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- La prima ascensione del Gasherbrum IV, avvenuta nel 1958 ad opera di Walter Bonatti e Carlo Mauri, rimane una pietra miliare nella storia dell'alpinismo, un'impresa mai più ripetuta per la sua difficoltà.
- Il Gasherbrum IV si erge a 7925 metri, sesta cima più alta del Pakistan, dominando il ghiacciaio Baltoro e offrendo panorami spettacolari sul Karakorum.
- In oltre 65 anni, il Gasherbrum IV è stato scalato solo quattro volte, testimoniando le sfide estreme che pone agli alpinisti.
L’imponente Gasherbrum IV, con i suoi 7925 metri, si erge come la sesta cima più alta del Pakistan e una delle montagne più ambite e temute dagli alpinisti di tutto il mondo. La sua forma piramidale, elegante e slanciata, domina il paesaggio del ghiacciaio Baltoro, rendendola una meta iconica e un simbolo di sfida per l’alpinismo d’alta quota. La sua fama non deriva solo dalla sua bellezza, ma anche dalle difficoltà tecniche estreme che ne fanno una delle vette meno scalate del Karakorum. Il nome stesso, derivante dalla lingua Balti, evoca la sua maestosità: “rgasha” (bello) e “brum” (montagna) si fondono in “Gasherbrum”, la “bella montagna”.
La Conquista del Gigante: Una Storia di Audacia e Controversie
La prima ascensione del Gasherbrum IV, avvenuta il 6 agosto 1958, rappresenta una pietra miliare nella storia dell’alpinismo. Walter Bonatti e Carlo Mauri, membri della spedizione italiana guidata da Riccardo Cassin, furono gli artefici di questa impresa leggendaria. L’impresa alpinistica, promossa dal Club Alpino Italiano, assumeva un valore simbolico particolare: costituiva una sorta di rivincita morale in seguito alle discussioni e alle controversie scaturite dalla prima ascensione del K2 nel 1954, vicenda che aveva visto Cassin e Bonatti coinvolti in circostanze dibattute. Accanto ai due futuri vincitori della cima, il gruppo annoverava importanti nomi dell’alpinismo quali Giuseppe de Francesch, Toni Gobbi (nel ruolo di vice-capo spedizione), Giuseppe Oberto, il medico Donato Zeni e l’esperto di Oriente Fosco Maraini. Il balzo finale verso la vetta prese il via dal campo 6, posto a 7350 metri di quota, con un assalto diretto alla cima in condizioni proibitive. La scelta di Bonatti e Mauri fu quella di rinunciare all’uso dell’ossigeno supplementare, una decisione dettata più da impedimenti pratici che da considerazioni etiche: il trasporto di bombole del peso di 19 kg avrebbe infatti compromesso l’agilità cruciale per affrontare i complessi passaggi di quinto grado a quelle quote estreme. L’ascesa si snodò su un percorso di notevole complessità: inizialmente, i due scalatori superarono i seracchi che si trovano a sud-est, per poi dirigersi verso la cresta nord-est, la quale li condusse dapprima alla cima secondaria settentrionale e, successivamente, attraverso un tratto particolarmente esposto e tecnicamente arduo, alla vetta principale del Gasherbrum IV. Nonostante la sua rilevanza, la prima ascensione del Gasherbrum IV non ottenne subito il riconoscimento che le spettava. Per diversi decenni, rimase nell’ombra, forse perché la sua altitudine non raggiungeva gli 8000 metri, un parametro che, per un certo periodo, venne erroneamente impiegato per determinare il “valore” di un’ascensione. Ancora oggi, a distanza di oltre sessant’anni, quel percorso non è stato ripetuto, a riprova della sua straordinaria difficoltà.
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Il Gasherbrum IV nel Contesto Geografico del Karakorum
Il Gasherbrum IV appartiene all’omonimo massiccio montuoso, che include altresì tre cime che superano gli Ottomila metri: il Gasherbrum I (noto anche come Hidden Peak, 8080 m), il Gasherbrum II (8035 m) e il vicino Broad Peak (8051 m). A breve distanza si erge il K2 (8611 m), la seconda vetta più alta del pianeta, rendendo quest’area una delle più imponenti a livello globale per la pratica dell’alpinismo d’alta quota. Dal punto di vista geografico, la montagna si colloca lungo la linea di confine tra Pakistan e Cina, nella regione denominata Gilgit-Baltistan.

Le Ascensioni: Una Sfida Continua
Nel corso di oltre 65 anni, il Gasherbrum IV è stato raggiunto solo quattro volte nella sua totalità, tutte salite estremamente ardue e sovente seguendo percorsi differenti:
1958 – Prima ascesa: Walter Bonatti e Carlo Mauri, attraverso la cresta nord-est.
1986 – Seconda salita: il team composto da Greg Child, Tim Macartney-Snape e Tom Hargis.
