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Dinosauri ad Auronzo: trovata geniale o pugno nell’occhio per le Dolomiti?

L'iniziativa "All'alba delle Tre Cime - I dinosauri" ha portato un'ondata di visitatori ad Auronzo, ma solleva interrogativi sulla sostenibilità e sull'autenticità del turismo montano. Approfondiamo i pro e i contro di questa operazione ambiziosa.
  • Auronzo di Cadore ha ospitato 20 riproduzioni a grandezza naturale di dinosauri dal 14 giugno al 7 settembre 2025, trasformando il paesaggio alpino in un parco giurassico temporaneo.
  • La mostra al Museo di Palazzo Corte Metto ha attirato oltre 7.000 visitatori, incrementando gli introiti per le attività commerciali locali, ma sollevando dubbi sulla sostenibilità a lungo termine di questo modello di turismo a tema.
  • Le Tre Cime di Lavaredo affrontano problemi di overtourism, con picchi di 7-8 mila presenze giornaliere in alta stagione, spingendo il Consorzio Turistico Tre Cime Dolomiti a promuovere un turismo lento e sostenibile.

L’estate del 2025 ha portato una ventata di novità (e preistoria) ad Auronzo di Cadore, con l’iniziativa “All’alba delle Tre Cime – I dinosauri”. Tuttavia, la domanda sorge spontanea: siamo di fronte a un modello di sviluppo turistico virtuoso o a una potenziale minaccia per l’integrità delle Dolomiti?

Auronzo e l’invasione dei dinosauri

Auronzo di Cadore, rinomata per le iconiche Tre Cime di Lavaredo, ha scelto una strada decisamente inusuale per attrarre visitatori. Dal 14 giugno al 7 settembre 2025, ben 20 riproduzioni a grandezza naturale di dinosauri hanno pacificamente invaso il territorio, trasformando pascoli alpini, il Lago di Santa Caterina, il Museo di Palazzo Corte Metto e persino il Rifugio Auronzo (situato a ben 2333 metri di altitudine) in un vero e proprio parco giurassico. Un Allosauro di 9 metri ha dominato la valle, creando un contrasto suggestivo (e forse un po’ straniante) con il paesaggio dolomitico.

L’iniziativa, promossa dal Comune di Auronzo in sinergia con la Magnifica Comunità di Cadore e il Comune di Danta di Cadore, si inserisce in un trend più ampio: il turismo a tema, un approccio che mira a creare esperienze immersive e spettacolari. Secondo Anna Zandegiacomo De Zorzi, assessora alla cultura di Auronzo, l’obiettivo è “proporre chiavi di lettura nuove e interessanti” della montagna, sfruttando anche il legame con il cinema, dato che Auronzo ha fatto da sfondo ad alcune scene di “Jurassic World Dominion”. L’idea è ambiziosa: trasformare un territorio noto per la sua bellezza naturale in un palcoscenico dove la storia geologica incontra la fantasia cinematografica. Resta da capire se questa trasformazione sia un valore aggiunto o una forzatura.

Il progetto non si è limitato all’installazione delle riproduzioni dei dinosauri. Il Museo di Palazzo Corte Metto ha ospitato un percorso espositivo dedicato al legame tra le Dolomiti, le formazioni geologiche e i dinosauri. Sono stati esposti fossili autentici provenienti da collezioni private, tra cui spiccano la ricostruzione del cucciolo Ciro (Scipionyx samniticus) e di Antonio (Tethyshadros insularis), dinosauri scoperti in Italia. Il percorso espositivo proponeva un’esplorazione che fondeva il rigore scientifico con l’immaginario cinematografico, arricchita da contenuti video, un’analisi critica degli errori più frequenti nelle pellicole e un approfondimento sull’evoluzione dei dinosauri verso le specie aviarie.

Cosa ne pensi?
  • 🥳 Che idea fantastica per attirare le famiglie!......
  • 🤔 Dinosauri in montagna? Non sono sicuro che sia appropriato......
  • 🦖 E se i dinosauri fossero un'opportunità per educare...?...

I pro e i contro di un’operazione ambiziosa

L’impatto economico di “Auronzo come Jurassic Park” è stato significativo. La mostra ha attirato oltre 7.000 visitatori al Museo di Palazzo Corte Metto, senza contare coloro che hanno ammirato i dinosauri all’aperto. Questo afflusso di turisti si è tradotto in un aumento degli introiti per le attività commerciali locali (ristoranti, alberghi, negozi) e nella creazione di posti di lavoro temporanei. Tuttavia, è fondamentale analizzare la sostenibilità di questi benefici nel lungo periodo. Il turismo a tema, per sua natura, è soggetto a un ciclo di vita breve. Una volta esaurita la novità, l’interesse del pubblico potrebbe diminuire drasticamente, lasciando Auronzo con un’infrastruttura costosa e un paesaggio potenzialmente snaturato.

La questione dell’autenticità è altrettanto cruciale. L’installazione di dinosauri a grandezza naturale in un contesto alpino incontaminato solleva interrogativi sull’impatto ambientale e sulla percezione del luogo. Se da un lato l’iniziativa può stimolare la curiosità dei bambini e avvicinarli alla paleontologia, dall’altro rischia di banalizzare la bellezza e la storia delle Dolomiti. Le Dolomiti, riconosciute come patrimonio dell’UNESCO, meritano una valorizzazione che rispetti l’ambiente e la cultura locale. La spettacolarizzazione del paesaggio, con l’inserimento di elementi artificiali, potrebbe allontanare un turismo di qualità, interessato alla scoperta autentica della montagna e alla sua conservazione.

