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- L'alpinista Ernesto Macera Mascitelli riparte il 23 agosto per scalare il Manaslu, montagna di 8.163 metri, con l'obiettivo di raggiungere la vetta entro il 2 ottobre.
- Parte dei fondi raccolti per la spedizione «Manaslu 25» saranno destinati alla ricostruzione di un istituto scolastico nel borgo di Devitar, in Nepal, colpito dal sisma del 2015.
- Dopo un tentativo interrotto nel 2024 a causa di una tempesta, Macera Mascitelli affronterà la scalata con un team ridotto e un approccio all'alpinismo più puro, minimizzando l'assistenza esterna.
L’alpinismo, ben oltre la mera conquista di una vetta, incarna valori di rispetto, coraggio e responsabilità. È con questo spirito che l’alpinista Ernesto Macera Mascitelli si prepara per una nuova, audace impresa: la scalata del Manaslu, la “montagna degli spiriti”, situata nella catena dell’Himalaya e culminante a 8.163 metri. Questa vetta, ottava montagna più alta del mondo, rappresenta una sfida formidabile, un banco di prova per ogni alpinista che osi misurarsi con le sue difficoltà tecniche e i pericoli ambientali. La partenza è fissata per il 23 agosto, con l’obiettivo di raggiungere la vetta entro il 2 ottobre.
La spedizione non è solo un’impresa sportiva, ma anche un’occasione per promuovere la solidarietà. Macera Mascitelli, da anni, affianca alle sue scalate progetti di sostegno alle comunità andine e nepalesi. Segnatamente, egli si dedica con impegno alla ricostruzione di un istituto scolastico nel borgo di Devitar, in Nepal, severamente compromesso dal sisma del 2015. Una porzione dei fondi raccolti nell’ambito della spedizione “Manaslu 25” sarà destinata all’acquisto di materiale didattico e indumenti per i giovani nepalesi.
Un ritorno alle origini dell’alpinismo
Dopo un primo tentativo interrotto nel 2024 a causa di una violenta tempesta di neve che lo aveva bloccato a 7.000 metri, Macera Mascitelli torna sul Manaslu con una determinazione rinnovata. Questa volta, l’approccio sarà diverso, improntato a un alpinismo più puro e meno artificiale. L’alpinista partirà da Kathmandu con un team ridotto, composto da un solo sherpa e due portatori, il cui supporto si limiterà alla logistica al campo base. Il vero banco di prova prenderà il via superato il campo base, dove Macera Mascitelli sarà affiancato unicamente da Njimi Sherpa, un collega alpinista nepalese conosciuto nella precedente spedizione.
Questa decisione di minimizzare l’assistenza esterna rispecchia la visione di Macera Mascitelli: un ritorno alle radici più autentiche dell’alpinismo, dove l’essere umano e la maestosità della montagna si confrontano direttamente, senza l’ausilio di un’eccessiva struttura di supporto. L’alpinista è consapevole delle difficoltà che lo attendono, ma è animato da una profonda motivazione e dal desiderio di vivere un’esperienza che sia la massima espressione della sua passione per l’alta quota.

- Che bella iniziativa! Unire l'alpinismo alla solidarietà...👏...
- Non sono d'accordo con questo tipo di alpinismo 'puro'... 👎...
- Scalare senza troppi aiuti? 🤔 Forse si perde qualcosa... ...
La comunità si stringe attorno all’alpinista
La partenza di Macera Mascitelli è stata preceduta da una conferenza stampa presso la sala consiliare del Comune di Trasacco, alla presenza di autorità civili e rappresentanti del mondo dell’alpinismo. Nel corso dell’evento, il primo cittadino di Avezzano e la consigliera Gallese hanno simbolicamente consegnato all’alpinista il vessillo comunale, che Macera Mascitelli porterà con sé fino alla vetta del Manaslu, accanto al vessillo nazionale italiano.
La comunità marsicana guarda con orgoglio e trepidazione all’impresa di Macera Mascitelli, seguendo con il cuore sospeso il cammino di un uomo che porta con sé molto più del peso dello zaino: porta speranza, impegno e un messaggio universale di fraternità. La Regione Abruzzo ha voluto patrocinare la spedizione per supportare un grande alpinista e corregionale che tenta un’impresa di risonanza mondiale, per l’elemento alpino che accomuna la regione ai territori montani oltre confine e per il sostegno ai bambini nepalesi.
Oltre la vetta: un messaggio di umanità e ispirazione
L’avventura di Ernesto Macera Mascitelli sul Manaslu è una narrazione che trascende i confini dell’alpinismo, elevandosi a simbolo di resilienza, determinazione e impegno sociale. La sua figura incarna l’essenza di un alpinismo che non si limita alla conquista della vetta, ma si fa portatore di valori universali di solidarietà e rispetto per l’ambiente e le comunità locali.
L’impresa di Macera Mascitelli ci ricorda che la montagna, con le sue sfide e i suoi pericoli, è anche un luogo di incontro e di scambio, un terreno fertile per la crescita personale e la costruzione di legami umani autentici.
Un concetto base dell’alpinismo è la “gestione del rischio”. In alta quota, ogni decisione può fare la differenza tra la vita e la morte. Gli alpinisti devono valutare attentamente le condizioni meteorologiche, le proprie capacità fisiche e mentali, e i pericoli oggettivi della montagna, come valanghe, crepacci e seracchi. Una gestione efficace del rischio richiede esperienza, conoscenza del terreno e capacità di prendere decisioni rapide e ponderate.
Un concetto avanzato è l'”etica dell’alpinismo”. Questo insieme di principi guida il comportamento degli alpinisti in montagna, promuovendo il rispetto per l’ambiente, la sicurezza e l’autosufficienza. L’etica dell’alpinismo incoraggia a lasciare la montagna intatta, a non utilizzare mezzi artificiali per facilitare la salita e a soccorrere gli altri alpinisti in difficoltà.
L’impresa di Macera Mascitelli ci invita a riflettere sul significato profondo dell’alpinismo e sul suo potenziale per ispirare e motivare le persone a superare i propri limiti e a impegnarsi per un mondo più giusto e solidale. *La sua storia è un esempio di come la passione per la montagna possa coniugarsi con l’impegno sociale, creando un impatto positivo sulla vita delle persone e delle comunità.*