Scalare vette, costruire futuri: l’alpinismo che cambia il mondo

L’iniziativa “Dieci Montagne, Dieci Scuole, Dieci Nazioni”, promossa dai Lions Club, mette in evidenza come l’alpinismo possa trascendere la mera attività sportiva competitiva per diventare un veicolo di cooperazione e progresso sociale. Il progetto, ideato da Inna Flaga del Lions Club Lomellina Parco del Ticino, ha come scopo la raccolta di risorse finanziarie per costruire edifici scolastici in nazioni in via di sviluppo, connettendo ogni vetta conquistata alla nascita di un centro di istruzione.

Un progetto globale con radici locali

Alla base di “Dieci Montagne, Dieci Scuole, Dieci Nazioni” c’è un’idea tanto semplice quanto ambiziosa: un team di donne Lions, provenienti da diverse nazioni, si impegna a scalare dieci montagne in altrettanti Paesi, con l’obiettivo di accumulare 100.000 dollari per ciascuna cima, fondi destinati alla costruzione di una scuola nella nazione corrispondente. La scelta dei progetti scolastici avviene in stretta collaborazione con i Lions Club locali, la cui vasta presenza sul territorio consente di individuare le aree con maggiore necessità e i progetti più efficaci.

Le prime vette e i primi risultati

L’iniziativa ha già prodotto risultati concreti. La spedizione inaugurale, nel 2019, ha visto il raggiungimento della cima del Kilimangiaro in Tanzania, e le somme raccolte hanno reso possibile l’edificazione di una scuola primaria nella periferia di Nairobi, aperta nel 2023. Successivamente, nel 2023, il team ha raggiunto la cima del Monte Kenya, recuperando i fondi necessari per la costruzione di una struttura residenziale scolastica per 85 bambini albini e ipovedenti a Moshi, in Tanzania, la cui inaugurazione è prevista per settembre 2025. Nell’aprile del 2025, 14 donne Lions provenienti da 14 nazioni diverse, tra cui la rinomata alpinista nepalese Maya Sherpa, hanno raggiunto il Campo Base dell’Everest (5.364 metri) in Nepal con l’obiettivo di sostenere finanziariamente la realizzazione di una scuola nei pressi di Kathmandu.

Un impegno che va oltre l’alpinismo

“Dieci Montagne, Dieci Scuole, Dieci Nazioni” non è solo un progetto legato all’alpinismo, ma un’iniziativa volta a promuovere l’educazione come strumento di pace e sviluppo. Come ha sottolineato Inna Flaga, ideatrice del progetto, “Non basta parlare di pace: la pace si costruisce, e parte dall’educazione”. L’iniziativa si distingue, inoltre, per il suo approccio inclusivo: chiunque può diventare ambasciatore di Kili4Kids con una donazione di 1.000 dollari e la promessa di diffondere l’iniziativa nel proprio paese. Questo contribuisce a creare un network di sostenitori che supportano le future ascensioni attraverso campagne locali, eventi e raccolte fondi.

Un futuro di nuove sfide e nuove scuole

Dopo le prime tre spedizioni in Africa e Asia, il team di Kili4Kids guarda già avanti, con nuove destinazioni in programma tra cui Filippine, Pakistan, India ed Ecuador. L’intento è quello di continuare a scalare montagne e edificare scuole, apportando un contributo tangibile al futuro di migliaia di bambini in tutto il mondo. Anche in Italia, eventi di valore simbolico sono stati organizzati, come nel Parco del Ticino e sul Lago d’Iseo, a dimostrazione che ogni singolo passo, anche a quote modeste, può fare la differenza.

L’Alpinismo Solidale: Un Nuovo Orizzonte per la Montagna

L’iniziativa “Dieci Montagne, Dieci Scuole, Dieci Nazioni” ci offre una prospettiva inedita sul ruolo dell’alpinismo nella società contemporanea. Non si tratta più esclusivamente di raggiungere vette, ma di trasformare la passione per la montagna in un catalizzatore di cambiamento sociale. Questo progetto ci rammenta che l’alpinismo può essere uno strumento potente per incoraggiare l’educazione, la solidarietà e lo sviluppo sostenibile, dimostrando che anche dalle cime più elevate si può contribuire a plasmare un mondo migliore.

Un concetto base di alpinismo che si lega a questa iniziativa è l’etica dell’alpinismo responsabile, che invita gli alpinisti a rispettare l’ambiente montano e le comunità locali, contribuendo al loro sviluppo sostenibile.
Un concetto avanzato è quello dell’alpinismo come strumento di cooperazione internazionale, in cui alpinisti di diverse nazionalità collaborano per raggiungere obiettivi comuni, promuovendo la pace e la comprensione reciproca.

Riflettiamo su come le nostre passioni, anche quelle più personali come l’alpinismo, possano essere messe al servizio di cause più grandi, contribuendo a creare un impatto positivo nel mondo. Forse, la vera sfida non è solo scalare la montagna più alta, ma anche costruire un futuro migliore per chi ne ha più bisogno.