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Marco Confortola riscrive la storia: conquista il Gasherbrum I senza ossigeno!

L'alpinista valtellinese completa la «Corona dei 14 Ottomila», un'impresa leggendaria che celebra la resilienza e la passione per la montagna, diventando un esempio per il soccorso alpino.
  • Marco Confortola ha raggiunto la vetta del Gasherbrum I (8080 metri), completando la «Corona dei 14 Ottomila» senza ossigeno supplementare.
  • Nel 2008, dopo la tragedia del K2, Confortola ha subito l'amputazione di parte dei piedi, dimostrando una straordinaria resilienza.
  • Confortola è tecnico di elisoccorso per la VII Delegazione Valtellina - Valchiavenna, mettendo le sue competenze al servizio della comunità.

Marco Confortola, alpinista valtellinese, ha compiuto un’impresa storica che lo consacra nell’olimpo dell’alpinismo mondiale. Il 20 luglio 2025, alle 10:44 ora locale, ha raggiunto la vetta del Gasherbrum I (GI), noto anche come Hidden Peak, situato nella catena del Karakorum, sull’Himalaya, al confine tra Pakistan e Cina. Con i suoi 8080 metri, il GI rappresenta l’undicesima montagna più alta della Terra e l’ultimo tassello che mancava a Confortola per completare la leggendaria “Corona dei 14 Ottomila”.

L’Ascesa al Gasherbrum I

L’ascensione al Gasherbrum I è stata realizzata senza l’ausilio di ossigeno supplementare, un elemento che accresce ulteriormente il valore dell’impresa. Ad accompagnare Confortola in questa sfida sono stati gli sherpa Pasang Ngima e Lakpa Tashi. La notizia del successo è stata diffusa dall’agenzia Seven Summit Treks, che ha sottolineato la competenza e l’esperienza di Confortola, guida alpina senior certificata UIAGM/IFMGA dal 1993.

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  • 🤔 Amputazione e poi di nuovo in vetta? Forse l'ossigeno non è......
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Un Traguardo che Entra nella Storia

Con la conquista del Gasherbrum I, Marco Confortola entra a far parte di un club esclusivo di meno di cinquanta alpinisti al mondo capaci di scalare tutte le quattordici vette superiori agli 8000 metri. Un traguardo che premia anni di dedizione, sacrificio e passione per la montagna. Il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, ha espresso la sua gioia per l’impresa di Confortola, sottolineando come l’alpinista abbia portato con sé le bandiere della Lombardia e delle Olimpiadi, un gesto che testimonia il suo amore per il territorio.

Il Percorso di un Alpinista Determinato

La carriera di Marco Confortola è costellata di successi e sfide superate. Nel 2004, è stato il primo valtellinese a raggiungere la vetta dell’Everest (8848 metri). Nel 2008, ha subito l’amputazione di parte dei piedi a seguito della tragedia del K2, dove persero la vita undici alpinisti. Nonostante le difficoltà, Confortola non si è mai arreso, continuando a inseguire i suoi sogni e a superare i propri limiti. La sua determinazione e il suo spirito di resilienza sono un esempio per tutti gli appassionati di montagna e per chiunque si trovi ad affrontare ostacoli nella vita.

Un Esempio per il Soccorso Alpino

Il Corpo nazionale Soccorso alpino e speleologico (CNSAS) della Lombardia ha espresso il suo orgoglio per l’impresa di Confortola, sottolineando come le competenze e l’esperienza di alpinisti di alto livello come lui contribuiscano ad innalzare il livello tecnico, la capacità di gestione del rischio e lo spirito di squadra che caratterizzano il Soccorso alpino e speleologico lombardo. Confortola, infatti, opera da anni come tecnico di elisoccorso per la VII Delegazione Valtellina – Valchiavenna, mettendo le sue capacità al servizio della collettività.

Conclusione: Oltre la Vetta, l’Eredità di un Uomo

L’impresa di Marco Confortola non è solo un successo personale, ma un patrimonio per l’alpinismo italiano e mondiale. La sua storia di resilienza, passione e dedizione ispira e dimostra che con impegno e determinazione è possibile superare ogni ostacolo e raggiungere traguardi impensabili. Confortola non è solo un alpinista, ma un esempio di coraggio e umanità, un uomo che ha saputo trasformare le difficoltà in opportunità e che ha messo le sue capacità al servizio degli altri.

Amici appassionati di montagna, l’impresa di Confortola ci ricorda un principio fondamentale dell’alpinismo: il rispetto per la montagna. Non si tratta solo di raggiungere la vetta, ma di farlo con consapevolezza, preparazione e umiltà, consapevoli dei rischi e delle proprie capacità.

Un concetto più avanzato, che emerge dalla storia di Confortola, è la capacità di trasformare le avversità in opportunità. La tragedia del K2 avrebbe potuto segnare la fine della sua carriera alpinistica, ma lui ha saputo reagire, reinventarsi e tornare più forte di prima, dimostrando che la vera vetta da conquistare è quella interiore.

Riflettiamo: cosa possiamo imparare dalla storia di Marco Confortola? Come possiamo applicare i suoi insegnamenti nella nostra vita, sia in montagna che nella quotidianità? Forse, la risposta sta nella capacità di non arrendersi mai, di credere nei propri sogni e di mettere le proprie capacità al servizio degli altri.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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