrattività del luogo, amplificata dalla sua immagine iconica e dalla sua presenza sui social media; la facilità di accesso in auto, che incentiva il turismo “mordi e fuggi”; la scarsa offerta di alternative di trasporto pubblico efficienti e convenienti; la mancanza di una politica di gestione dei flussi turistici che limiti il numero di visitatori e ne distribuisca la presenza nel tempo e nello spazio. A ciò si aggiungono alcuni comportamenti scorretti da parte dei turisti, come il parcheggio selvaggio, l’abbandono di rifiuti e il mancato rispetto delle regole di accesso alle aree protette. Per invertire questa tendenza, è necessario agire su più fronti, promuovendo una cultura del turismo responsabile e sostenibile, incentivando l’uso dei mezzi pubblici e della mobilità dolce, limitando l’accesso alle auto private e valorizzando le risorse naturali e culturali del territorio.
Analisi dell’impatto del traffico automobilistico
L’impatto del traffico automobilistico sulle Tre Cime di Lavaredo si manifesta in diverse forme, ognuna delle quali contribuisce a compromettere l’integrità dell’ambiente e la qualità dell’esperienza turistica. Innanzitutto, l’inquinamento atmosferico causato dalle emissioni dei veicoli contribuisce all’aumento delle polveri sottili (PM10 e PM2.5) e dei gas serra (CO2, NOx), con conseguenze negative sulla salute umana e sul clima. Studi scientifici hanno dimostrato che l’esposizione prolungata a elevate concentrazioni di polveri sottili può causare problemi respiratori, cardiovascolari e persino tumorali. Inoltre, i gas serra contribuiscono al riscaldamento globale e ai cambiamenti climatici, che a loro volta possono avere effetti devastanti sugli ecosistemi montani, come lo scioglimento dei ghiacciai e la perdita di biodiversità. Il rumore generato dal traffico, inoltre, disturba la fauna selvatica e altera gli equilibri naturali. Numerose specie animali, come uccelli, mammiferi e anfibi, sono sensibili al rumore e possono subire stress, difficoltà di comunicazione e riduzione della capacità riproduttiva. L’erosione del suolo, accelerata dal passaggio continuo dei veicoli, minaccia la stabilità dei sentieri e la perdita di biodiversità.
Oltre agli impatti ambientali, il traffico automobilistico ha anche conseguenze negative sull’esperienza turistica. Le lunghe code e la difficoltà di trovare parcheggio possono scoraggiare i visitatori e rendere meno piacevole la loro permanenza. L’affollamento dei sentieri e delle aree panoramiche può compromettere la possibilità di godere appieno della bellezza del paesaggio e di vivere un’esperienza di contatto autentico con la natura. A ciò si aggiunge la difficoltà per i residenti di vivere e lavorare in un ambiente congestionato e stressante. Il traffico, inoltre, può causare problemi di sicurezza stradale, soprattutto in presenza di strade strette e tortuose e di un elevato numero di pedoni e ciclisti. Per affrontare questi problemi, è necessario adottare un approccio integrato che tenga conto di tutti gli aspetti coinvolti e che promuova una mobilità più sostenibile e rispettosa dell’ambiente e delle persone. Uno studio commissionato dalla Fondazione Dolomiti UNESCO all’Università Ca’ Foscari di Venezia nel 2018 parla di 13.467 presenze sulle Tre Cime di Lavaredo nel solo giorno di Ferragosto e di una media estiva giornaliera di circa 4mila presenze.
Le Tre Cime di Lavaredo, meta iconica delle Dolomiti, si trovano a fronteggiare una crescente pressione turistica che minaccia il loro delicato equilibrio ambientale. L’aumento del traffico automobilistico, in particolare, rappresenta una sfida significativa per la conservazione di questo patrimonio naturale. Le emissioni dei veicoli contribuiscono all’inquinamento atmosferico, mentre il rumore disturba la fauna selvatica e altera la quiete del paesaggio montano. L’erosione del suolo, accelerata dal passaggio continuo delle auto, mette a rischio la stabilità dei sentieri e la biodiversità della zona. A ciò si aggiungono le difficoltà di parcheggio, le code interminabili e l’affollamento dei sentieri, che compromettono l’esperienza turistica e la qualità della vita dei residenti. Per affrontare questa sfida, è necessario adottare un approccio integrato che promuova una mobilità più sostenibile e rispettosa dell’ambiente e delle persone.
