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- Dopo sette anni di isolamento a causa della chiusura della funivia, Monteviasco si prepara alla riapertura prevista per l'8 giugno 2025.
- Un investimento di 11 milioni di euro, gestito da ATM e ITB, è destinato al ripristino della funivia e al rilancio del borgo.
- Prima della funivia, l'unico accesso a Monteviasco era una mulattiera con oltre 1400 gradini, rendendo la vita complessa e limitando lo sviluppo turistico.
Monteviasco, tra storia e isolamento
Il borgo montano di Monteviasco, incastonato nel cuore delle Prealpi varesine, si appresta a vivere una nuova era. Dopo sette anni di forzato isolamento, causato dalla chiusura della funivia, principale via di collegamento con il fondovalle, l’attesa riapertura è fissata per l’8 giugno 2025. Questa infrastruttura, per decenni, ha rappresentato il vitale cordone ombelicale tra il piccolo paese e il resto del mondo, l’unico mezzo rapido per superare i circa 400 metri di dislivello che lo separano da Ponte di Piero, frazione del comune di Curiglia con Monteviasco.
La storia di Monteviasco è indissolubilmente legata alla sua funivia. Inaugurata negli anni Ottanta, ha consentito agli abitanti di mantenere un legame costante con la valle, facilitando l’approvvigionamento di beni e servizi, e permettendo ai turisti di raggiungere agevolmente il borgo. Prima della sua costruzione, l’unico accesso era rappresentato da una mulattiera con oltre 1400 gradini, un percorso impervio che rendeva la vita particolarmente complessa e limitava lo sviluppo turistico. La chiusura dell’impianto nel 2018, a seguito di un tragico incidente che ha coinvolto il manutentore, ha innescato un periodo di profonda crisi, con gravi ripercussioni sull’economia locale e sulla vita quotidiana degli abitanti.
Il silenzio della funivia ha avvolto Monteviasco in un alone di malinconia, interrompendo il flusso di visitatori e isolando ulteriormente una comunità già fragile. Tuttavia, la tenacia degli abitanti e l’impegno delle istituzioni hanno permesso di guardare al futuro con rinnovata speranza. Un investimento di 11 milioni di euro, gestito da ATM (Azienda Trasporti Milanesi) in partnership con ITB (Imprese Turistiche Barziesi), punta a ripristinare l’infrastruttura e a rilanciare il borgo. Il presidente della Regione Lombardia ha espresso il desiderio che la riapertura possa segnare una vera e propria rinascita, superando le difficoltà del passato.
L’isolamento ha anche accentuato il senso di comunità e la riscoperta di antichi mestieri. Alcuni giovani hanno scelto di tornare a vivere a Monteviasco, dedicandosi all’agricoltura, all’allevamento e all’artigianato, valorizzando le risorse del territorio e riscoprendo un legame profondo con la natura. La riapertura della funivia rappresenta, quindi, un’opportunità per conciliare tradizione e modernità, preservando l’identità del borgo e aprendosi al contempo al turismo e allo sviluppo economico.
Rimane da capire se questo notevole sforzo finanziario si tradurrà in benefici concreti e duraturi per la comunità di Monteviasco. La sfida è quella di trasformare la funivia da semplice mezzo di trasporto a motore di sviluppo sostenibile, capace di generare valore aggiunto per l’intero territorio.
Investimento e sostenibilità: un’analisi dei costi e dei benefici
L’investimento di 11 milioni di euro destinato alla riapertura della funivia di Monteviasco solleva interrogativi cruciali sulla sua sostenibilità economica a lungo termine. È fondamentale comprendere se tale cifra copra esclusivamente i costi di ripristino e gestione iniziale, o se includa anche una previsione dettagliata per la manutenzione futura dell’impianto. La vetustà della struttura, infatti, potrebbe richiedere interventi periodici significativi, con conseguenti oneri finanziari per la comunità.
