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- Il «Rapporto Montagne Italia 2025» analizza le 3300 comunità montane italiane, esplorando le sfide e le opportunità per lo sviluppo sostenibile.
- Il rapporto evidenzia il fenomeno del "neopopolamento", un'inversione di tendenza che vede un ritorno di residenti nelle Alpi e nel Nord Appennino.
- Le Green Community e le comunità energetiche, promosse dall'Uncem, sono identificate come motori di sviluppo sostenibile per le aree montane, offrendo opportunità concrete per un futuro più sostenibile.
- Il Fondo per lo Sviluppo delle Montagne Italiane, istituito con la legge n. 234 del 2021, rappresenta uno strumento importante per finanziare interventi di salvaguardia e valorizzazione della montagna.
- La Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI), nata nel 2013, mira a riattivare le aree remote del Paese, promuovendo interventi per contrastare il declino demografico e la marginalizzazione.
- Un'iniziativa di ricerca condotta dalla Feem (Fondazione Eni Enrico Mattei) indaga come le aree montane possano promuovere modelli di sviluppo durevole, integrando gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell'Agenda 2030.
Il “Rapporto Montagne Italia 2025”, presentato dall’Uncem, offre una panoramica dettagliata delle 3300 comunità montane italiane. Questo studio va oltre la semplice raccolta di dati statistici; si propone di esplorare le sfide e le opportunità che queste comunità si trovano ad affrontare. L’obiettivo è comprendere a fondo la realtà della vita in montagna, analizzando le prospettive di sviluppo sostenibile e le strategie per preservare il ricco patrimonio culturale e ambientale di questi territori. Il rapporto si concentra sullo spopolamento, una problematica che affligge molte aree montane, e cerca di individuare soluzioni concrete per contrastare questa tendenza.
Il documento analizza il fenomeno del “neopopolamento”, un’inversione di tendenza che vede un ritorno di residenti, sia italiani che stranieri, in alcune aree montane, in particolare nelle Alpi e nel Nord Appennino. Questo fenomeno rappresenta una potenziale opportunità per rivitalizzare le comunità montane, ma richiede un sostegno continuo attraverso politiche mirate e investimenti a lungo termine. Il rapporto sottolinea l’importanza di creare condizioni favorevoli per attrarre e mantenere nuovi residenti, offrendo servizi di qualità, opportunità di lavoro e un ambiente in cui sia possibile conciliare la vita personale e professionale.
Un aspetto cruciale del rapporto è l’analisi delle politiche regionali e nazionali a sostegno delle aree montane. L’obiettivo è valutare l’efficacia delle misure esistenti e proporre nuove strategie per contrastare lo spopolamento e la marginalizzazione. Il rapporto evidenzia la necessità di un approccio integrato, che coinvolga tutti i livelli di governo e che tenga conto delle specificità di ciascun territorio montano. È fondamentale creare sinergie tra le diverse politiche, promuovendo la cooperazione tra i comuni montani e le aree urbane, e garantendo un accesso equo ai servizi essenziali per tutti i cittadini.
Il rapporto pone l’accento sul ruolo delle Green Community e delle comunità energetiche come motori di sviluppo sostenibile per le aree montane. Queste iniziative, promosse dall’Uncem, dimostrano una grande vitalità e una forte spinta all’innovazione, offrendo opportunità concrete per creare un futuro più sostenibile per le comunità montane. Le comunità energetiche, in particolare, rappresentano un’opportunità per le aree montane di diventare autosufficienti dal punto di vista energetico, valorizzando le risorse locali e creando nuove opportunità di lavoro nel settore delle energie rinnovabili.

Le voci dei protagonisti: storie di resilienza e speranza
Il “Rapporto Montagne Italia 2025” non si limita ad analizzare i dati statistici, ma dà voce ai protagonisti della vita in montagna. Attraverso interviste a sindaci, imprenditori locali, giovani che scelgono di restare o tornare, e anziani depositari della memoria storica, il rapporto cerca di capire come si vive oggi in montagna, quali sono le prospettive di sviluppo sostenibile, e come preservare il patrimonio culturale e ambientale di questi territori. Queste testimonianze offrono uno spaccato autentico e commovente della realtà montana, evidenziando le sfide, le difficoltà, ma anche le opportunità e le potenzialità di questi territori.
Le interviste ai sindaci rivelano le difficoltà amministrative che i comuni montani devono affrontare, come la mancanza di risorse finanziarie, la complessità burocratica e la difficoltà di attrarre investimenti e servizi. Tuttavia, emergono anche storie di resilienza e di impegno, con sindaci che si battono per migliorare la qualità della vita dei propri cittadini, promuovendo lo sviluppo locale, valorizzando le risorse del territorio e creando sinergie con altri comuni e con le aree urbane.
Le testimonianze degli imprenditori locali offrono uno spaccato del mondo del lavoro in montagna, evidenziando le difficoltà, ma anche le opportunità di fare impresa in questi territori. Molti imprenditori scelgono di investire in settori come il turismo, l’agricoltura e l’artigianato, valorizzando le risorse locali e creando prodotti e servizi di alta qualità. Questi imprenditori dimostrano che è possibile fare impresa in montagna, a patto di avere una forte passione, una buona dose di creatività e la capacità di adattarsi alle sfide del territorio.
