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Nives Meroi e Romano Benet: L’epica scalata di una coppia leggendaria

Riscopri la storia di Nives Meroi e Romano Benet, gli alpinisti italiani che hanno conquistato tutti i 14 ottomila, e il loro legame con don Arturo Bergamaschi, il prete-alpinista che ha segnato l'inizio della loro avventura.
  • Nel 2023 è scomparso Don Arturo Bergamaschi, il prete-alpinista che ha guidato Nives Meroi e Romano Benet verso le vette più alte.
  • Nel 1994, Don Arturo guidò la spedizione sul K2, segnando l'inizio dell'avventura himalayana di Nives e Romano.
  • Nel 2017, Nives Meroi e Romano Benet hanno completato il loro "grande tour" dei 14 ottomila con la conquista dell'Annapurna.
  • Nel 2024, Nives e Romano, insieme allo slovacco Peter Hámor, hanno aperto una nuova via sull'inesplorato versante nepalese del Kabru (7412 m), un itinerario di 2300 metri di dislivello.

## L’Eredità di un Prete Alpinista e l’Ascesa di una Coppia Leggendaria

L’eco delle montagne risuona oggi, 28 settembre 2025, mentre celebriamo la memoria di don Arturo Bergamaschi, il prete-alpinista che ha saputo elevare la fede alle vette più impervie. La sua figura, scomparsa nel 2023 all’età di 94 anni, viene onorata nel cuore di piazza Maggiore, durante il Festival Francescano, da coloro che hanno condiviso con lui l’esperienza unica dell’alta quota. Tra questi, spicca il nome di Nives Meroi, la prima e unica alpinista italiana ad aver conquistato tutti i 14 ottomila del pianeta, sempre al fianco del marito Romano Benet.
L’incontro, intitolato “Scalare la vita”, non è solo un omaggio a don Arturo, ma anche un’occasione per ripercorrere il legame profondo che unisce Nives e Romano alla figura del sacerdote. Fu proprio don Arturo, nel 1994, a guidare la spedizione sul K2 che segnò l’inizio della loro avventura himalayana. Un’esperienza che, come ha raccontato Nives, ha trasformato un sogno lontano in una realtà tangibile, spingendola a superare i propri limiti e a scoprire la sua passione per l’alta quota.

La Conquista dell’Annapurna: Un Traguardo Epico

Il 2017 ha segnato un capitolo indelebile nella storia dell’alpinismo: Nives Meroi e Romano Benet hanno raggiunto la vetta dell’Annapurna, completando il loro “grande tour” dei 14 ottomila. Un’impresa compiuta insieme agli spagnoli Alberto Zerain e Jonatan García, che hanno condiviso con loro la fatica e l’emozione di questa ascesa leggendaria. Partiti dal campo 4 a 7100 metri, i quattro alpinisti hanno impiegato dieci ore per raggiungere la cima dell’Annapurna, a 8091 metri, per poi fare ritorno al campo base.

Questa conquista non è solo un traguardo sportivo, ma un simbolo di tenacia, passione e amore per la montagna. Nives e Romano hanno affrontato le cime più alte del mondo con uno stile unico, senza l’ausilio di portatori d’alta quota o ossigeno supplementare, privilegiando un approccio umano e rispettoso dell’ambiente. La loro storia è un esempio di come l’alpinismo possa essere una ricerca interiore, un viaggio alla scoperta di sé stessi e del mondo che ci circonda.

Cosa ne pensi?
  • Che storia incredibile! 🤩 Nives e Romano ci dimostrano che......
  • Un alpinismo troppo 'pulito' rischia di diventare elitario... 🤔...
  • Don Arturo Bergamaschi, un'influenza sottovalutata... ⛰️...

Oltre la Vetta: Un Alpinismo Controcorrente

Nives Meroi e Romano Benet non si sono mai accontentati di seguire le orme degli altri. La loro passione per l’esplorazione li ha spinti a cercare nuove sfide, lontano dalle rotte più battute e dalle logiche commerciali che spesso dominano l’alpinismo moderno. Nel 2024, insieme allo slovacco Peter Hámor, hanno aperto una nuova via sull’inesplorato versante nepalese del Kabru (7412 m), uno dei settemila della catena del Kangchenjunga. Un itinerario di 2300 metri di dislivello, battezzato “Himalayan Trad”, che testimonia il loro impegno per un alpinismo “pulito”, basato sull’esperienza, la conoscenza e il rispetto per la montagna.

Questa scelta controcorrente li ha portati a definire se stessi come “dinosauri”, alla ricerca di un “Jurassic Park” dove poter praticare l’alpinismo in libertà, lontano dal traffico aereo e dalle spedizioni commerciali che affollano le cime più famose. La loro è una sfida culturale, un invito a riscoprire il valore dell’avventura, dell’esplorazione e del contatto autentico con la natura.

Un Esempio di Vita e di Alpinismo: L’Eredità di Nives e Romano

La storia di Nives Meroi e Romano Benet è un esempio di come la passione per la montagna possa trasformarsi in un progetto di vita, un’avventura condivisa che supera ogni ostacolo. Il loro amore per l’alpinismo li ha portati a scalare le cime più alte del mondo, ma anche ad affrontare sfide ben più difficili, come la malattia che ha colpito Romano nel 2009. In quel momento, Nives ha dimostrato un coraggio e una generosità straordinari, rinunciando alla sua carriera per stare accanto al marito e aiutarlo a superare la malattia.

Dopo due trapianti di midollo osseo, Romano è tornato a scalare, sempre al fianco di Nives, dimostrando che la forza di volontà e l’amore possono superare ogni limite. La loro storia è un inno alla vita, alla resilienza e alla capacità di trasformare le difficoltà in opportunità di crescita. Nives e Romano sono un esempio per tutti gli alpinisti, ma anche per chiunque voglia vivere la propria vita con passione, coraggio e rispetto per gli altri.

*Un consiglio per gli appassionati: l’alpinismo non è solo una questione di performance e di record, ma anche di etica e di rispetto per l’ambiente. Prima di affrontare una montagna, è importante informarsi sulle sue caratteristiche, sulle condizioni meteorologiche e sulle difficoltà tecniche, ma anche sulle tradizioni locali e sulle norme di comportamento da seguire.
Un consiglio per i più esperti*: l’alpinismo può essere un’esperienza trasformativa, un’occasione per mettersi alla prova, per superare i propri limiti e per scoprire nuove prospettive sulla vita. Tuttavia, è importante affrontare la montagna con umiltà e consapevolezza, senza mai sottovalutare i rischi e senza mai dimenticare che la vetta è solo una parte del viaggio.
La storia di Nives e Romano ci ricorda che la montagna è un luogo di sfida, ma anche di incontro, di condivisione e di crescita personale. Un luogo dove possiamo riscoprire il valore dell’amicizia, della solidarietà e del rispetto per la natura. Un luogo dove possiamo imparare a conoscere noi stessi e a vivere la nostra vita con passione e consapevolezza.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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