Un altro aspetto da considerare è l’impatto ambientale. L’installazione delle strutture, la gestione dei flussi turistici e la produzione di rifiuti possono avere conseguenze negative sull’ecosistema alpino. È necessario valutare attentamente l’impronta ecologica dell’iniziativa e adottare misure per minimizzare i danni.

La mostra si è conclusa il 21 settembre 2025, ma il dibattito sul futuro turistico di Auronzo è tutt’altro che chiuso. La sfida è trovare un equilibrio tra innovazione e conservazione, tra attrazione di massa e valorizzazione del territorio.

Tra overtourism e turismo sostenibile: la ricerca di un equilibrio

Il caso di Auronzo si inserisce in un contesto più ampio: la crescente pressione del turismo sulle destinazioni montane. Le Tre Cime di Lavaredo, ad esempio, sono un simbolo dell’overtourism, con picchi di 7-8 mila presenze giornaliere in alta stagione. Per far fronte a questa situazione, sono state introdotte misure come il pedaggio per i veicoli diretti al Rifugio Auronzo, la prenotazione obbligatoria e il potenziamento del servizio navetta da Misurina.

Il Consorzio Turistico Tre Cime Dolomiti promuove un modello alternativo: un turismo lento, sostenibile e consapevole, che valorizza i paesaggi incontaminati, l’autenticità e l’accoglienza. Questo approccio si basa su un decalogo per la sicurezza in montagna e per un turismo rispettoso dell’ambiente, che invita a “lasciare segni leggeri e sguardi di meraviglia”. Le amministrazioni locali di Auronzo e dell’area delle Tre Cime stanno esaminando ulteriori strategie per attenuare l’impronta del turismo su larga scala, come ad esempio la regolamentazione degli accessi e la promozione di opzioni di trasporto più ecocompatibili.

L’obiettivo è incentivare un turismo esperienziale, legato alla scoperta del territorio attraverso attività outdoor (escursioni, arrampicate, mountain bike), alla valorizzazione dei prodotti tipici e dell’artigianato locale, e alla riscoperta delle tradizioni culturali. Questo tipo di turismo può creare un’economia più resiliente e rispettosa dell’ambiente.

La strada verso un turismo sostenibile è complessa e richiede un impegno congiunto da parte delle istituzioni, degli operatori turistici e dei visitatori. È necessario ripensare il modello di sviluppo turistico, privilegiando la qualità rispetto alla quantità e valorizzando le risorse naturali e culturali del territorio.

Guardando al futuro: Auronzo tra dinosauri e autenticità

L’esperienza di Auronzo solleva una questione fondamentale: quale tipo di turismo vogliamo per le nostre montagne? Vogliamo trasformarle in parchi a tema, sacrificarle sull’altare della spettacolarizzazione e del consumo di massa, oppure vogliamo preservarne l’autenticità, valorizzarne la biodiversità e promuovere un turismo responsabile e consapevole?

La risposta non è semplice e richiede un’attenta riflessione. È necessario valutare i pro e i contro di ogni scelta, ascoltare le voci del territorio, coinvolgere le comunità locali e adottare un approccio multidisciplinare. Non esistono soluzioni semplici e valide per tutti. Ogni territorio ha le sue specificità, le sue risorse, le sue fragilità. È necessario trovare un modello di sviluppo turistico che sia in armonia con l’ambiente, che rispetti la cultura locale e che generi benefici duraturi per la comunità.

Auronzo si trova di fronte a un bivio. La scelta tra un turismo effimero e spettacolare e un turismo sostenibile e di qualità determinerà il futuro di questa perla delle Dolomiti. La speranza è che prevalga la consapevolezza che la vera ricchezza della montagna risiede nella sua autenticità e nella sua bellezza incontaminata. Che i dinosauri possano essere un’attrazione temporanea, un’occasione per stimolare la curiosità e l’interesse, ma che non diventino mai un ostacolo alla conservazione del patrimonio naturale e culturale delle Dolomiti.

Un approccio lungimirante al turismo montano

Amici appassionati di montagna e alpinismo, il caso di Auronzo ci offre uno spunto prezioso per riflettere sul futuro del turismo montano. Una nozione base che emerge con forza è l’importanza di un approccio olistico, che tenga conto non solo dei benefici economici immediati, ma anche delle conseguenze a lungo termine sull’ambiente e sulla cultura locale. L’alpinismo, nella sua essenza più pura, è un’attività che si basa sul rispetto per la montagna e sulla consapevolezza dei propri limiti. Questo spirito dovrebbe guidare anche le scelte di sviluppo turistico.

Ma non fermiamoci alle basi. Una nozione più avanzata riguarda la necessità di superare la logica del “mordi e fuggi” e di promuovere un turismo esperienziale, che valorizzi la scoperta del territorio, l’incontro con le comunità locali e la pratica di attività sportive sostenibili. L’alpinismo moderno, ad esempio, si sta evolvendo verso forme di esplorazione più lente e consapevoli, che privilegiano l’immersione nella natura e il rispetto per l’ambiente.

Il caso di Auronzo ci invita a interrogarci sul nostro ruolo di visitatori e sulla nostra responsabilità nei confronti delle montagne. Siamo semplici consumatori di paesaggio o siamo custodi di un patrimonio che va preservato per le generazioni future? La risposta a questa domanda determinerà il futuro del turismo montano e la sopravvivenza di un ecosistema fragile e prezioso. Un ecosistema che, in fondo, è molto più affascinante dei dinosauri.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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