Alternative di trasporto pubblico: opportunità e limitazioni
Per ridurre la dipendenza dall’auto privata e promuovere una mobilità più sostenibile, è fondamentale potenziare l’offerta di alternative di trasporto pubblico. Nelle aree circostanti alle Tre Cime di Lavaredo, sono presenti alcune opzioni di trasporto pubblico, come autobus di linea e navette, ma queste presentano diverse limitazioni che ne compromettono l’efficacia. Innanzitutto, la frequenza delle corse è spesso insufficiente, soprattutto durante i periodi di bassa stagione e nelle ore serali. Gli orari, inoltre, non sempre sono adatti alle esigenze dei turisti, che spesso desiderano raggiungere le Tre Cime al mattino presto per godere della bellezza del paesaggio e fare escursioni. I percorsi, inoltre, non sempre coprono tutte le zone di interesse turistico, costringendo i visitatori a utilizzare l’auto per raggiungere alcune destinazioni. A ciò si aggiunge la mancanza di integrazione tra i diversi mezzi di trasporto (autobus, treni, funivie), che rende difficile spostarsi agevolmente nella zona. I costi dei biglietti, inoltre, sono spesso elevati, soprattutto per chi viaggia in famiglia o per chi deve trasportare attrezzatura sportiva. Il potenziamento del trasporto pubblico, quindi, rappresenta una priorità per garantire un accesso più sostenibile alle Tre Cime di Lavaredo. Per affrontare il problema, il comune di Auronzo di Cadore ha di recente ha proposto anche di affiancare alla prenotazione dei parcheggi la costruzione di una cabinovia, per permettere ai turisti di raggiungere le Tre Cime senza dover lasciare l’auto negli spazi intorno al rifugio Auronzo.
Per superare le limitazioni del trasporto pubblico esistente, è necessario adottare un approccio innovativo e integrato. Innanzitutto, è fondamentale aumentare la frequenza delle corse e ampliare gli orari di servizio, soprattutto durante i periodi di alta stagione e nelle ore serali. I percorsi, inoltre, devono essere estesi per coprire tutte le zone di interesse turistico, e devono essere creati nuovi collegamenti con le principali stazioni ferroviarie e aeroportuali della zona. Per facilitare l’intermodalità, è necessario creare un sistema di bigliettazione integrato che consenta di utilizzare diversi mezzi di trasporto con un unico titolo di viaggio. I costi dei biglietti, inoltre, devono essere ridotti per incentivare l’uso dei mezzi pubblici. A ciò si aggiunge la necessità di investire in nuovi mezzi di trasporto più moderni, confortevoli ed ecologici, come autobus ibridi o elettrici. Per promuovere l’uso della bicicletta, è necessario creare una rete di piste ciclabili che colleghi le diverse località della zona, e mettere a disposizione dei turisti servizi di noleggio e riparazione biciclette. Per incentivare l’uso del trasporto pubblico, è possibile offrire sconti sui biglietti per chi rinuncia all’auto privata e offre incentivi per chi utilizza mezzi di trasporto alternativi, come biciclette, autobus o treni. Il tutto andrebbe accompagnato da una campagna di sensibilizzazione per informare i turisti sui vantaggi del trasporto pubblico e sui danni causati dal traffico automobilistico. Una transizione può fungere da modello per altre destinazioni turistiche, promuovendo un turismo responsabile e sostenibile”.
L’implementazione di un sistema di trasporto pubblico efficiente e sostenibile richiede un investimento significativo, ma i benefici che ne derivano sono molteplici: riduzione del traffico automobilistico, diminuzione dell’inquinamento atmosferico e acustico, miglioramento della qualità dell’esperienza turistica, aumento della sicurezza stradale e valorizzazione del territorio. Il potenziamento del trasporto pubblico, quindi, rappresenta un’opportunità unica per garantire un futuro sostenibile alle Tre Cime di Lavaredo. L’obiettivo è quello di creare un sistema di mobilità integrato che soddisfi le esigenze di tutti gli attori coinvolti e che contribuisca a preservare la bellezza e l’integrità di questo straordinario patrimonio naturale. Limitare il numero di pullman che arrivano da località vicine come Cortina, Dobbiaco e Calalzo, così da contenere ulteriormente il flusso turistico e installare barriere fisiche lungo le strade, per impedire parcheggi selvaggi che spesso creano problemi di sicurezza e degrado

Misure attuali e proposte per la gestione del traffico
Attualmente, sono in vigore alcune misure per la gestione del traffico alle Tre Cime di Lavaredo, ma queste si sono rivelate insufficienti per risolvere il problema alla radice. Tra le principali misure, si possono citare la limitazione del numero di parcheggi disponibili e l’introduzione di un pedaggio per l’accesso alla strada del Rifugio Auronzo. La limitazione dei parcheggi, tuttavia, non sempre è efficace, in quanto molti turisti sono disposti a parcheggiare in zone non autorizzate, creando disagi e problemi di sicurezza. Il pedaggio, invece, può rappresentare un deterrente per alcuni turisti, ma non è sufficiente a ridurre il traffico in modo significativo. Inoltre, queste misure hanno generato polemiche e malcontento tra i turisti e i residenti, che le considerano ingiuste e discriminatorie. Per affrontare il problema in modo più efficace, è necessario adottare un approccio più integrato e innovativo, che tenga conto delle esigenze di tutti gli attori coinvolti e che promuova una mobilità più sostenibile e rispettosa dell’ambiente. Il Comune di Auronzo si è detto disponibile a collaborare per affrontare la questione del sovraccarico turistico ed ha introdotto un sistema di numero chiuso per il parcheggio ai piedi delle Tre Cime, limitando l’accesso a 700-800 posti.
