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- Il team britannico ha esplorato la remota Nura Valley nel Kyrgyzstan, raggiungibile con fuoristrada, a cavallo e a piedi, stabilendo un campo base e un campo avanzato.
- Gli alpinisti hanno concatenato quattro vette di circa 4500 metri prima di concentrarsi sull'obiettivo principale: una cima senza nome di 5670 metri.
- Nonostante il furto dell'equipaggiamento al campo avanzato, il team ha tentato la scalata della cima di 5670 metri, raggiungendo un plateau a 5000 metri prima di rinunciare per la neve instabile.
- La spedizione, sponsorizzata dalla Mount Everest Foundation, ha documentato dettagliatamente l'avvicinamento alla valle e individuato numerose potenziali vie di salita.
L‘esplorazione di territori inesplorati rappresenta una delle sfide più affascinanti per gli alpinisti moderni. Nel cuore del Kyrgyzstan, precisamente nella remota Nura Valley, un team britannico ha intrapreso una spedizione con l’obiettivo di scoprire e documentare una catena montuosa ancora inviolata dall’uomo. Questa avventura, guidata da Joe Collinson, Maria Koo, Lawrence Luscombe e Orla O’Muiri, si è rivelata un successo non solo in termini di esplorazione, ma anche per il contributo significativo alla conoscenza alpinistica della regione.
L’avvicinamento alla Nura Valley
L’accesso alla Nura Valley si è rivelato un’impresa complessa, richiedendo l’utilizzo di diversi mezzi di trasporto. Il team ha iniziato il viaggio con un fuoristrada, per poi proseguire a cavallo e infine a piedi, superando le difficoltà del terreno impervio. Una volta raggiunta la valle, gli alpinisti hanno stabilito un campo base e un campo avanzato sulla morena, preparandosi per le ascensioni. Nonostante fossero equipaggiati con sci, le alte temperature hanno reso impraticabile la discesa, spostando la quota neve a livelli elevati. Questo ha costretto il team a rivedere i propri piani e a concentrarsi sulle pareti nord delle cime al confine tra Kyrgyzstan e Tajikistan.
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- 🤨 Un furto dell'equipaggiamento? Davvero un peccato, ma......
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Le prime ascensioni e l’obiettivo principale
Il team britannico ha iniziato la sua attività alpinistica concatenando quattro vette di circa 4500 metri, affrontando la prima da ovest con rampe di roccia e misto fino a 50 gradi. Successivamente, l’attenzione si è concentrata sull’obiettivo principale della spedizione: una cima senza nome di 5670 metri. Tuttavia, le condizioni meteorologiche avverse e un imprevisto furto dell’equipaggiamento al campo avanzato hanno complicato ulteriormente la situazione. Sembra che il campo fosse situato in un’area di passaggio per contrabbandieri tra Cina e Kyrgyzstan, i quali hanno trafugato l’attrezzatura degli alpinisti.

Il tentativo alla cima di 5670 metri e la decisione del ritiro
Nonostante le avversità, il team ha deciso di tentare la scalata della cima di 5670 metri con l’equipaggiamento rimanente. Il percorso scelto, lungo 1500 metri, seguiva un tracciato logico ed esteticamente gradevole, risalendo le sezioni inferiori della parete per poi congiungersi alla cresta settentrionale attraverso un angusto passaggio. Dopo aver superato una sezione impegnativa con un couloir a 60 gradi, gli alpinisti hanno raggiunto un plateau a 5000 metri. A quel punto, mancavano solo gli ultimi pendii innevati per raggiungere la vetta, ma il manto nevoso instabile a causa dell’insolazione ha indotto il team a rinunciare per motivi di sicurezza. La decisione, seppur sofferta, è stata dettata dalla prudenza e dalla consapevolezza dei rischi.
Un successo nell’esplorazione e nella documentazione
Nonostante la mancata conquista della cima più alta, la spedizione nella Nura Valley è stata un successo sotto molti aspetti. Il team è riuscito a raccogliere preziose informazioni sulla valle, documentando dettagliatamente l’avvicinamento e individuando numerose potenziali vie di salita. Questo lavoro di esplorazione e documentazione sarà di grande utilità per le future spedizioni alpinistiche nella regione. La Mount Everest Foundation, sponsor della spedizione, ha sottolineato l’importanza del contributo del team alla conoscenza alpinistica della Nura Valley.
Nuovi Orizzonti per l’Alpinismo Esplorativo
La spedizione britannica nella Nura Valley rappresenta un esempio emblematico dell’alpinismo esplorativo moderno. In un’epoca in cui gran parte del mondo è stato mappato e documentato, la scoperta di una catena montuosa inviolata è un evento raro e significativo. Questa avventura dimostra che l’esplorazione e la scoperta rimangono valori fondamentali per gli alpinisti, spinti dalla curiosità e dal desiderio di superare i propri limiti.
Amici appassionati di montagna, spero che questo racconto vi abbia ispirato. L’alpinismo, come abbiamo visto, non è solo scalare vette, ma anche esplorare l’ignoto e documentare nuove vie.
Una nozione base da tenere a mente è che la preparazione fisica e la conoscenza del territorio sono fondamentali per affrontare qualsiasi spedizione alpinistica.
*Una nozione avanzata* è che l’etica dell’alpinismo moderno pone sempre più l’accento sulla sostenibilità e sul rispetto dell’ambiente montano.
Vi invito a riflettere su come l’alpinismo possa essere un’esperienza trasformativa, un’opportunità per connettersi con la natura e scoprire nuove parti di sé.