Un altro aspetto da valutare attentamente è il numero di visitatori necessario per garantire la sostenibilità economica della funivia. È indispensabile realizzare uno studio di fattibilità accurato, che tenga conto dei flussi turistici attuali e potenziali, al fine di definire un piano tariffario adeguato e di evitare che l’infrastruttura diventi un peso eccessivo per le casse pubbliche. La dipendenza da un’unica infrastruttura rappresenta un rischio significativo per Monteviasco. È necessario diversificare l’offerta turistica e promuovere attività alternative, in modo da ridurre la vulnerabilità del borgo in caso di eventuali interruzioni del servizio funiviario.
La chiusura della funivia ha avuto un impatto devastante sull’economia locale, mettendo a dura prova ristoratori, albergatori e commercianti. Il caso di Gianni e Pina Ranzoni, gestori di un ristorante a Monteviasco, è emblematico. Dopo aver investito 500mila euro nella loro attività, si sono trovati costretti a chiudere a causa dell’isolamento del borgo. La riapertura della funivia è, quindi, una condizione imprescindibile per rilanciare il turismo e l’economia locale, ma non è sufficiente. È necessario affiancare a questo intervento una strategia di promozione del territorio mirata, che valorizzi le peculiarità di Monteviasco e che sappia attrarre un flusso costante di visitatori.
Inoltre, è fondamentale garantire una gestione oculata dei costi, evitando sprechi e ottimizzando le risorse disponibili. La collaborazione tra istituzioni, operatori economici e comunità locale è essenziale per definire un modello di gestione sostenibile, che tenga conto delle esigenze di tutti gli attori coinvolti e che sappia preservare il patrimonio naturale e culturale di Monteviasco.
Per affrontare le sfide future è necessaria una visione strategica a lungo termine, che tenga conto dei cambiamenti climatici, delle nuove tendenze turistiche e delle esigenze della comunità locale. Solo in questo modo sarà possibile trasformare la funivia di Monteviasco in un motore di sviluppo sostenibile, capace di generare benefici duraturi per l’intero territorio.
Esempi di rilancio montano: le funivie come volano di sviluppo
Monteviasco non è l’unico borgo montano a riporre le proprie speranze di rilancio turistico in una funivia. Numerosi altri esempi, in Italia e all’estero, dimostrano come queste infrastrutture possano rappresentare un volano di sviluppo per le aree montane, a condizione che siano inserite in un contesto più ampio di valorizzazione del territorio e di offerta turistica diversificata.
In Valmalenco, ad esempio, è in fase di progettazione una funivia che collegherà Sondrio a Chiesa in Valmalenco, con l’obiettivo di rendere la montagna più accessibile ai residenti e ai turisti, incentivando la pratica degli sport invernali e la scoperta delle bellezze naturali della valle. A Pigra, sul Lago di Como, la funivia è considerata un elemento strategico per il rilancio turistico del territorio, in quanto consente di collegare agevolmente il lago con la montagna, offrendo ai visitatori la possibilità di godere di panorami mozzafiato e di praticare attività all’aria aperta.
Tuttavia, è importante sottolineare che la costruzione o la riattivazione di una funivia non è una garanzia di successo. In molti casi, questi interventi si sono rivelati insufficienti a invertire il declino di alcune località montane, a causa di una serie di fattori, tra cui la mancanza di un’offerta turistica adeguata, la scarsa promozione del territorio, la concorrenza di altre destinazioni e la gestione inefficiente dell’infrastruttura. È fondamentale, quindi, che la funivia sia affiancata da una serie di interventi complementari, che mirino a valorizzare il patrimonio culturale e naturale del territorio, a migliorare i servizi turistici, a promuovere attività innovative e a coinvolgere la comunità locale nella gestione del progetto.
Un esempio virtuoso è rappresentato dalle Dolomiti, dove le funivie sono integrate in un sistema di mobilità sostenibile, che comprende anche piste ciclabili, sentieri escursionistici e servizi di trasporto pubblico, consentendo ai visitatori di esplorare il territorio in modo ecologico e responsabile. Inoltre, le Dolomiti hanno saputo valorizzare il proprio patrimonio culturale, promuovendo eventi, manifestazioni e musei che raccontano la storia, le tradizioni e le peculiarità di questo territorio unico al mondo.

