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- Marco Zanetti, 59 anni, si appresta a compiere un triplo Everesting sul Monte Palosso, affrontando un dislivello totale di 26.544 metri (3 volte l'Everest).
- L'impresa si svolgerà lungo la storica Via dei Soldati, un percorso di 2,6 chilometri con un dislivello di 910 metri, richiedendo almeno 30 cicli di salita e discesa.
- L'iniziativa è a sostegno dell'associazione Amici di Boo a Villa Carcina, con l'obiettivo di raccogliere fondi per l'assistenza alle persone disabili. L'arrivo è previsto dopo 72 ore, lunedì 4 settembre.
il suo obiettivo è quello di completare un triplo Everesting sul Monte Palosso. Questo impegno inizierà venerdì prossimo ma potrà variare in base alle condizioni climatiche avverse. L’Everesting è comunemente considerato come una prova estrema di endurance; consiste nella ripetizione incessante della medesima ascesa fino ad accumulare la stessa altitudine del Monte Everest – ben 8.848 metri complessivi. Tuttavia, ciò che distingue l’impresa di Zanetti è la sua intenzione di eseguire tre Everesting consecutivi.
La Via dei Soldati: teatro di una sfida senza precedenti
Per dare vita a una sfida senza precedenti sul Monte Palosso, Zanetti ha optato per la storica Via dei Soldati, una mulattiera antica che mette in comunicazione la località Croce e la cima del monte. Tale itinerario si sviluppa per circa 2,6 chilometri, affrontando un dislivello complessivo di ben 910 metri. Il completamento del triplo Everesting comporterà almeno 30 cicli di salita e discesa. Le proiezioni suggeriscono che quest’impresa potrà richiedere oltre 72 ore consecutive, con un arrivo atteso il giorno lunedì 4 settembre.

- 💪 Incredibile! Un gesto atletico e umano che ispira......
- 🤔 Triplo Everesting? Forse troppa enfasi sull'estremo......
- 🏔️ Everesting come metafora? Un parallelismo sorprendente......
Un gesto di solidarietà: lo sport al servizio della comunità
L’idea promossa da Zanetti trova le sue radici nell’esperienza compiuta da Stefano Delbarba ad Adro lo scorso maggio: egli ha portato a termine una straordinaria sfida chiamata triplo Everesting sulla Corna Trentapassi a fini benefici. Con simile motivazione e spirito altruistico in mente, Zanetti ha deciso di orientare il proprio sforzo verso l’associazione Amici di Boo, attiva a Villa Carcina nell’assistenza alle persone disabili e collaborante con la cooperativa sociale Il Ponte. Tutti i fondi raccolti saranno destinati interamente alle loro operazioni dopo aver dedotto le spese logistiche necessarie. L’amministrazione comunale supporta ufficialmente l’evento ritenendolo rilevante per la comunità locale; il consigliere allo Sport, Stefano Colosio, mette in risalto come quest’iniziativa rappresenti non soltanto una sfida atletica significativa ma anche uno strumento importante per diffondere valori solidali nella società odierna. Nel corso dei giorni dedicati all’Everesting verrà installato un gazebo nei pressi del tracciato che consentirà ai partecipanti d’interagire coi volontari dell’associazione: chiunque voglia potrà unirsi simbolicamente a Marco lungo parte del suo itinerario sportivo.
Oltre la performance: un esempio di resilienza e altruismo
L’impresa compiuta da Marco Zanetti trascende il mero aspetto della prestazione atletica. Essa costituisce un simbolo tangibile della resilienza, dell’impegno costante e del senso civico profondo. Intraprendere l’ardua impresa del triplo Everesting implica non solo una preparazione fisica impeccabile, ma anche uno stato mentale fortemente saldo; ciò che prevale, però, è senza dubbio l’impulso interiore. Con la decisione rivelatrice di indirizzare tale sfida a sostegno delle cause benefiche, Zanetti manifesta un solido attaccamento alla collettività e l’intenzione risoluta d’impiegare lo sport quale mezzo per esprimere solidarietà. Questa iniziativa si erge così ad essere fonte d’ispirazione per quanti ripongono fiducia nella potenza dello sport in qualità d’agente generatore di principi costruttivi ed evoluzioni sociali significative.
Un’ascensione verso l’umanità: Riflessioni sull’Everesting e l’Alpinismo Moderno
L’Everesting costituisce fondamentalmente una potente metafora della condizione umana: essa simboleggia un’ascesa perpetua contraddistinta da sforzo intenso, dedizione totale e il continuo superamento dei confini personali. La decisione adottata da Zanetti per amplificare questa sfida a tre volte conferisce alla sua impresa un significato ancora più profondo: diventa così un gesto intriso di pura abnegazione.
In seno all’alpinismo contemporaneo l’Everesting emerge come uno strumento di auto-esplorazione profonda; rappresenta infatti un percorso volto a rivelare le capacità fisiche e psicologiche insite nell’individuo. L’obiettivo va oltre il mero raggiungimento della vetta; implica soprattutto il superamento degli ostacoli interni ed esterni mettendo in evidenza come sia possibile compiere atti prodigiosi attraverso forza motivazionale adeguata.
Un concetto fondamentale nel panorama alpinistico risulta essere quello della pianificazione. Anche le ascensioni meno complesse necessitano inevitabilmente di preparativi meticolosi, i quali includono l’analisi delle previsioni atmosferiche, l’identificazione dell’attrezzatura indispensabile, oltre ad approfondire la conformità del tracciato scelto. A uno stadio più avanzato emerge infine il principio della gestione del rischio. Gli scalatori provetti riconoscono bene gli insidiosi rischi celati nelle montagne, operando con saggezza per ridurli mediante quel prezioso connubio tra esperienza pratica ed abilità tecnica unitamente ad azioni prudenti. L’iniziativa promossa da Zanetti stimola una profonda riflessione riguardo all’essenza stessa dello sport e al suo ruolo fondamentale come mezzo per favorire la resilienza individuale e la coesione collettiva. Essa ci insegna che, anche in condizioni estremamente avverse, esiste la possibilità di scoprire un barlume di umanità, alimentando così legami autentici con il prossimo.