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Monte Bianco conquistato: un’impresa alpinistica da record!

Benjamin Védrines e Nicolas Jean realizzano un'epica salita dei quattro versanti in sole 21 ore, segnando un nuovo standard nell'alpinismo moderno e aprendo nuove prospettive sull'esplorazione del massiccio.
  • Benjamin Védrines e Nicolas Jean hanno scalato i quattro versanti del Monte Bianco in sole 21 ore, superando un dislivello di 7.900 metri.
  • Prima di questa impresa, Védrines e Jean hanno sciato undici delle linee più ripide del massiccio del Monte Bianco in tre giorni.
  • Nonostante il regresso dei ghiacciai alpini, si è osservato un aumento della coltre ghiacciata sopra i 4.000 metri, con un incremento di 2,15 metri in altezza e di 10.000 m³ di ghiaccio sulla calotta sommitale.

Questo exploit, che ha visto i due alpinisti superare un dislivello complessivo di 7.900 metri, segna un nuovo capitolo nell’alpinismo moderno, dimostrando una combinazione di resistenza, abilità tecnica e profonda conoscenza della montagna. La partenza è avvenuta da Les Houches alle 22:30, dando inizio a una cavalcata che ha toccato il crinale di Peuterey, il Blanche de Peuterey, lo sperone della Brenva e il versante Ovest, percorrendo il corridoio De Benedetti, aperto nel 1980.

Tre giorni di sci ripido nel massiccio del Monte Bianco

Precedentemente a questa impresa, Védrines e Jean si erano già distinti per una traversata di tre giorni nel massiccio del Monte Bianco, durante la quale hanno sciato undici delle linee più ripide del gruppo montuoso. Questa avventura, nata quasi per caso, ha visto i due alpinisti affrontare condizioni variabili e impegnative, superando crepacci e pareti di ghiaccio con l’ausilio di ramponi e tecniche di sci a secco. Partiti dal rifugio Les Conscrits con zaini da 10 chili, hanno affrontato la Nord della Lèe Blanche, l’Aiguille de Bionnassay (dove hanno dovuto improvvisare una nuova linea sulla parete Sud Ovest grazie all’aiuto di Mathis Dumas), lo sperone della Brenva, il canale Gervasutti sul Tacul, la Nord Est della Pointe Yeld, il canale Couturier all’Aiguille Verte, l’Aiguille d’Argentière, il Glacier du Milieu e l’Aiguille du Chardonnet.

Cosa ne pensi?
  • Che impresa incredibile! 🚀 Dimostra una preparazione fisica e mentale......
  • Non sono convinto di queste 'imprese da record'... 🤔 A volte mi sembra......
  • Alpinismo moderno: performance o connessione con la natura? 🤔 Forse stiamo perdendo......

Il Monte Bianco: storia, geografia e alpinismo

Il Monte Bianco, con i suoi 4805,59 metri, è la montagna più alta delle Alpi e d’Europa, escludendo il Caucaso. Situato lungo la linea spartiacque tra la Valle d’Aosta e l’Alta Savoia, il massiccio del Monte Bianco è un’area di grande richiamo per l’alpinismo internazionale, considerata la culla di questa disciplina. La sua prima ascensione risale all’8 agosto 1786, ad opera di Jacques Balmat e Michel Gabriel Paccard. Il massiccio si estende per 40 km e comprende quaranta cime sopra i 4.000 metri, con pareti imponenti come la Brenva e la nord delle Grandes Jorasses. La montagna è caratterizzata da rocce granitiche erose in creste e guglie, e da numerosi ghiacciai. Il versante italiano presenta pareti più ripide e impegnative rispetto a quello francese.

Un gigante in evoluzione: tra ghiacciai e cambiamenti climatici

Il Monte Bianco è costantemente monitorato per studiare l’evoluzione dei suoi ghiacciai, minacciati dal riscaldamento globale. Nonostante il regresso generale dei ghiacciai alpini, si è osservato un aumento della coltre ghiacciata sopra i 4.000 metri, con un incremento di 2,15 metri in altezza e di 10.000 m³* di ghiaccio sulla calotta sommitale. Questo fenomeno è attribuito all’aumento delle perturbazioni oceaniche ricche di umidità, che si trasformano in neve ad alta quota. Il clima del Monte Bianco è semicontinentale, influenzato dai venti umidi atlantici, con precipitazioni nevose frequenti sopra i 3.800 metri. Le raffiche possono raggiungere i 150 km/h e le temperature possono scendere fino a -40 °C. Il massiccio ospita 65 ghiacciai, che occupano un’area di 165 km².

Riflessioni sulla montagna: oltre la performance, l’essenza dell’alpinismo

L’impresa di Védrines e Jean, così come la loro traversata sciistica, ci portano a riflettere sul significato profondo dell’alpinismo. Non si tratta solo di performance e record, ma di un’esperienza che coinvolge la conoscenza del territorio, la capacità di adattamento e il rispetto per la montagna. L’alpinismo, come attività, richiede una preparazione fisica e mentale accurata, nonché una profonda consapevolezza dei rischi e delle proprie capacità.

Una nozione base di alpinismo è la conoscenza delle tecniche di progressione su ghiaccio e roccia, essenziali per affrontare in sicurezza le diverse tipologie di terreno che si incontrano in montagna. Una nozione avanzata è la capacità di valutare il rischio valanghe, fondamentale per pianificare itinerari in ambiente innevato e prendere decisioni consapevoli durante l’ascensione.

Queste imprese ci ricordano che la montagna è un ambiente severo e imprevedibile, che richiede umiltà e rispetto. Ogni ascensione è un’opportunità per mettersi alla prova, superare i propri limiti e vivere un’esperienza unica e indimenticabile. Ma è anche un’occasione per riflettere sul nostro rapporto con la natura e sulla necessità di preservare questo patrimonio per le future generazioni.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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