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- Nadir Maguet e Federico Nicolini hanno completato la traversata invernale del Translagorai in sole 8 ore, 53 minuti e 20 secondi, stabilendo un nuovo Fastest Known Time (FKT).
- Il percorso di 57 km presenta un dislivello positivo di 5278 metri e richiede ben 60 cambi di assetto, dimostrando l'estrema difficoltà della traversata.
- La traversata ha un valore simbolico aggiunto dal fatto che il padre di Federico Nicolini, Franco Nicolini, inaugurò la traccia invernale del Translagorai nel febbraio 1993.
L’epica traversata invernale del Translagorai: Nadir Maguet e Federico Nicolini riscrivono la storia dello scialpinismo
Il 2025 si apre con un’impresa che incarna lo spirito di avventura e la profonda connessione con la montagna. Nadir Maguet, affiancato da Federico Nicolini, ha compiuto una traversata invernale del Translagorai che resterà impressa negli annali dello scialpinismo. Con un tempo di 8 ore, 53 minuti e 20 secondi, i due atleti del Team La Sportiva hanno stabilito un nuovo Fastest Known Time (FKT), unendo performance atletica e significato simbolico.
Un percorso leggendario tra generazioni
La traversata del Translagorai, celebre per la sua natura selvaggia e l’assenza di punti di appoggio, rappresenta una sfida che richiede preparazione fisica, mentale e tecnica fuori dal comune. Il percorso di 57 km, con un dislivello positivo di 5278 metri e ben 60 cambi di assetto, si snoda tra creste, forcelle, salite tecniche e discese vertiginose, mettendo a dura prova anche gli atleti più esperti. L’impresa acquista ulteriore valore simbolico grazie alla partecipazione di Federico Nicolini: fu infatti suo padre, Franco Nicolini, a inaugurare la traccia invernale del Translagorai nel lontano febbraio 1993, congiungendo Passo Rolle e Palù del Fersina attraverso diverse vette. Questo passaggio di consegne tra padre e figlio rende ancora più memorabile l’avventura di Nadir e Federico.
Dalla corsa allo scialpinismo: un cerchio che si chiude
Per Nadir Maguet, questa traversata rappresenta la chiusura di un cerchio ideale. Dopo aver stabilito il record di velocità in corsa sul Translagorai Classic nel novembre 2024, l’atleta valdostano ha voluto tornare a sfidare il cronometro in condizioni invernali, con gli sci ai piedi. “Oggi si chiude un cerchio che ho aperto a novembre, sfidando il Traslagorai Classic in corsa lungo il suo tracciato”, ha commentato Maguet all’arrivo. L’atleta ha aggiunto che la sfida ha richiesto un’accurata preparazione sia a livello fisico, sia a livello mentale, data la peculiarità dell’ambiente in cui si è svolta e le proibitive condizioni atmosferiche. L’impresa conferma la versatilità e la polivalenza di Nadir Maguet, capace di eccellere in diverse discipline alpine.

Un’eredità di passione e rispetto per la montagna
L’impresa di Nadir Maguet e Federico Nicolini non è solo una questione di record e performance atletica. È un simbolo di passione, determinazione e rispetto per la montagna. Come ha sottolineato Vittorio Barrasso di La Sportiva, “Quella del Translagorai non è una semplice impresa da cronometro, ma una vera e propria sfida personale a 360° che unisce resistenza, abilità tecnica e grande lucidità.” Nadir e Federico hanno dimostrato di possedere tutte queste qualità, portando a termine una traversata che ispira e che testimonia il valore di vivere la montagna in modo autentico.
Oltre il cronometro: il significato profondo dell’impresa
L’impresa di Nadir Maguet e Federico Nicolini ci ricorda che la montagna è molto più di una semplice arena sportiva. È un luogo di sfida, di scoperta, di connessione con la natura e con se stessi. Il loro FKT sul Translagorai invernale non è solo un record da battere, ma un’ispirazione per tutti coloro che amano la montagna e che cercano di superare i propri limiti.
Riflessioni sulla montagna e l’alpinismo moderno
Amici appassionati di montagna e alpinismo, la traversata di Nadir e Federico ci offre spunti di riflessione importanti. Innanzitutto, ci ricorda che la preparazione fisica e tecnica sono fondamentali per affrontare sfide di questo tipo. Una nozione base dell’alpinismo è la conoscenza del terreno e delle condizioni meteorologiche, elementi che possono fare la differenza tra il successo e il fallimento.
Ma l’impresa di Nadir e Federico ci invita anche a considerare un aspetto più avanzato: la capacità di gestire lo stress e la fatica in ambienti estremi. L’alpinismo moderno richiede una grande resilienza mentale e la capacità di prendere decisioni rapide e ponderate in situazioni di emergenza.
Infine, questa traversata ci spinge a interrogarci sul nostro rapporto con la montagna. Cerchiamo solo la performance e il record, o siamo capaci di apprezzare la bellezza e la sacralità di questi luoghi? L’impresa di Nadir e Federico ci dimostra che è possibile coniugare l’agonismo con il rispetto per l’ambiente e la consapevolezza dei propri limiti.