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- Il Cai Alto Adige ha superato i 7000 soci, segnando un rinnovato interesse verso l'ambiente montano.
- Il Cai ha investito 3 milioni di euro per il rifugio Plose a Bressanone, dimostrando un impegno concreto verso una gestione responsabile dei rifugi.
- Il Cai si oppone all'eliturismo, denunciando l'inquinamento acustico e atmosferico, in quanto contrasta con la tutela di aree protette come le «Dolomiti Unesco».
Il Club Alpino Italiano (CAI) Alto Adige ha superato una soglia significativa, raggiungendo più di 7000 soci. Questo incremento non è solo una cifra, ma un segnale di un rinnovato interesse verso l’ambiente montano e le sue attività. Nel panorama attuale, dove la sensibilità ambientale e la ricerca di esperienze autentiche sono in aumento, l’incremento dei membri del CAI solleva interrogativi importanti: cosa spinge così tante persone verso le vette? Quali sono le loro aspettative e le loro priorità? E come il CAI, in quanto rappresentante di questa comunità, affronta le sfide che il territorio montano deve affrontare? La risposta a queste domande è complessa e articolata. Da un lato, si nota una riscoperta dei paesaggi locali, forse stimolata dalle restrizioni sui viaggi internazionali degli ultimi anni. La montagna, con i suoi panorami mozzafiato e la sua aria pura, offre un’alternativa al turismo di massa, proponendo un’esperienza più intima e rispettosa dell’ambiente. D’altro canto, emerge una crescente sensibilità verso le questioni ambientali. Sempre più individui si avvicinano alla montagna con la consapevolezza della sua fragilità e il desiderio di contribuire alla sua salvaguardia. In questo contesto, il CAI gioca un ruolo cruciale, promuovendo un approccio responsabile e sostenibile alla frequentazione delle vette. La varietà di attività proposte dal CAI rappresenta un ulteriore fattore di richiamo. Dalle tradizionali discipline alpinistiche all’escursionismo, dallo sci alpinismo all’arrampicata, il club è in grado di soddisfare le esigenze di un pubblico vasto ed eterogeneo. In questo modo, il CAI si configura come un punto di riferimento per chiunque desideri vivere la montagna in modo attivo e consapevole. Nel *2021, l’allora neo presidente Carlo Zanella si era posto l’obiettivo di superare i settemila iscritti, traguardo raggiunto anche grazie ai nuovi bolzanini che si sono avvicinati al club.

Le istanze del cai: un dialogo con la politica per un futuro sostenibile
Il CAI Alto Adige, forte della sua rappresentanza e della profonda conoscenza del territorio, si erge a portavoce delle istanze degli alpinisti e degli amanti della montagna, interpellando direttamente la politica locale con una serie di richieste concrete. Durante l’annuale convegno, il CAI ha lanciato un appello vibrante alla politica, esortandola a conoscere, amare e proteggere* la montagna da quelle che sono state definite “avidità e distruzione”. Un monito forte, che riflette la preoccupazione per le minacce che incombono sul territorio montano. Il vicepresidente Claudio Sartori ha sottolineato con enfasi la necessità di tradurre le parole in azioni concrete, sollecitando un impegno tangibile per la tutela dell’ambiente. Tra le priorità delineate dal CAI, spiccano la tutela del territorio, la gestione responsabile dei rifugi, la sicurezza in montagna e la promozione di un turismo improntato alla responsabilità. La tutela del territorio si traduce in un impegno più incisivo nella lotta alla cementificazione selvaggia, nella salvaguardia della biodiversità e nella prevenzione dei rischi naturali. In questo contesto, emerge la questione del parco al Sassolungo, con una promessa, a quanto pare disattesa, di non autorizzare la costruzione di ulteriori impianti di risalita. Un nodo cruciale, che mette in discussione la credibilità delle istituzioni e la loro capacità di ascoltare le istanze del territorio. La gestione dei rifugi, secondo il CAI, deve garantire la qualità dei servizi offerti, promuovendo al contempo pratiche sostenibili dal punto di vista ambientale ed economico. Un esempio virtuoso è rappresentato dall’investimento di 3 milioni di euro previsto a Bressanone per il rifugio Plose. La sicurezza in montagna rappresenta un altro pilastro fondamentale dell’azione del CAI, che sollecita un potenziamento dei servizi di soccorso alpino, una maggiore informazione sui pericoli della montagna e una regolamentazione più efficace delle attività outdoor. Un tema particolarmente delicato, che richiede un approccio multidisciplinare e una stretta collaborazione tra istituzioni, operatori del settore e frequentatori della montagna. Infine, il CAI pone l’accento sulla promozione di un turismo responsabile, che rispetti l’ambiente, la cultura locale e le esigenze degli abitanti. L’obiettivo è evitare la “disneylandizzazione” della montagna, contrastando la tendenza a trasformare i territori alpini in parchi divertimento a cielo aperto. Allo stesso modo, il CAI si oppone al fenomeno del “tamarro in quota con le infradito”, che rappresenta una forma di turismo irrispettosa e superficiale. La sfida, in definitiva, è quella di trovare un equilibrio tra lo sviluppo turistico e la tutela dell’ambiente, promuovendo un modello di fruizione della montagna che sia sostenibile e rispettoso delle sue peculiarità.