Per superare le limitazioni delle misure attuali, è necessario adottare un approccio più ambizioso e lungimirante. Innanzitutto, è fondamentale promuovere una cultura del turismo responsabile e sostenibile, sensibilizzando i turisti sui danni causati dal traffico automobilistico e incentivandoli a utilizzare i mezzi pubblici e la mobilità dolce. Per limitare l’accesso alle auto private, è possibile introdurre un sistema di prenotazione obbligatoria per l’accesso alla strada del Rifugio Auronzo, con un numero massimo di veicoli ammessi giornalmente. A ciò si aggiunge la possibilità di aumentare il costo del pedaggio per l’accesso alla strada, e di destinare i proventi a finanziare progetti di mobilità sostenibile. Per incentivare l’uso dei mezzi pubblici, è possibile offrire sconti sui biglietti per chi rinuncia all’auto privata, e creare un sistema di bigliettazione integrato che consenta di utilizzare diversi mezzi di trasporto con un unico titolo di viaggio. Per promuovere l’uso della bicicletta, è necessario creare una rete di piste ciclabili che colleghi le diverse località della zona, e mettere a disposizione dei turisti servizi di noleggio e riparazione biciclette. La situazione attuale danneggia tutti, i visitatori che si aspettano un luogo incontaminato e la popolazione locale, sempre più avversa al turismo di massa. Il territorio delle Tre Cime è compromesso da decenni di flussi eccessivi di turisti e servono soluzioni per limitare gli accessi.
L’implementazione di un sistema di gestione del traffico efficace e sostenibile richiede un impegno congiunto da parte di tutti gli attori coinvolti. Le amministrazioni locali, in particolare, devono assumere un ruolo di leadership nella pianificazione e nella realizzazione di progetti di mobilità sostenibile, coinvolgendo attivamente i residenti, gli operatori economici e le associazioni ambientaliste. È fondamentale, inoltre, promuovere una comunicazione trasparente e responsabile, per informare i turisti sulle misure in vigore e sui vantaggi di un turismo più sostenibile. In alcune zone, sono state realizzate piste ciclabili e sentieri pedonali che collegano i diversi punti di interesse, incentivando l’uso della bicicletta e del trekking. Infine, è necessario monitorare costantemente l’efficacia delle misure adottate, e apportare eventuali correzioni in base ai risultati ottenuti. Solo in questo modo sarà possibile garantire un futuro sostenibile alle Tre Cime di Lavaredo, preservando la bellezza e l’integrità di questo straordinario patrimonio naturale per le future generazioni.
Il futuro del turismo nelle Dolomiti: un modello sostenibile è possibile
Le sfide che affrontano le Tre Cime di Lavaredo sono emblematiche delle problematiche legate al turismo di massa in molte aree montane. Tuttavia, rappresentano anche un’opportunità per ripensare il modello di sviluppo turistico e per promuovere un approccio più sostenibile e rispettoso dell’ambiente e delle comunità locali. La chiave per un futuro sostenibile risiede nella capacità di integrare le diverse dimensioni del turismo: quella ambientale, quella sociale e quella economica. Ciò significa non solo ridurre l’impatto ambientale del turismo, ma anche garantire che i benefici economici siano distribuiti equamente tra tutti gli attori coinvolti e che le esigenze dei residenti siano tenute in considerazione. E’ necessario prendere per le corna il problema dell’Overturism sulle Dolomiti prima che sia troppo tardi. La situazione attuale danneggia tutti, i visitatori che si aspettano un luogo incontaminato e la popolazione locale, sempre più avversa al turismo di massa.