Un nuovo inizio per Monteviasco?
La riapertura della funivia di Monteviasco rappresenta senza dubbio un’opportunità importante per il borgo, ma anche una sfida complessa. Per trasformare questo investimento in un vero e proprio motore di sviluppo sostenibile, è necessario un impegno congiunto da parte delle istituzioni, degli operatori economici e della comunità locale. È fondamentale definire una strategia di promozione del territorio mirata, che valorizzi le peculiarità di Monteviasco e che sappia attrarre un flusso costante di visitatori. Allo stesso tempo, è necessario garantire una gestione oculata dei costi, evitando sprechi e ottimizzando le risorse disponibili. La collaborazione tra istituzioni, operatori economici e comunità locale è essenziale per definire un modello di gestione sostenibile, che tenga conto delle esigenze di tutti gli attori coinvolti e che sappia preservare il patrimonio naturale e culturale di Monteviasco.
Inoltre, è importante diversificare l’offerta turistica, promuovendo attività alternative all’utilizzo della funivia, come escursioni a piedi, in mountain bike o a cavallo, visite guidate al borgo e ai suoi dintorni, degustazioni di prodotti tipici e partecipazione a eventi e manifestazioni culturali. La creazione di un marchio di qualità per i prodotti locali potrebbe contribuire a valorizzare le eccellenze del territorio e a promuovere un turismo più consapevole e rispettoso dell’ambiente. Un altro aspetto da non trascurare è la formazione degli operatori turistici, che devono essere in grado di accogliere i visitatori con professionalità e competenza, fornendo informazioni accurate sul territorio e sui servizi disponibili. Infine, è fondamentale coinvolgere la comunità locale nella gestione del progetto, ascoltando le esigenze e le proposte degli abitanti e promuovendo la partecipazione attiva alla vita del borgo.
Se tutte queste condizioni saranno soddisfatte, la funivia di Monteviasco potrà davvero rappresentare un nuovo inizio per il borgo, un simbolo di rinascita montana capace di generare benefici duraturi per l’intera comunità. In caso contrario, l’investimento rischia di rivelarsi un costoso palliativo, insufficiente a invertire il declino del borgo e a garantire un futuro sostenibile per le sue nuove generazioni.
Oltre la funivia: orizzonti di montagna
Amici appassionati di montagna e di alpinismo, riflettiamo un attimo su questa vicenda. La riapertura di una funivia può sembrare un evento locale, ma in realtà ci offre lo spunto per considerare temi più ampi che riguardano il futuro delle nostre montagne. In ottica di notizie e approfondimenti su montagna e alpinismo la nozione base è che l’accessibilità è fondamentale, ma deve essere gestita con intelligenza. Pensateci: una montagna troppo “facile” perde il suo fascino, la sua sfida. D’altro canto, l’isolamento completo soffoca le comunità locali e impedisce lo sviluppo sostenibile.
Una nozione più avanzata è che il vero valore di una montagna risiede nel suo equilibrio: tra rispetto per l’ambiente e opportunità per l’uomo, tra conservazione delle tradizioni e innovazione, tra sfida fisica e spirituale e accessibilità. La funivia di Monteviasco può essere uno strumento per raggiungere questo equilibrio, ma solo se sapremo usarla con saggezza. La vera sfida non è solo riaprire un impianto, ma ripensare il nostro rapporto con la montagna, valorizzandola come risorsa preziosa e fragile, da proteggere e da vivere in modo consapevole.
Ora fermiamoci un momento a riflettere personalmente. Immagina di essere lì, a Monteviasco. Cosa vorresti per questo borgo? Un turismo di massa che snatura il luogo, o un’opportunità di crescita autentica, che valorizzi la sua anima? La risposta, forse, è dentro di noi. E nelle nostre scelte, di viaggiatori e di amanti della montagna.