Le storie dei giovani che scelgono di restare o tornare in montagna offrono uno sguardo sul futuro di questi territori. Molti giovani, dopo aver studiato o lavorato in città, decidono di tornare alle proprie radici, portando con sé nuove competenze, idee e progetti. Questi giovani rappresentano una risorsa preziosa per le comunità montane, contribuendo a rivitalizzare il tessuto sociale ed economico, promuovendo l’innovazione e la sostenibilità, e valorizzando il patrimonio culturale e ambientale del territorio.
Giulia, 28 anni, originaria di un piccolo paese delle Dolomiti, è un esempio di questo fenomeno. Dopo aver conseguito una laurea a Bologna, ha deciso di tornare a casa e aprire un’attività di e-commerce di prodotti tipici locali. Nonostante le difficoltà iniziali, Giulia è riuscita a creare un’impresa di successo, valorizzando le risorse del suo territorio e offrendo prodotti di alta qualità ai propri clienti. La sua storia dimostra che è possibile creare opportunità di lavoro e di realizzazione personale in montagna, a patto di avere una forte motivazione, una buona preparazione e la capacità di adattarsi alle sfide del territorio.
Le testimonianze degli anziani depositari della memoria storica offrono uno sguardo sul passato della vita in montagna, evidenziando i cambiamenti sociali, economici e ambientali che hanno interessato questi territori nel corso del tempo. Gli anziani raccontano storie di lavoro duro, di sacrifici, ma anche di solidarietà, di tradizioni e di un forte legame con la terra. Queste testimonianze rappresentano un patrimonio culturale inestimabile, che va preservato e tramandato alle future generazioni.
Giovanni, un anziano che ha sempre vissuto in un piccolo borgo montano, sottolinea l’importanza di rispettare i ritmi della natura e di prendersi cura del territorio. Secondo Giovanni, la montagna ci ha insegnato a vivere in armonia con l’ambiente, a valorizzare le risorse locali e a tramandare le tradizioni alle future generazioni. Il suo messaggio è un invito a custodire il patrimonio culturale e ambientale delle aree montane, garantendo un futuro sostenibile per le comunità che le abitano.
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- 👎 Spopolamento: un problema complesso, ma serve un cambio radicale......
- 🤔 Neopopolamento: non è oro tutto quel che luccica, serve attenzione......
Politiche a sostegno delle aree montane: fondi, strategie e opportunità
Le aree montane possono beneficiare di diverse politiche a sostegno del loro sviluppo, sia a livello nazionale che regionale. Il “Rapporto Montagne Italia 2025” analizza le principali misure di sostegno, valutandone l’efficacia e proponendo nuove strategie per contrastare lo spopolamento e la marginalizzazione. È fondamentale creare un sistema di politiche coerente e integrato, che tenga conto delle specificità di ciascun territorio montano e che promuova la cooperazione tra i diversi livelli di governo.
Il Fondo per lo Sviluppo delle Montagne Italiane, istituito con la legge n. 234 del 2021, rappresenta uno strumento importante per finanziare interventi di salvaguardia e valorizzazione della montagna, nonché misure di sostegno per i comuni montani. Il Fondo è finalizzato a promuovere lo sviluppo economico, sociale e ambientale delle aree montane, creando nuove opportunità di lavoro, migliorando la qualità dei servizi e valorizzando il patrimonio culturale e naturale.
La Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI), nata nel 2013, mira a riattivare le aree remote del Paese, classificando i comuni in base alla distanza dai servizi essenziali e promuovendo interventi per contrastare il declino demografico e la marginalizzazione. La SNAI prevede il rafforzamento dei servizi essenziali (sanità, istruzione, mobilità) e la promozione di progetti di sviluppo locale basati sulla valorizzazione delle risorse territoriali (turismo sostenibile, agricoltura di qualità, artigianato). La strategia si basa su un approccio integrato e partecipativo, che coinvolge tutti i livelli di governo e che tiene conto delle specificità di ciascun territorio.
Tuttavia, è necessario superare la frammentazione degli interventi e garantire una maggiore sinergia tra le diverse politiche, a livello nazionale e regionale. È fondamentale creare un sistema di governance efficace, che coinvolga i comuni montani, le regioni, lo stato centrale e gli altri attori del territorio, promuovendo la cooperazione, la condivisione delle informazioni e la programmazione congiunta. Solo così sarà possibile massimizzare l’impatto delle politiche a sostegno delle aree montane e garantire uno sviluppo sostenibile e duraturo.
A livello regionale, molte regioni hanno adottato politiche specifiche a sostegno delle aree montane, finanziando progetti di sviluppo locale, promuovendo il turismo sostenibile, sostenendo le attività agricole e artigianali, e valorizzando il patrimonio culturale e ambientale. Queste politiche regionali rappresentano un importante complemento alle misure nazionali, contribuendo a creare un sistema di sostegno più completo e articolato.