1997 – Terzo successo: un gruppo di alpinisti sudcoreani, formato da Bang Jung-ho, Kim Tong-kwan e Yoo Huk-jae.
Portano a termine la prima scalata della parete occidentale, avanzando lungo lo sperone centrale.
1999 – Quarto successo: Kang Yeon-ryong e Yun Chi-won ripercorrono l’itinerario sulla cresta nord-ovest.
Tra le salite più notevoli, benché non culminate in vetta, si annovera quella del 1985 compiuta da Wojciech Kurtyka e Robert Schauer, i quali scalarono la parete ovest in puro stile alpino, giungendo sulla cresta sommitale a circa 7900 metri, senza tuttavia riuscire a completare l’ascensione.
Nel 2018, durante la ricorrenza del sessantesimo anniversario della prima scalata, una spedizione del Corpo degli Alpini tentò di ripercorrere la via di Bonatti e Mauri, ma l’iniziativa fu interrotta in seguito alla tragica scomparsa del Caporal Maggiore Scelto Maurizio Giordano, travolto da una valanga di ghiaccio.
Gasherbrum IV: Un Viaggio Oltre la Vetta
Giungere al campo base del Gasherbrum IV rappresenta di per sé un’impresa avventurosa. Il percorso a piedi che attraversa il ghiacciaio Baltoro è considerato tra i più suggestivi e faticosi al mondo. Il tragitto regala panorami spettacolari su alcune delle cime più celebri del Karakorum, come le imponenti Torri di Trango, il Broad Peak, il Chogolisa e il maestoso K2.
L’avventura inizia con un volo aereo verso Islamabad, per poi proseguire, via aerea o via terra tramite la Karakorum Highway, fino a Skardu, da dove, con un tragitto in jeep, si raggiunge il villaggio di Askole (3050 m). Da questo punto ha inizio la marcia di avvicinamento:
Giorno 1: Askole – Jula (3150 m)
Giorno 2: Jula – Payu (3400 m)
Giorno 3: Payu – Urdukas (4100 m, con l’ingresso sul ghiacciaio Baltoro)
Giorno 4: Urdukas – Gore (4500 m)
Giorno 5: Gore – Concordia (4700 m, un punto panoramico di eccezionale bellezza)
Giorno 6: Marcia di avvicinamento al campo base del Gasherbrum IV.
Il rientro può avvenire percorrendo lo stesso tragitto o, per chi desidera chiudere un anello, attraversando il valico del Gondogoro La (5585 m) e scendendo verso l’abitato di Hushe. Per intraprendere questo trekking è indispensabile avvalersi dei servizi di un’agenzia locale debitamente autorizzata, che si occuperà di permessi, organizzazione logistica, guide e personale di supporto.
Per affrontare un trekking di base, i costi medi si aggirano intorno ai 4000 euro a persona, ma l’importo finale può variare in base alle prestazioni richieste.
È fortemente raccomandato rivolgersi a operatori specializzati, sia italiani che pakistani, al fine di evitare complicazioni burocratiche e logistiche.
L’Eredità del Gasherbrum IV: Un Simbolo di Sfida e Ispirazione
Il Gasherbrum IV rimane un emblema di sfida e una fonte di ispirazione per gli alpinisti di tutto il mondo. La sua storia, costellata di successi e di dolorose perdite, continua a motivare le nuove generazioni di scalatori a spingersi oltre i propri confini e a confrontarsi con la maestosità selvaggia e incontaminata del Karakorum.
Amici appassionati di montagna, spero che questo viaggio virtuale al Gasherbrum IV vi abbia emozionato tanto quanto ha emozionato me. Parlando di alpinismo, è fondamentale ricordare che la preparazione fisica e tecnica sono essenziali, ma non bastano. La conoscenza del territorio, la capacità di valutare i rischi e l’umiltà di fronte alla montagna sono altrettanto importanti.
Un concetto avanzato, spesso trascurato, è l’importanza dell’ etica dell’alpinismo. Non si tratta solo di raggiungere la vetta, ma di farlo nel rispetto dell’ambiente e delle generazioni future, minimizzando l’impatto e preservando la bellezza di questi luoghi unici.
Il Gasherbrum IV ci ricorda che la montagna è una maestra severa, ma anche una fonte inesauribile di ispirazione. Ci invita a riflettere sul nostro rapporto con la natura, sui nostri limiti e sulle nostre aspirazioni. Cosa significa per voi la montagna? Quali sono le sfide che vi spingono a superare i vostri limiti?
- Il sito del CAI offre dettagli sulla spedizione del 1958, rilevante per l'articolo.
- Sito ufficiale del Club Alpino Italiano, promotore della spedizione del 1958.
- Pagina di Wikipedia dedicata al Gasherbrum IV, con dettagli sulla spedizione del CAI.
- Pagina di Wikipedia su Riccardo Cassin, capo spedizione al Gasherbrum IV.