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- Sono preoccupato, però. Tanti soci, forse troppi, e la montagna......
- Un punto di vista alternativo: e se la montagna non avesse......
- Il CAI, forte dei suoi 7000 soci, deve ora agire concretamente per......
Alleanze e battaglie: il cai per la difesa dell’ambiente alpino
L’impegno del CAI Alto Adige per la tutela dell’ambiente si concretizza anche attraverso l’adesione alla Federazione Ambientalisti Alto Adige. Questa alleanza strategica rafforza la voce degli ambientalisti e degli alpinisti nella difesa del territorio montano, soprattutto di fronte a progetti di sviluppo che rischiano di compromettere il paesaggio e la biodiversità. La partnership mira a contrastare la realizzazione di bacini artificiali, impianti di risalita e piste da sci, opere che, secondo il CAI e la Federazione Ambientalisti, alterano l’integrità del territorio e arrecano danni irreparabili all’ecosistema alpino. L’adesione alla Federazione Ambientalisti rappresenta un passo importante per il CAI, che intende così ampliare il proprio raggio d’azione e contribuire in modo più incisivo al dibattito pubblico sulle questioni ambientali. L’obiettivo è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sull’importanza di preservare il patrimonio naturale e culturale della montagna, promuovendo un modello di sviluppo sostenibile che tenga conto delle esigenze del territorio e delle comunità locali. Allo stesso tempo, il CAI si batte con fermezza contro pratiche considerate dannose per l’ambiente, come l’eliturismo. Questa attività, che consiste nel raggiungere le cime delle montagne a bordo di elicotteri, è vista dal CAI come una forma di “uso” della montagna a fini ludici che non rispetta il “senso del limite”. L’associazione denuncia l’inquinamento acustico e atmosferico prodotto dagli elicotteri, nonché il disturbo arrecato alla fauna selvatica. Inoltre, il CAI sottolinea che l’eliturismo contrasta con la vocazione di aree protette come le Dolomiti Unesco, un patrimonio dell’umanità che dovrebbe essere tutelato con particolare attenzione. Il presidente nazionale del CAI, Antonio Montani, ha costantemente espresso la posizione ufficiale dell’organizzazione contro l’impiego ricreativo di veicoli a motore in montagna, identificando l’elicottero come quello a maggior impatto. La battaglia contro l’eliturismo è una delle tante sfide che il CAI si trova ad affrontare nella sua missione di tutela della montagna. Una missione che richiede impegno, competenza e la capacità di dialogare con tutti gli attori coinvolti, dalle istituzioni agli operatori del settore, dai frequentatori della montagna alle comunità locali.
Il futuro della montagna: un impegno condiviso
Il superamento dei 7000 soci rappresenta per il CAI Alto Adige non solo un traguardo, ma anche una responsabilità ancora maggiore: quella di farsi portavoce di una montagna più sostenibile, rispettosa dell’ambiente e delle generazioni future. Il futuro della montagna dipende da un impegno condiviso, dalla capacità di trovare un equilibrio tra lo sviluppo turistico e la tutela dell’ambiente, dalla promozione di un modello di fruizione che sia sostenibile e rispettoso delle sue peculiarità. Il CAI, con la sua storia, la sua esperienza e la sua passione per la montagna, è pronto a fare la sua parte. L’associazione si impegna a continuare a lavorare per la tutela del territorio, la gestione responsabile dei rifugi, la sicurezza in montagna e la promozione di un turismo responsabile. Allo stesso tempo, il CAI invita tutti gli amanti della montagna a unirsi a questa sfida, a diventare protagonisti di un futuro in cui la montagna possa continuare a essere un luogo di bellezza, di avventura e di ispirazione.
Amici appassionati di montagna, spero che questo articolo vi abbia offerto una panoramica completa e stimolante sulle sfide e le opportunità che il mondo alpino si trova ad affrontare. Come abbiamo visto, il CAI Alto Adige svolge un ruolo fondamentale nella tutela del territorio e nella promozione di un turismo responsabile. Ma cosa significa tutto questo per noi, semplici amanti della montagna?
Una nozione base di notizie e approfondimenti su montagna e alpinismo è che la montagna è un ambiente fragile e complesso, che richiede rispetto e attenzione. Ogni nostra azione, anche la più piccola, può avere un impatto sull’ecosistema alpino. Pertanto, è fondamentale informarsi, documentarsi e adottare comportamenti responsabili quando frequentiamo la montagna. Una nozione avanzata, invece, riguarda la necessità di superare una visione antropocentrica della montagna. Spesso, tendiamo a considerare la montagna come un luogo da “conquistare”, da sfruttare a fini turistici o economici. Ma la montagna è molto più di questo. È un ecosistema complesso, un patrimonio culturale e un luogo di spiritualità. Pertanto, è necessario adottare un approccio più umile e rispettoso, riconoscendo il valore intrinseco della montagna e la sua importanza per il nostro benessere.
Vi invito a riflettere su queste tematiche e a condividere le vostre opinioni. Solo attraverso un dialogo aperto e costruttivo possiamo costruire un futuro in cui la montagna possa continuare a essere un luogo di bellezza, di avventura e di ispirazione per tutti.