E-Mail: [email protected]
- Il 15 ottobre 2025, Jim Morrison ha completato la prima discesa con gli sci dalla parete nord dell'Everest, lungo il Canalone Hornbein.
- Il Canalone Hornbein ha una pendenza che raggiunge i 50 gradi e un dislivello di quasi 3.000 metri, rendendolo uno dei pendii più pericolosi dell'Everest.
- La discesa di Morrison è durata 4 ore e 5 minuti ed è stata dedicata alla sua compagna Hilaree Nelson, scomparsa tre anni prima sul Manaslu.
L’imponente Everest è stato scenario di una realizzazione che ha profondamente modificato i parametri dello sci estremo. In data 15 ottobre 2025, Jim <a class="crl" href="https://www.rivistadellamontagna.it/cultura-e-storie-di-montagna/everest-jim-morrison-riscrive-la-storia-con-una-discesa-da-brivido/”>Morrison, noto alpinista e sciatore statunitense, ha completato la prima discesa con gli sci dalla facciata settentrionale dell’Everest, avventurandosi lungo l’infame Hornbein Couloir. Questa prova audace si è proposta come un obiettivo ambizioso che per anni aveva costituito la sfida definitiva per gli appassionati di sport invernali ad altissima quota.
La Conquista dell’Inconquistabile
Il Canalone Hornbein, con la sua pendenza che raggiunge i 50 gradi e un dislivello di quasi 3.000 metri, è noto per essere uno dei pendii più ostili e pericolosi dell’Everest. Prima di Morrison, i tentativi di scendere questo versante con sci o snowboard si erano conclusi tragicamente, con incidenti e perdite di vite umane. La discesa di Morrison, durata quattro ore e cinque minuti, non è stata solo una prova di abilità tecnica, ma anche di resistenza fisica e mentale. Le condizioni della neve, descritte come “abominevoli” a causa dei forti venti, hanno reso l’impresa ancora più ardua.

- Che impresa incredibile, Morrison è un vero eroe! 🤩......
- 🤔 Discesa rischiosissima, ma ne valeva davvero la pena?......
- L'Everest, metafora della sfida umana: spingersi oltre, ma a quale costo? 🏔️......
Un Tributo e un Nuovo Capitolo
L’impresa di Morrison non è stata solo una conquista personale, ma anche un tributo alla sua compagna, Hilaree Nelson, scomparsa tre anni prima durante una spedizione sul Manaslu. Morrison ha dedicato la discesa a Nelson, sentendo la sua presenza e il suo incoraggiamento durante tutta l’impresa. Questo elemento emotivo ha aggiunto un ulteriore livello di profondità alla sua impresa, trasformandola in un atto di amore e memoria. La discesa è stata immortalata da Jimmy Chin, premio Oscar e National Geographic Explorer, che sta realizzando un documentario sull’impresa insieme a Chai Vasarhelyi. Il film, intitolato provvisoriamente “Everest North”, promette di offrire uno sguardo inedito sulla preparazione, i rischi e le emozioni di questa storica discesa.
Dettagli Tecnici e Preparazione
Affrontare una simile discesa implica un lungo percorso formativo oltre a una perizia consolidata nell’arte dello sci alpinismo. Un esempio eccellente è rappresentato da Morrison che, nel 2018, ha completato per primo la discesa sugli sci del Lhotse. Con assoluta attenzione ai dettagli organizzativi minuziosi è riuscito a stilare ogni fase dell’impresa. In questo contesto si inserisce il fondamentale contributo del suo team: sherpa altamente qualificati insieme agli scalatori Topo Mena e Tico Morales hanno rivestito ruoli chiave nel predisporre il tragitto sicuro attraverso le insidie della montagna. Durante l’ascensione sono state necessarie corde doppie per affrontare passaggi difficili; alcune aree infatti erano contrassegnate da rocce impervie o piene delle attrezzature lasciate nelle escursioni precedenti per rifornire d’ossigeno i partecipanti in difficoltà. La diversità delle condizioni nevose presentava sfide notevoli: si alternavano superfici scivolose quasi completamente congelate ad altre caratterizzate dalla presenza dei tipici sastrugi generati dai venti gelidi provenienti dalle regioni polari.
Oltre il Limite: Riflessioni Conclusive
Il compimento della discesa da parte di Jim Morrison dall’Everest segna una data fondamentale nell’ambito dello sci alpinismo. Non risulta essere esclusivamente una performance atletica eccezionale, bensì un emblema della determinazione umana nel trascendere le proprie limitazioni e nel rendere omaggio alla memoria degli scomparsi. Quest’atto audace compiuto da Morrison mette in evidenza come le montagne, tanto affascinanti quanto temibili, possano offrire opportunità per esperienze profondamente rivelatorie.
Cari amici devoti all’alpinismo e  alla vita montana, l’epico gesto dell’atleta ci propone un’importante riflessione: è essenziale ricordare  che una  solida preparazione accompagnata  dalla familiarità con il paesaggio è imprescindibile quando  si affrontano  sfide elevate. D’altra parte,   il  livello successivo consiste  nella competenza nel  maneggiare situazioni rischiose e  nell’effettuare scelte tempestive  anche  sotto pressione.
  Questo exploit straordinario stimola in noi interrogativi riguardanti il concetto stesso dei limiti  personali così   come  l’interazione tra uomo e ambiente naturale. Quale impulso ci conduce  verso  tali avventure sempre più ardue? Dove  si colloca il limite  che separa l’audacia dall’imprudenza?  In quale modo possiamo commemorare coloro che hanno tragicamente  perso la vita sulle  montagne, tramutando la sofferenza in un’opportunità per evolverci e oltrepassare i nostri limiti?







