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- Oltre 250 studenti hanno incontrato l'alpinista Ernesto Macera Mascitelli al Castello Orsini di Avezzano, reduce dalla spedizione sul Manaslu.
- Macera Mascitelli ha rinunciato all'uso dell'elicottero durante la discesa dal Manaslu, destinando i fondi risparmiati all'acquisto di materiale scolastico per una scuola nepalese, dimostrando un forte impegno sociale.
- L'amministrazione comunale ha sostenuto il progetto, evidenziando come l'alpinismo possa diventare uno strumento per promuovere valori positivi e sostenere comunità in difficoltà.
Una mattinata ricca di significato si è svolta al Castello Orsini di Avezzano, dove oltre 250 studenti hanno avuto l’opportunità di incontrare l’alpinista marsicano Ernesto Macera Mascitelli, reduce dalla sua spedizione sul Manaslu. L’evento ha rappresentato un momento di unione tra istituzioni, scuole e comunità, culminato in un maxi-selfie collettivo che simboleggia la forza di un impegno condiviso.
L’incontro con Ernesto Macera Mascitelli
L’incontro ha visto la partecipazione di figure di spicco come Antonio Massiani del CAI Avezzano, il presidente regionale Francesco Sulpizio, don Antonio Allegritti e la consigliera comunale Patrizia Gallese, che ha portato i saluti dell’amministrazione comunale. Macera Mascitelli ha condiviso con gli studenti un video della sua spedizione, illustrando le difficoltà tecniche dell’ascesa e il profondo significato umano della sua missione. L’alpinista ha descritto i rischi, le temperature estreme, le strategie adottate e l’importanza della gestione delle risorse, sottolineando la sfida spirituale rappresentata dalla vetta e la necessità di saper riconoscere il momento in cui è necessario fermarsi.
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Il cuore sociale del progetto
Un aspetto centrale dell’iniziativa è stato il suo risvolto sociale. L’amministrazione comunale ha sostenuto il progetto, volto ad aiutare una scuola in Nepal. Macera Mascitelli ha scelto di rinunciare all’uso dell’elicottero durante la discesa, destinando i fondi risparmiati all’acquisto di quaderni, matite e materiale scolastico per un’altra scuola nepalese. Questo gesto ha evidenziato l’importanza di unire l’impresa sportiva all’impegno sociale, dimostrando che le vette più alte non sono solo quelle che si raggiungono fisicamente, ma anche quelle che si costruiscono insieme.

Domande e riflessioni degli studenti
Il dialogo con gli studenti è stato particolarmente vivace. I ragazzi hanno espresso il loro apprezzamento per le immagini più significative, come il gagliardetto del comune e la bandiera italiana sulla vetta, e per il messaggio di ringraziamento dei bambini nepalesi al sindaco Giovanni Di Pangrazio. Le domande degli studenti hanno toccato vari aspetti, dall’esperienza in alta quota alla preparazione fisica e mentale, dal rapporto con lo sherpa – culminato in un abbraccio commovente – alla telefonata con la moglie durante i momenti più difficili. Una studentessa ha posto una domanda cruciale: “Come si fa a capire quando tornare indietro?”. Macera Mascitelli ha risposto citando una frase che chiudeva il video: “Un vincitore è semplicemente un sognatore che non si è mai arreso”, incoraggiando i ragazzi a non smettere mai di porsi obiettivi e di impegnarsi per gli altri.
Un messaggio di speranza e solidarietà
L’incontro al Castello Orsini ha unito la Marsica al “tetto del mondo”, trasmettendo un messaggio di speranza e solidarietà. Macera Mascitelli ha messo in risalto come i traguardi più significativi non siano solo quelli raggiunti individualmente, ma piuttosto quelli edificati collettivamente, poiché nessuna impresa può essere compiuta in solitudine. L’evento ha dimostrato come l’alpinismo possa diventare uno strumento per promuovere valori positivi e sostenere comunità in difficoltà, ricordando che ogni impresa sportiva può avere un impatto significativo sulla vita degli altri.
Oltre la Vetta: Un’Eredità di Valori
L’iniziativa di Ernesto Macera Mascitelli trascende la mera impresa alpinistica, elevandosi a simbolo di un impegno sociale concreto e di un profondo rispetto per le comunità che ospitano le sue avventure. La sua scelta di rinunciare all’elicottero per destinare i fondi a una scuola nepalese rappresenta un gesto di grande umanità, che dimostra come lo sport possa diventare un veicolo per promuovere valori positivi e sostenere chi ha bisogno.
Amici appassionati di montagna e alpinismo, riflettiamo un attimo su quanto sia importante l’etica in montagna. Non si tratta solo di raggiungere la vetta, ma di come ci arriviamo. L’etica dell’alpinismo ci insegna a rispettare l’ambiente, a non lasciare tracce del nostro passaggio e a sostenere le comunità locali.
E parlando di etica avanzata, pensiamo al concetto di “alpinismo pulito”. Questa filosofia promuove l’uso di attrezzature a basso impatto ambientale, la riduzione dei rifiuti e il sostegno a progetti di conservazione nelle aree montane. È un modo per vivere la montagna in modo responsabile e sostenibile, garantendo che le generazioni future possano godere della sua bellezza e integrità.
Quindi, la prossima volta che vi troverete di fronte a una montagna, ricordatevi che la vera sfida non è solo raggiungere la cima, ma farlo con rispetto, consapevolezza e un profondo senso di responsabilità verso l’ambiente e le persone che lo abitano.







