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- Marco Confortola ha completato la «Corona degli Ottomila» scalando il Gasherbrum I senza ossigeno supplementare, un'impresa riuscita a meno di 50 persone al mondo.
- Il CNSAS ha elogiato Confortola, tecnico di elisoccorso nella VII Delegazione Valtellina - Valchiavenna, sottolineando come la sua esperienza elevi il livello tecnico dell'organizzazione.
- Nel 2008, Confortola è sopravvissuto alla tragedia sul K2, dimostrando resilienza e determinazione, e ha continuato a scalare gli «ottomila», raggiungendo la vetta del Gasherbrum II nel 2019.
Marco Confortola, alpinista valtellinese, entra nella leggenda conquistando il Gasherbrum I e completando la “Corona degli Ottomila”.
L’impresa storica di Marco Confortola
Il mondo dell’alpinismo celebra un nuovo eroe: Marco Confortola. L’alpinista di Valfurva ha compiuto un’impresa straordinaria, raggiungendo la vetta del Gasherbrum I (8.080 metri) senza l’ausilio di ossigeno supplementare. Questo successo lo proietta nell’olimpo degli alpinisti, un ristrettissimo gruppo di meno di cinquanta persone al mondo capaci di scalare tutte le quattordici vette superiori agli ottomila metri. L’ascensione è avvenuta il 20 luglio 2025 alle 10:44 ora locale, con il supporto degli sherpa Pasang Ngima e Lakpa Tashi.

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Il riconoscimento del Soccorso Alpino
Il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS) della Lombardia ha espresso il suo orgoglio per l’impresa di Confortola. In una nota ufficiale, il CNSAS ha sottolineato come la presenza di alpinisti di tale calibro tra i propri soccorritori contribuisca ad elevare il livello tecnico, la capacità di gestione del rischio e lo spirito di squadra che contraddistinguono l’organizzazione. Confortola, infatti, è da anni un tecnico di elisoccorso nella VII Delegazione Valtellina – Valchiavenna, oltre ad essere guida alpina, maestro di sci e istruttore nazionale di alpinismo. La sua esperienza e competenza sono un valore aggiunto inestimabile per il soccorso alpino lombardo.
Un percorso costellato di successi e sfide
La carriera alpinistica di Marco Confortola è un susseguirsi di successi, ma anche di momenti difficili. Tra le sue imprese più significative, spiccano la prima ascensione valtellinese all’Everest nel 2004, le scalate dello Shisha Pangma nel 2006 e dell’Annapurna I nello stesso anno. Nel 2008, Confortola è stato protagonista di una delle più gravi tragedie alpinistiche sul K2, dove persero la vita undici alpinisti. Nonostante le difficoltà e i congelamenti riportati, Confortola riuscì a sopravvivere, dimostrando una straordinaria forza d’animo e determinazione. Negli anni successivi, ha continuato a scalare gli “ottomila”, raggiungendo la vetta del Manaslu nel 2012, del Lhotse nel 2013, del Makalu nel 2016, del Dhaulagiri I nel 2017 e del Gasherbrum II nel 2019. Le ascensioni al Kangchenjunga nel 2022 e al Nanga Parbat nel 2023, sebbene contestate, hanno contribuito a consolidare la sua reputazione di alpinista di altissimo livello.
Un esempio di resilienza e dedizione
L’impresa di Marco Confortola non è solo un successo personale, ma anche un esempio di resilienza e dedizione per tutti gli appassionati di montagna. La sua capacità di superare le difficoltà, di non arrendersi di fronte agli ostacoli e di mettere le proprie competenze al servizio della collettività lo rendono un modello da seguire. La sua storia dimostra che con impegno, passione e rispetto per la montagna è possibile raggiungere traguardi impensabili.
Conclusione: Oltre la Vetta, l’Eredità di un Alpinista
Marco Confortola non ha semplicemente scalato quattordici montagne; ha scalato le vette dell’umiltà, della perseveranza e del servizio. La sua impresa è un faro per chiunque si senta chiamato dalla montagna, un promemoria che la vera conquista non è solo raggiungere la cima, ma anche il modo in cui si affronta il percorso.
Amici appassionati di montagna, l’impresa di Confortola ci ricorda un concetto fondamentale: l’importanza dell’allenamento e della preparazione. Un alpinista esperto sa che ogni spedizione richiede una preparazione fisica e mentale meticolosa, oltre a una conoscenza approfondita delle tecniche di alpinismo e delle condizioni ambientali.
E per chi vuole spingersi oltre, una nozione avanzata: l’etica dell’alpinismo. Confortola ha scalato il Gasherbrum I senza ossigeno supplementare, una scelta che riflette un profondo rispetto per la montagna e un impegno a superare i propri limiti con le proprie forze. Questa è una pratica che valorizza l’esperienza e la connessione con la natura, piuttosto che la semplice conquista della vetta.
Riflettiamo: cosa significa per voi la montagna? È una sfida da superare, un luogo di pace e contemplazione, o un’opportunità per crescere come persone? L’esempio di Confortola ci invita a trovare la nostra risposta, a vivere la montagna con passione e rispetto, e a lasciare un’impronta positiva nel mondo dell’alpinismo.