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Alpinismo in Pakistan: come la formazione di guide locali sta cambiando il futuro del turismo montano

Scopri come l'iniziativa italo-pakistana nel Gilgit-Baltistan sta formando guide alpine qualificate, promuovendo un turismo sostenibile e aprendo nuove opportunità di lavoro per le comunità locali.
  • Il Gilgit-Baltistan ha visto una crescita esponenziale del turismo, passando da 30.000 a 10 milioni di presenze annue.
  • Un corso di formazione di due anni, con una fase intensiva di 90 giorni fino alla fine del 2025, ha selezionato 35 alpinisti tra i 18 e i 32 anni.
  • EvK2CNR, da oltre vent'anni, è impegnata nello sviluppo sostenibile del Gilgit-Baltistan, promuovendo la ricerca scientifica, la conservazione ambientale e lo sviluppo delle comunità locali.

L’iniziativa italo-pakistana per la formazione di guide alpine nel Gilgit-Baltistan rappresenta un passo significativo per lo sviluppo del turismo montano sostenibile in Pakistan. Il progetto, coordinato da EvK2CNR con la collaborazione di guide alpine italiane, mira a formare professionisti qualificati in grado di gestire in sicurezza l’afflusso crescente di turisti, sia nazionali che internazionali, nelle regioni montuose del Pakistan.

Un’opportunità per il Gilgit-Baltistan

Il Gilgit-Baltistan, noto come il “selvaggio Nord” del Pakistan, ospita alcune delle montagne più imponenti del mondo, tra cui il K2 e il Nanga Parbat. Negli ultimi anni, la regione ha visto un’esponenziale crescita del turismo, passando da 30.000 a ben 10 milioni di presenze annue. Questo aumento è dovuto non solo all’interesse degli alpinisti e trekker stranieri, ma anche all’entusiasmo dei visitatori pakistani, spesso inesperti e bisognosi di guide competenti. La formazione di guide alpine locali rappresenta quindi un’opportunità cruciale per garantire la sicurezza dei turisti, promuovere un turismo responsabile e sostenibile, e creare nuove opportunità di lavoro per le comunità locali. Questo corso di formazione rappresenta un’ancora di salvezza per un territorio che ha fame di professionisti del settore.

Cosa ne pensi?
  • 🇮🇹 Un'iniziativa lodevole che valorizza il patrimonio pakistano......
  • ⚠️ Attenzione a non replicare modelli turistici insostenibili......
  • 🏔️ La vera sfida: un turismo che rispetti la montagna......

Il corso di formazione: un programma completo

Il corso di formazione, della durata di due anni e con una fase intensiva di 90 giorni fino alla fine del 2025, ha selezionato 35 alpinisti tra i 18 e i 32 anni, provenienti dai villaggi del Gilgit-Baltistan. Il programma è strutturato in moduli teorici e pratici, che coprono una vasta gamma di competenze essenziali per una guida alpina. Tra le materie trattate, spiccano la medicina di montagna, la meteorologia, la topografia, l’orientamento, le tecniche di arrampicata su roccia e ghiaccio, le tecniche di soccorso in ambiente alpino e l’uso dell’elicottero. Un’attenzione particolare è dedicata anche agli aspetti normativi e al perfezionamento della lingua inglese, fondamentali per interagire con i turisti internazionali. Il corso si svolge a Passu, nell’alta valle di Hunza, una località strategica per la sua varietà di terreni adatti all’addestramento, tra cui pareti di roccia di diversa difficoltà e il ghiacciaio di Passu.

Il ruolo dell’Italia e di EvK2CNR

L’Italia, attraverso EvK2CNR e la collaborazione di esperte guide alpine come Maurizio Gallo, Michele Cucchi, Emrik Favre e Marco Zaninetti, svolge un ruolo fondamentale in questo progetto. EvK2CNR, da oltre vent’anni, è impegnata nello sviluppo sostenibile del Gilgit-Baltistan, promuovendo la ricerca scientifica, la conservazione ambientale e lo sviluppo delle comunità locali. L’organizzazione ha realizzato importanti piani di gestione dei parchi nazionali del Central Karakorum, del Deosai e del Khunjerab, e ha promosso iniziative di pulizia delle montagne, rimuovendo tonnellate di rifiuti dai ghiacciai e dalle vette. La partecipazione di medici esperti come Annalisa Cogo e Lorenza Pratali, specialiste in medicina di montagna, sottolinea l’importanza della sicurezza e della preparazione sanitaria nella formazione delle guide alpine.

Verso un riconoscimento internazionale

Un aspetto cruciale del progetto è il riconoscimento internazionale delle guide alpine pakistane. A tal fine, è stato avviato un dialogo con l’UIAGM (Union Internationale des Associations de Guides de Montagne) per definire il percorso migliore per ottenere la certificazione internazionale. Questo riconoscimento permetterebbe ai professionisti pakistani di integrarsi nella comunità globale delle guide alpine, aprendo nuove opportunità di lavoro e contribuendo a elevare gli standard di sicurezza e professionalità nel settore del turismo montano in Pakistan. Il governo pakistano ha approvato un piano per una Scuola di Alpinismo e Ospitalità a Shigar, con EvK2CNR come consulente, per formare istruttori e rafforzare la posizione del Pakistan nel turismo-avventura globale.

Conclusioni: Un Futuro Promettente per l’Alpinismo Pakistano

L’iniziativa di formare guide alpine pakistane rappresenta un investimento strategico per il futuro del turismo montano in Pakistan. Non solo si creano nuove opportunità di lavoro per le comunità locali, ma si eleva anche il livello di professionalità e sicurezza nel settore. Il Gilgit-Baltistan, con le sue montagne maestose e la sua ricca cultura, ha il potenziale per diventare una destinazione di punta per gli amanti della montagna di tutto il mondo.

È fondamentale comprendere che la montagna, pur offrendo scenari di incomparabile bellezza e sfide stimolanti, richiede rispetto e preparazione. La conoscenza delle tecniche alpinistiche, la capacità di valutare i rischi e la consapevolezza dei propri limiti sono elementi imprescindibili per affrontare la montagna in sicurezza. Allo stesso modo, è essenziale promuovere un approccio etico e responsabile, che tenga conto dell’impatto ambientale delle attività umane e che valorizzi la cultura e le tradizioni delle comunità locali.

Un concetto avanzato, spesso trascurato, è l’importanza della “lettura del territorio”. Non si tratta solo di conoscere le mappe e le altitudini, ma di comprendere la storia geologica della montagna, le dinamiche climatiche, la flora e la fauna che la abitano. Questa conoscenza profonda permette di interpretare i segnali dell’ambiente, di anticipare i pericoli e di vivere un’esperienza più ricca e consapevole.

Riflettiamo: cosa significa veramente “conquistare” una vetta? È solo una questione di forza fisica e di abilità tecnica, o c’è qualcosa di più profondo? Forse, la vera conquista è la capacità di entrare in sintonia con la montagna, di rispettarla e di imparare da essa. Forse, la vetta è solo un punto di partenza per un viaggio interiore, un’occasione per scoprire qualcosa di nuovo su noi stessi e sul mondo che ci circonda.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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