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- Jim Morrison ha completato la prima discesa con gli sci del Couloir Hornbein sull'Everest il 15 ottobre 2025, un'impresa mai realizzata prima.
- La discesa dell'"Everest Superdirect" ha richiesto a Morrison poco più di quattro ore, partendo dalla cima (8.849 m) e terminando al Campo I (6.088 m).
- Nel 2018, Jim Morrison e Hilaree Nelson avevano completato la prima discesa con gli sci dalla vetta del Lhotse (8.516 m), la quarta montagna più alta del mondo.
- La spedizione di Morrison includeva un team di undici persone, tra cui alpinisti, sherpa, fotografi e videografi, e ha richiesto sei settimane e mezzo di acclimatamento.
- Durante la discesa, Morrison ha affrontato pendenze fino a 50 gradi, superando tratti di roccia nuda e calandosi in corda doppia per circa 200 metri.
L’alpinismo mondiale è in subbuglio per l’impresa di Jim Morrison, che il 15 ottobre 2025 ha effettuato la prima discesa con gli sci del Couloir Hornbein, sul versante settentrionale dell’Everest. Tale discesa rappresenta una tappa fondamentale nella storia dello sci estremo, una coraggiosa combinazione di capacità tecniche, preparazione atletica e tenacia mentale. L’evento ha colpito il mondo dell’alpinismo, non solamente per la difficoltà intrinseca del percorso, ma anche per il significato affettivo che esso rappresenta per Morrison, che ha dedicato questa impresa al ricordo della sua compagna, Hilaree Nelson, tragicamente scomparsa nel 2022 sul Manaslu.
La Conquista dell’ “Everest Superdirect”
Jim Morrison, alpinista americano cinquantenne, ha realizzato un’impresa ambita da molti, ma mai portata a termine: la discesa con gli sci dell'”Everest Superdirect”. Questo itinerario, ritenuto il più impegnativo tecnicamente della parete nord dell’Everest, unisce l’estremamente ripido Canale Hornbein con il Canale Giapponese, estendendosi fino al Ghiacciaio Rongbuk. La discesa, partita dalla cima dell’Everest (8.849 m) e terminata al Campo I (6.088 m), ha richiesto poco più di quattro ore, durante le quali Morrison ha affrontato pendenze estreme e condizioni ambientali proibitive.
La “Everest Superdirect” è una via che ha segnato la storia dell’alpinismo, non solo per la sua difficoltà, ma anche per la tragedia che l’ha colpita. Nel 2002, lo snowboarder estremo francese Marco Siffredi perse la vita durante un tentativo di discesa lungo questo percorso. Il suo corpo non fu mai ritrovato, alimentando il mito e il rispetto per questa montagna. Da allora, molti hanno tentato la discesa con gli sci dell’Everest, ma nessuno aveva mai osato affrontare la “Everest Superdirect”.

- 🚀 Morrison, un esempio di determinazione e coraggio......
- 🤔 Discesa incredibile, ma i rischi superano il tributo......
- ❤️🩹 Un'impresa che va oltre l'alpinismo, un atto d'amore......
Un Tributo a Hilaree Nelson
L’impresa di Morrison non è stata solamente una sfida alpinistica, ma anche un omaggio personale alla sua compagna, Hilaree Nelson. Durante la sosta in vetta, Morrison ha disperso le ceneri di Hilaree, un gesto simbolico che ha reso ancor più commovente questa impresa. Hilaree Nelson, esperta alpinista, era stata la compagna di spedizione di Morrison. Insieme, nel 2018, avevano completato la prima discesa con gli sci dalla vetta del Lhotse (8.516 m), la quarta montagna più alta del mondo. La sua scomparsa nel 2022 sul Manaslu ha lasciato un vuoto incolmabile nel cuore di Morrison e nella comunità alpinistica.
La discesa dell’Everest è stata quindi un modo per onorare la memoria di Hilaree, per portare a termine un sogno condiviso e per dimostrare che, anche di fronte alle difficoltà più estreme, è possibile superare i propri limiti e raggiungere obiettivi impensabili. Morrison ha dichiarato di aver sentito la presenza di Hilaree durante la discesa, come se lo incoraggiasse a non mollare e a portare a termine l’impresa.
Dettagli Tecnici e Preparazione
La spedizione di Morrison è stata meticolosamente pianificata e preparata. L’alpinista aveva già effettuato diversi sopralluoghi sull’Everest nel 2023 e nel 2024 per familiarizzare con il percorso. Nel 2024, aveva provato a scendere con gli sci alcune sezioni della via, ma affrontare l’intera discesa era rimasto un’impresa incerta e impegnativa.
Il 15 ottobre 2025, Morrison ha raggiunto la vetta dell’Everest alle 12:45 ora locale, dopo sei settimane e mezzo di acclimatamento. Un team di undici persone lo affiancava, composto da alpinisti, sherpa, fotografi e videografi. Tra i membri, particolarmente rilevante era la presenza di Jimmy Chin, la cui squadra di lavoro aveva precedentemente immortalato l’arrampicata in solitaria integrale di Alex Honnold su El Capitan, opera poi insignita del premio Oscar.
La discesa è stata estremamente impegnativa. Morrison ha dovuto affrontare pendenze fino a 50 gradi, superare tratti di roccia nuda e calarsi in corda doppia per circa 200 metri. Nonostante le difficoltà, è riuscito a raggiungere il Campo I (6.088 m) in poco più di quattro ore, sciando un totale di 2760 metri di dislivello.
Un Esempio di Determinazione e Coraggio: L’Eredità di Morrison
L’impresa di Jim Morrison è un esempio di determinazione, coraggio e passione per la montagna. La sua discesa con gli sci dell’Everest Superdirect è destinata a rimanere nella storia dell’alpinismo come una delle imprese più audaci e significative di sempre. Morrison ha dimostrato che, con la giusta preparazione, la forza di volontà e un pizzico di follia, è possibile superare i propri limiti e realizzare sogni che sembrano impossibili.
La sua impresa è un tributo alla memoria di Hilaree Nelson, un omaggio alla sua passione per la montagna e un esempio per tutti coloro che amano l’alpinismo e lo sci estremo. Morrison ha dimostrato che la montagna non è solo una sfida fisica, ma anche un’esperienza emotiva e spirituale, un luogo dove è possibile trovare se stessi e superare le proprie paure.
Amici appassionati di montagna, cosa ne pensate di questa incredibile impresa? Jim Morrison ha compiuto un gesto che va oltre l’alpinismo, un atto di amore e di ricordo che ci tocca nel profondo.
Una nozione base di alpinismo che possiamo trarre da questa storia è l’importanza della preparazione e dell’acclimatamento. Scalare e sciare una montagna come l’Everest richiede mesi di preparazione fisica e mentale, nonché un’attenta pianificazione della spedizione.
Una nozione più avanzata è la comprensione delle condizioni meteorologiche e dei rischi specifici di ogni montagna. Il Couloir Hornbein è noto per la sua difficoltà e pericolosità, e solo un alpinista esperto e preparato come Morrison poteva affrontarlo con successo.
Questa storia ci invita a riflettere sul significato della montagna per noi. È solo una sfida fisica o qualcosa di più profondo? Cosa ci spinge a superare i nostri limiti e a cercare l’avventura in luoghi così estremi? Forse, come Jim Morrison, cerchiamo un modo per onorare la memoria di chi non c’è più e per trovare un senso alla nostra esistenza.