Oltre i confini: per un futuro sostenibile delle terre alte
Lo sviluppo delle aree montane non può prescindere da una visione di sostenibilità a 360 gradi. È fondamentale adottare un approccio integrato, che tenga conto delle diverse dimensioni dello sviluppo (ambiente, società ed economia) e che promuova la cooperazione tra i diversi attori del territorio. Solo così sarà possibile creare un futuro sostenibile per le comunità montane, un futuro che sappia coniugare innovazione e tradizione, sviluppo economico e tutela del territorio, progresso sociale e rispetto per l’ambiente.
Un’iniziativa di ricerca condotta dalla Feem (Fondazione Eni Enrico Mattei) indaga come le aree montane possano efficacemente promuovere modelli di sviluppo durevole, integrando gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030. Questo approccio permette di affrontare le diverse dimensioni dello sviluppo (ambiente, società ed economia) in modo integrato, creando le basi per una crescita duratura e rispettosa del territorio. Il progetto mira a sviluppare uno strumento che comprenda la complessità delle sfide presentate dall’Agenda 2030, affrontando le diverse dimensioni dello sviluppo sostenibile e creando i presupposti per una sua generalizzazione e replicabilità ad altre aree del Paese.
È fondamentale valorizzare le risorse locali, promuovendo il turismo sostenibile, l’agricoltura di qualità, l’artigianato e le energie rinnovabili. È importante creare un sistema economico diversificato e resiliente, che sia in grado di adattarsi ai cambiamenti climatici e alle sfide globali. È necessario investire nell’innovazione, nella ricerca e nello sviluppo, creando nuove opportunità di lavoro e promuovendo la nascita di nuove imprese.
È altrettanto importante preservare il patrimonio culturale e ambientale delle aree montane, tutelando il paesaggio, la biodiversità, le tradizioni e i saperi locali. È necessario promuovere un turismo responsabile e rispettoso dell’ambiente, che valorizzi le risorse del territorio e che crei benefici per le comunità locali. È importante educare i giovani alla cultura della montagna, trasmettendo loro i valori del rispetto per l’ambiente, della solidarietà e della cooperazione.
In definitiva, il futuro delle aree montane dipende dalla capacità di creare un modello di sviluppo sostenibile, che sappia coniugare innovazione e tradizione, sviluppo economico e tutela del territorio, progresso sociale e rispetto per l’ambiente. Un modello che valorizzi le risorse locali, che promuova la cooperazione tra i diversi attori del territorio, e che garantisca un futuro dignitoso e sostenibile per le comunità che abitano questi territori.
Un aspetto fondamentale da considerare è che spesso queste comunità vivono lontane dai grandi centri urbani e quindi sono più vulnerabili agli effetti negativi dei cambiamenti climatici e delle crisi economiche. Tuttavia, le aree montane possiedono un patrimonio di conoscenze e tradizioni che possono essere utilizzate per affrontare queste sfide in modo resiliente e sostenibile. È importante che le politiche pubbliche sostengano queste comunità, promuovendo l’innovazione, la diversificazione economica e la tutela del patrimonio culturale e ambientale.
Come detto, le voci dimenticate delle montagne italiane hanno molto da insegnarci. Ascoltiamole.
Uno sguardo oltre la vetta: montagne, alpinismo e comunità
L’analisi del “Rapporto Montagne Italia 2025” ci conduce a riflettere su un tema più ampio, intrinsecamente legato alla montagna: il rapporto tra l’uomo e l’ambiente alpino, un legame che si manifesta in diverse forme, tra cui l’alpinismo.
Una nozione base per chi si interessa di montagna e alpinismo è la consapevolezza che le comunità montane non sono solo uno sfondo pittoresco per le imprese alpinistiche, ma sono parte integrante e vitale dell’ecosistema alpino. Ogni scalata, ogni sentiero percorso, ha un impatto su queste comunità, e viceversa.
Un concetto più avanzato è la “responsabilità alpina”. Non si tratta solo di non lasciare rifiuti o di rispettare la flora e la fauna, ma di contribuire attivamente al benessere delle comunità montane, sostenendo le economie locali, valorizzando le tradizioni e promuovendo un turismo sostenibile. Questo significa scegliere rifugi e ristoranti gestiti da persone del posto, acquistare prodotti locali e partecipare ad attività che contribuiscano alla conservazione del patrimonio culturale e ambientale.
L’alpinismo moderno, quindi, non può essere disgiunto da una profonda consapevolezza del contesto sociale ed economico in cui si svolge. Ogni alpinista, ogni escursionista, ha la responsabilità di essere un custode delle montagne e delle comunità che le abitano. Questo implica un cambiamento di mentalità, un passaggio da una visione individualistica dell’alpinismo a una visione più comunitaria e responsabile, in cui il rispetto per l’ambiente e per le persone diventano valori fondamentali.
La riflessione che ne deriva è un invito a considerare la montagna non solo come un terreno di sfida personale, ma come un luogo di incontro, di scambio e di crescita reciproca, dove l’uomo e la natura possono convivere in armonia. Solo così potremo garantire un futuro sostenibile per le aree montane e per le comunità che le abitano, preservando la bellezza e la ricchezza di questi territori per le future generazioni.