Per raggiungere questo obiettivo, è necessario un cambio di paradigma che coinvolga tutti gli attori coinvolti. Le amministrazioni locali devono assumere un ruolo di leadership nella pianificazione e nella gestione del turismo, promuovendo politiche che incentivino la mobilità sostenibile, la valorizzazione del patrimonio culturale e naturale e la partecipazione della comunità locale. Gli operatori turistici devono impegnarsi a offrire servizi di qualità che rispettino l’ambiente e la cultura locale, e a promuovere un turismo responsabile e consapevole. I residenti devono essere coinvolti attivamente nelle decisioni che riguardano il turismo, e devono essere garantiti loro i diritti di accesso ai servizi e alle risorse del territorio. I turisti, infine, devono essere sensibilizzati sui danni causati dal turismo di massa, e devono essere incoraggiati a adottare comportamenti più rispettosi dell’ambiente e delle persone. Il futuro delle Tre Cime dipende dalla capacità di costruire un modello di turismo che sia sostenibile non solo dal punto di vista ambientale, ma anche dal punto di vista sociale ed economico.
Limitare le auto ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo: una proposta di sostenibilità. Un progetto mira a limitare l’accesso delle auto ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo per proteggere l’ambiente e promuovere soluzioni di trasporto sostenibili. Ogni anno, un numero sempre maggiore di persone si reca alle Tre Cime di Lavaredo, soprattutto nei mesi estivi, per raggiungere il Rifugio Auronzo, uno dei punti di partenza principali per escursioni e trekking. La strada che porta al rifugio, infatti, è la principale via di accesso alla zona e, purtroppo, è soggetta a congestione con numerose auto che intasano il tratto stradale. L’eccessivo traffico non solo compromette la qualità dell’aria e il paesaggio, ma mette anche a rischio la sicurezza di chi percorre questi sentieri naturali. La costruzione di una cabinovia, per permettere ai turisti di raggiungere le Tre Cime senza dover lasciare l’auto negli spazi intorno al rifugio Auronzo, è una delle tante proposte messe in campo per preservare questo patrimonio dell’umanità.
Riflessioni finali: il futuro dell’alpinismo e del turismo montano
Guardando alle sfide che le Tre Cime di Lavaredo si trovano ad affrontare, non possiamo fare a meno di interrogarci sul futuro dell’alpinismo e del turismo montano in generale. La montagna, da sempre simbolo di avventura, sfida e contatto con la natura, rischia di essere soffocata dalla sua stessa popolarità. Il turismo di massa, se non gestito in modo responsabile, può compromettere l’integrità degli ecosistemi montani, alterare la cultura locale e snaturare l’esperienza alpinistica. E qui, vorrei condividere con te un pensiero: la montagna non è solo un luogo da visitare, ma un ambiente da rispettare e da proteggere.
Come appassionati di montagna e alpinismo, abbiamo la responsabilità di promuovere un turismo più consapevole e sostenibile, che tenga conto delle esigenze dell’ambiente e delle comunità locali. Ciò significa scegliere di utilizzare i mezzi pubblici o la mobilità dolce quando possibile, rispettare le regole di accesso alle aree protette, evitare di lasciare rifiuti e sostenere le attività economiche che promuovono la sostenibilità. E qui vorrei darti una nozione base: l’etica dell’alpinismo moderno pone al centro il rispetto per la montagna e la sua fragilità. Ciò implica non solo ridurre al minimo l’impatto ambientale delle nostre attività, ma anche promuovere una cultura della responsabilità e della consapevolezza tra tutti gli appassionati. E per una nozione avanzata: il concetto di “wilderness”, ovvero di area selvaggia e incontaminata, è sempre più al centro del dibattito sull’alpinismo e sul turismo montano. Ciò significa che dobbiamo fare i conti con la necessità di preservare le ultime aree selvagge del pianeta, limitando l’accesso e promuovendo un turismo più rispettoso dell’ambiente e della cultura locale.
Perché, alla fine, la vera sfida è quella di trovare un equilibrio tra la nostra passione per la montagna e la necessità di proteggerla per le future generazioni. Un equilibrio che richiede un cambio di mentalità, un impegno concreto e una visione lungimirante. Solo così potremo garantire che le Tre Cime di Lavaredo, e tutte le altre montagne del mondo, continuino a essere un luogo di bellezza, di avventura e di ispirazione per tutti noi. Allora, cosa ne pensi? Sei pronto a fare la tua parte per un futuro più sostenibile per la montagna?
- Informazioni ufficiali UNESCO sulle Tre Cime, patrimonio dell'umanità dal 2009.
- Dichiarazione del Presidente Zaia sullo sfregio alle Tre Cime di Lavaredo.
- Il sito ufficiale descrive le Tre Cime come patrimonio UNESCO e il loro valore.
- Petizione per limitare il traffico e promuovere trasporti sostenibili alle Tre Cime.