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Everest senza ossigeno: l’impresa epica di Andrzej Bargiel

Andrzej Bargiel riscrive la storia dell'alpinismo compiendo la prima discesa con gli sci dall'Everest senza ossigeno supplementare, un'impresa che sfida i limiti umani e apre nuove prospettive per l'esplorazione in alta quota.
  • Andrzej Bargiel, alpinista polacco di 37 anni, ha compiuto la prima discesa con gli sci dal Monte Everest senza l'ausilio di ossigeno supplementare.
  • L'ascesa è durata quasi 16 ore nella "zona della morte" dell'Everest, sopra gli 8.000 metri, rendendo l'impresa ancora più straordinaria.
  • Bargiel è il primo e unico alpinista ad aver sciato sia dall'Everest che dal K2, oltre a tutte le vette di 8.000 metri della catena del Karakoram, senza ossigeno supplementare, consolidando il suo posto nella storia dell'alpinismo.

Oggi, 27 settembre 2025, il mondo dell’alpinismo è in fermento per un’impresa che riscrive i limiti dell’esplorazione in alta quota. Il polacco Andrzej Bargiel, 37 anni, ha compiuto un’impresa senza precedenti: la salita e la discesa con gli sci del Monte Everest senza l’ausilio di ossigeno supplementare. Un traguardo che combina resistenza fisica, abilità tecnica e una profonda conoscenza dell’ambiente montano.

L’Ascesa e la Discesa: Una Sfida ai Limiti Umani

Il 22 settembre, dopo quasi 16 ore di scalata nella famigerata “zona della morte” dell’Everest, situata sopra gli 8.000 metri dove la rarefazione dell’ossigeno rappresenta una minaccia costante per la vita, Bargiel ha iniziato la sua discesa dalla vetta lungo la via del Colle Sud. La notte lo ha sorpreso mentre raggiungeva il Campo II, costringendolo a una sosta forzata a causa delle difficoltà di orientamento nel buio. La mattina seguente, guidato in parte da un drone pilotato dal fratello Bartek, ha attraversato la pericolosa cascata di ghiaccio del Khumbu, raggiungendo il Campo Base in sicurezza. Questo incredibile viaggio ha reso Bargiel la prima persona a compiere l’ascesa e la discesa dell’Everest senza ossigeno supplementare.

Bargiel ha descritto la sua ascesa come particolarmente ardua, sottolineando la difficoltà aggiuntiva derivante dalla chiusura delle altre spedizioni in questo periodo dell’anno. Questo ha comportato un maggiore onere di lavoro e condizioni più complesse. Affrontare 16 ore sopra gli 8.000 metri richiede una preparazione eccezionale. La discesa è stata suddivisa in due parti, poiché la navigazione nella cascata di ghiaccio del Khumbu in condizioni di relativa sicurezza era possibile solo al mattino.

Un’Impresa che Ridefinisce i Confini dell’Alpinismo

Oltre 6.000 persone hanno scalato l’Everest, ma meno di 200 lo hanno fatto senza ossigeno supplementare. La discesa con gli sci rappresenta un’impresa individuale di proporzioni enormi, mai realizzata prima. Bargiel ha sottolineato come la vetta sia stata faticosa e difficile, ammettendo di non aver mai trascorso così tanto tempo a un’altitudine simile.
La rarefazione dell’ossigeno in cima all’Everest, paragonabile all’altitudine di crociera di un aereo di linea, riduce la disponibilità di ossigeno a circa un terzo rispetto al livello del mare. La permanenza prolungata in queste condizioni può causare danni cerebrali, edema polmonare e persino la morte. Bargiel ha trascorso quasi 16 ore in questo ambiente estremo, riuscendo comunque a compiere una discesa controllata con gli sci.

Il Percorso di un Campione: Dalla Prima Discesa del K2 all’Everest

Questo successo arriva dopo due precedenti tentativi falliti sull’Everest nel 2019 e nel 2022. Bargiel ha espresso la sua soddisfazione per aver raggiunto un traguardo fondamentale nella sua carriera sportiva, affermando che sciare giù dall’Everest senza ossigeno era un sogno che coltivava da anni. Era consapevole che le difficili condizioni autunnali e la pianificazione della linea di discesa attraverso il ghiacciaio del Khumbu avrebbero rappresentato la sfida più grande della sua vita.

Bargiel si era già distinto nel 2018, diventando il primo e unico uomo a sciare giù dal K2, la seconda montagna più alta del mondo. Con la conquista dell’Everest, è diventato l’unico alpinista nella storia ad aver sciato sia dall’Everest che dal K2, oltre a tutte le vette di 8.000 metri della catena del Karakoram, il tutto senza ossigeno supplementare.

Un Nuovo Capitolo nella Storia dell’Alpinismo: Oltre i Limiti del Possibile

L’impresa di Andrzej Bargiel è un esempio straordinario di determinazione, allenamento e resilienza. Dimostra quanto lontano si possano spingere i limiti delle capacità umane. La sua salita e discesa dell’Everest senza ossigeno supplementare rappresenta una pietra miliare nell’alpinismo moderno, aprendo nuove prospettive per l’esplorazione in alta quota.

L’Eredità di Bargiel: Un’Ispirazione per le Future Generazioni di Alpinisti

L’impresa di Bargiel non è solo un record sportivo, ma un simbolo di audacia e perseveranza. Ci ricorda che i limiti sono spesso autoimposti e che, con la giusta preparazione e determinazione, è possibile superare ostacoli apparentemente insormontabili. La sua impresa ispira le future generazioni di alpinisti a sognare in grande e a spingersi oltre i confini del possibile.

L’impresa di Andrzej Bargiel ci porta a riflettere su cosa significhi veramente l’alpinismo. Non si tratta solo di raggiungere una vetta, ma di farlo nel rispetto dell’ambiente e delle proprie capacità. L’uso dell’ossigeno supplementare è un tema dibattuto da anni, con sostenitori e detrattori che si confrontano su questioni etiche e ambientali.

Una nozione base di alpinismo ci insegna che l’acclimatamento all’altitudine è fondamentale per evitare il mal di montagna e altre complicazioni. Una nozione più avanzata riguarda la gestione del rischio in alta quota, che richiede una profonda conoscenza del terreno, delle condizioni meteorologiche e delle proprie capacità fisiche e mentali.

L’impresa di Bargiel ci invita a interrogarci sul nostro rapporto con la montagna e sui limiti che siamo disposti a superare per raggiungere i nostri obiettivi. Ci spinge a riflettere sul significato della sfida, della perseveranza e del rispetto per la natura.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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