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- La Trans-Himalaya Cycling Race 2025 ha ottenuto la prestigiosa categoria UCI 2.1, elevando il suo status internazionale.
- Martin Laas ha conquistato la sua diciannovesima vittoria in carriera, dimostrando la sua abilità nella volata finale della seconda tappa.
- Tutte le tappe della competizione si snodano a quote superiori ai 3000 metri, con l'ultima frazione che supera i 4000 metri, rendendo la gara particolarmente impegnativa.
La Trans-Himalaya Cycling Race 2025, giunta alla sua sesta edizione, si sta rivelando una competizione avvincente e impegnativa per i ciclisti. Quest’anno, la corsa ha ottenuto la prestigiosa categoria UCI 2.1, elevando il suo status nel panorama ciclistico internazionale. La competizione, che si svolge interamente in Tibet, presenta una sfida unica: tutte le tappe si snodano a quote superiori ai 3000 metri, con l’ultima frazione che addirittura supera i 4000 metri di altitudine.
La seconda tappa e la vittoria di Martin Laas
La seconda tappa della Trans-Himalaya Cycling Race 2025, svoltasi venerdì 8 agosto, ha visto il trionfo dell’estone Martin Laas. Il corridore del Quick Pro Team ha conquistato la vittoria in una volata di gruppo, dimostrando la sua velocità e abilità tattica. Il trentunenne Laas, che in precedenza aveva corso nel WorldTour con la Bora-hansgrohe, ha così registrato la sua diciannovesima vittoria in carriera da professionista, la seconda di quest’anno. Dietro di lui hanno concluso il russo Petr Rikunov del Chengdu DYC Cycling Team e il danese Alexander Salby del Li Ning Star.

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Il percorso e le sfide altimetriche
La Trans-Himalaya Cycling Race 2025 si distingue per il suo percorso unico e impegnativo. Le quattro tappe, pur avendo un chilometraggio relativamente contenuto, mettono a dura prova i ciclisti a causa dell’altitudine elevata. La prima tappa, da Linzhi a Wolong Village (128,8 km), ha dato subito un assaggio delle difficoltà altimetriche. La seconda tappa, da Lhoka a Gongga Country (109,2 km), ha confermato le sfide imposte dall’ambiente tibetano. La terza tappa, un circuito a Lhasa (92,5 km), non deve ingannare con la sua altimetria apparentemente pianeggiante, poiché l’altitudine rimane un fattore determinante. Infine, la quarta tappa, da Jiangzi a Shigatse (90 km), presenta una salita nel finale che potrebbe fare la differenza nella classifica generale.
Martin Laas: un successo costruito sulla determinazione
Martin Laas ha dimostrato di essere un corridore determinato e versatile. Dopo aver faticato nella tappa regina del Tour of Magnificent Qinghai a causa del freddo e della pioggia, è riuscito a ribaltare la situazione e a conquistare una vittoria di tappa. Laas ha sottolineato l’importanza di un buon riposo notturno per recuperare le energie e affrontare al meglio le competizioni. La sua conoscenza del percorso e la sua abilità tattica nello sprint finale sono state fondamentali per il suo successo. Laas ha anche elogiato il suo team, sottolineando l’importanza dell’unione e del clima di fratellanza all’interno della squadra.
Oltre la competizione: un’esperienza umana e sportiva
La Trans-Himalaya Cycling Race 2025 non è solo una competizione sportiva, ma anche un’esperienza umana unica. I ciclisti si confrontano con sfide ambientali estreme, mettendo alla prova i propri limiti fisici e mentali. La corsa offre anche l’opportunità di scoprire la bellezza e la cultura del Tibet, un territorio ricco di storia e spiritualità. La determinazione, la resilienza e lo spirito di squadra sono valori fondamentali per affrontare le sfide della Trans-Himalaya Cycling Race.
Amici appassionati di ciclismo, riflettiamo un attimo su quanto l’altitudine possa influenzare le prestazioni di un atleta. Un consiglio base: acclimatarsi gradualmente è fondamentale per evitare il mal di montagna e massimizzare le proprie capacità. Una nozione più avanzata: l’allenamento in ipossia, simulando condizioni di alta quota, può migliorare la capacità del corpo di trasportare ossigeno, offrendo un vantaggio competitivo.
Pensate a quanto la preparazione mentale e la conoscenza del proprio corpo siano cruciali in contesti così estremi. Non è solo una questione di gambe, ma di testa e cuore.