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- Il Club Alpino Italiano (CAI) ha espresso un fermo «no» all'eliturismo, evidenziando i pericoli per l'ambiente montano.
- Il documento «Eliturismo in Montagna», approvato nel marzo 2024, riflette la preoccupazione del CAI per un modello di sviluppo turistico insostenibile.
- L'eliturismo disturba la fauna locale, alterando gli equilibri naturali e compromettendo la sopravvivenza di alcune specie, con un impatto significativo sull'area delle Dolomiti UNESCO.
Le Dolomiti sotto assedio: il CAI alza la voce contro l’eliturismo
Il Club Alpino Italiano (CAI) ha lanciato un allarme riguardo all’incremento dei voli turistici commerciali che sorvolano le cime più emblematiche delle Dolomiti, trasformando queste montagne, patrimonio dell’UNESCO, in mete per un turismo rapido e superficiale. La denuncia, partita da alpinisti tedeschi, riguarda in particolare la Cima della Torre Trieste, nel gruppo della Civetta, in provincia di Belluno. Questo fenomeno solleva interrogativi sulla reale efficacia delle tutele ambientali in un’area riconosciuta per il suo valore universale.
La posizione del CAI: un fermo “no” all’eliturismo
Il CAI ha espresso una posizione chiara e decisa contro l’uso ludico di mezzi motorizzati in montagna, con un’enfasi particolare sull’elicottero, considerato il mezzo più impattante. Il documento “Eliturismo in Montagna”, approvato nel marzo del 2024, riflette la preoccupazione dell’associazione per un modello di sviluppo turistico che non rispetta l’essenza della montagna. Il Presidente Generale del CAAI, Antonio Montani, ha sottolineato come questa pratica non giovi alla montagna.
Mario Vaccarella, delegato alle attività ambientali, ha descritto l’eliturismo come un’attività autoreferenziale, insostenibile per l’equilibrio ecologico montano e per le zone protette. Il suo appello è un invito a riscoprire il senso del limite, un valore fondamentale per il CAI. Di conseguenza, il tema dell’eliturismo si configura come una prova cruciale per valutare la capacità delle istituzioni di trasformare i principi di sostenibilità e protezione ambientale in interventi concreti.

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L’impatto sull’ambiente e sulla fauna
L’eliturismo non è solo una questione di etica e rispetto per la montagna, ma anche di impatto ambientale. Ricerche scientifiche hanno dimostrato un notevole disturbo per la fauna che popola gli habitat naturali coinvolti da questa pratica. Il rumore degli elicotteri, il loro passaggio frequente, possono alterare gli equilibri naturali e compromettere la sopravvivenza di alcune specie.
Il CAI sottolinea come l’area interessata dai voli turistici ricada nel territorio delle Dolomiti UNESCO, un riconoscimento di alto valore internazionale che, purtroppo, sembra mostrare delle debolezze nella conservazione dei luoghi. La Fondazione Dolomiti UNESCO ha il compito di promuovere e garantire una gestione efficace e coordinata dell’intero sito, ma i fatti dimostrano quanto sia difficile conciliare i buoni propositi con la realtà.
Un turismo “dolomitico”: quale futuro per le montagne?
Il CAI sollecita una riflessione su un approccio al turismo che sia intrinsecamente “dolomitico”, il quale consideri attentamente il valore del patrimonio naturale e la sua conservazione per le generazioni future. Questo significa elaborare piani attuativi che coinvolgano le amministrazioni, le componenti economiche e sociali e gli attori più direttamente interessati, per una fruizione responsabile della montagna.
L’episodio della influencer Giulia Calcaterra, che si era fatta portare in elicottero sulla cima della Torre Trieste per lanciarsi con il paracadute, è un esempio di come il turismo possa trasformarsi in uno spettacolo fine a se stesso, senza alcun rispetto per l’ambiente e per la cultura alpina.
Un appello alla responsabilità: oltre il turismo mordi e fuggi
La questione dell’eliturismo è un campanello d’allarme che ci invita a ripensare il nostro rapporto con la montagna. Non possiamo continuare a “usare” le vette per qualsiasi finalità ludica, perdendo quel senso del limite che è alla base della nostra associazione. Il CAI, con la sua storia e la sua esperienza, si fa portavoce di un appello alla responsabilità, per un turismo che sia sostenibile, rispettoso dell’ambiente e della cultura alpina.
Riflessioni finali: un futuro sostenibile per le Dolomiti
La vicenda dell’eliturismo nelle Dolomiti ci pone di fronte a una questione cruciale: quale futuro vogliamo per le nostre montagne? È evidente che il turismo “mordi e fuggi”, che sfrutta le risorse naturali senza curarsi delle conseguenze, non è un modello sostenibile. Dobbiamo invece promuovere un turismo consapevole, che valorizzi la bellezza del paesaggio, la ricchezza della biodiversità e la cultura delle comunità locali.
Una nozione base di notizie e approfondimenti su montagna e alpinismo è che la montagna non è un parco giochi, ma un ambiente fragile e complesso che richiede rispetto e attenzione. Una nozione avanzata è che la gestione del turismo in montagna deve essere integrata con la conservazione della natura e lo sviluppo delle comunità locali, in un’ottica di sostenibilità a lungo termine.
Riflettiamo su come le nostre azioni, anche quelle apparentemente innocue come un volo in elicottero, possano avere un impatto significativo sull’ambiente e sulla cultura alpina. Cerchiamo di essere turisti responsabili, che si informano, che rispettano le regole, che contribuiscono a preservare la bellezza delle Dolomiti per le generazioni future. Solo così potremo garantire un futuro sostenibile per le nostre montagne.