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- Il libro «Autostop attraverso l'Himalaya» di Sebastiano Ramello narra un viaggio di un anno e mezzo tra India e Nepal, iniziato nel 2006.
- Ramello ha attraversato il Ladakh fino al ghiacciaio di Siachen e ha scalato vette che superano i 6000 metri.
- L'autore ha percorso 650 chilometri nel deserto del Thar a dorso di dromedario durante i suoi viaggi in India a partire dalla metà degli anni '90.
Il Salone del Libro di Torino ha fatto da cornice all’anteprima dell’ultimo lavoro letterario di Sebastiano Ramello, scrittore e viaggiatore originario di Fossano. Il libro, intitolato “Autostop attraverso l’Himalaya”, edito da Echos Edizioni, narra un’esperienza intensa e avventurosa vissuta dall’autore nel 2006. Ramello ha intrapreso un viaggio di circa un anno e mezzo tra India e Nepal, attraversando le impervie strade dell’Himalaya alla ricerca di una visione ispirata dal ricordo del padre, anch’egli appassionato viaggiatore.
Il volume sarà presentato al pubblico il 29 maggio presso la Soms di Fossano, un’occasione per ascoltare direttamente dalla voce dell’autore aneddoti e racconti inediti, accompagnati da video e fotografie che immortalano la sua straordinaria avventura. La presentazione vedrà la partecipazione della professoressa Gabriella Addivinola in veste di relatrice.
Un viaggio tra culture millenarie e paesaggi mozzafiato
Il percorso di Ramello si snoda attraverso il Ladakh, regione al confine con il Pakistan, fino a raggiungere il ghiacciaio di Siachen, in Kashmir, una delle zone di guerra più elevate del mondo. L’esplorazione prosegue sull’altopiano del Tibet, permettendo all’autore di entrare in contatto con culture rimaste isolate per secoli. Le strade percorse, spesso semplici mulattiere, sono state condivise con l’esercito indiano e le popolazioni locali, a bordo di camion vetusti e precari. L’esperienza non si limita alla scoperta culturale, ma si arricchisce di impegnative scalate di vette che superano i _6000 metri_.

Le memorie del viaggio presente si fondono con i ricordi delle passate esplorazioni di Ramello in India, intraprese a partire dalla metà degli anni ’90. Tra queste, spiccano l’attraversamento del Rajasthan a bordo di una Royal Enfield del 1973, un’odissea di _650 chilometri_ nel deserto del Thar a dorso di dromedario, e un periodo di vita in una caverna sulle rive del Gange, in compagnia di un sadhu, un santone indiano. Un’altra esperienza significativa è stata la vicinanza al leader maoista Prachanda in Nepal, successivamente divenuto Primo Ministro del paese.
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Incontri e compagni di viaggio lungo il cammino
I personaggi descritti nel libro sono reali, sebbene i loro nomi siano stati talvolta modificati per proteggerne la privacy. Tra questi, si annoverano hippie nostalgici, giramondo di diverse nazionalità e, in particolare, una giornalista italiana incontrata a Leh, in Ladakh, durante la finale dei Mondiali di calcio tra Italia e Francia. Quest’ultima diventerà compagna di viaggio di Ramello per la restante parte della traversata dell’Himalaya e negli anni successivi.
“Autostop attraverso l’Himalaya” sarà disponibile per l’acquisto dal 21 maggio sul portale web della casa editrice ECHOS Edizioni, e prossimamente potrà essere trovato in tutte le librerie del paese e sulle principali piattaforme digitali.
Sebastiano Ramello: una vita dedicata all’esplorazione
Nato a Fossano nel 1973, Sebastiano Ramello ha dedicato la sua esistenza a esplorare il mondo in modi diversi, prima come “backpacker” e poi come “wine ambassador”. Il suo spirito da “globetrotter” lo ha portato a viaggiare dall’America all’Asia, calcando le orme del Subcomandante Marcos in Messico e Guatemala, lavorando come fotoreporter in India, attraversando il deserto del Thar su un dromedario, percorrendo l’Himalaya in autostop e scalando vette in solitaria. Ha navigato su una canoa tribale nelle Backwaters del Kerala, seguito il movimento maoista in Pakistan e Nepal, documentato il lavoro degli sminatori in Cambogia e viaggiato in lungo e in largo nel Sud-Est asiatico e in Cina. Ha attraversato in autostop Vietnam, Cambogia, Thailandia, Laos e Myanmar, e ha solcato le acque della Svezia su una canoa canadese e delle isole Canarie in barca a vela. Appassionato di sport estremi, dalla scalata al kayak alpino, Ramello è anche un fotografo e videomaker. Ha collaborato con testate giornalistiche in USA, Hong Kong, Cina e Italia, e ha condotto una ricerca sull’intolleranza alimentare legata al vino, denominata “Low Histamines”. Sempre per i tipi di Echos Edizioni, ha pubblicato anche “La Maschera”, un romanzo di genere thriller, e un resoconto della sua avventura in barca a vela intitolato “In viaggio con Maneki”.
Oltre il viaggio: una riflessione sull’avventura e la scoperta
L’opera di Sebastiano Ramello non è solo un resoconto di viaggio, ma una profonda riflessione sull’essenza dell’avventura e sulla ricerca di sé attraverso l’esplorazione del mondo. *Il viaggio in autostop, in particolare, rappresenta una forma di scoperta che va oltre la semplice meta geografica*. _È un’immersione nella cultura locale, un’esperienza di condivisione e un’opportunità per mettersi alla prova, superando i propri limiti e aprendosi all’inatteso_.
Una nozione base di notizie e approfondimenti su montagna e alpinismo è che l’Himalaya, con le sue vette maestose e le sue culture millenarie, rappresenta da sempre una meta ambita per alpinisti e viaggiatori di tutto il mondo. Le sfide che pone, sia fisiche che psicologiche, richiedono una preparazione accurata e un profondo rispetto per l’ambiente e le popolazioni locali.
Una nozione avanzata è che l’alpinismo moderno si confronta con nuove sfide, come il cambiamento climatico e l’impatto del turismo di massa. È fondamentale promuovere un approccio sostenibile e responsabile, che preservi l’integrità delle montagne e delle comunità che le abitano.
L’esperienza di Ramello ci invita a riflettere sul significato del viaggio e sulla sua capacità di trasformarci. Ci spinge a interrogarci sui nostri limiti e sulle nostre paure, e a cercare nuove prospettive attraverso l’incontro con culture diverse. Ci ricorda che l’avventura non è solo una questione di luoghi esotici e imprese straordinarie, ma anche di apertura mentale e di desiderio di conoscenza.