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Arrampicata da urlo: Dylan Chuat conquista «Move» e riscrive la storia!

Il climber svizzero Dylan Chuat entra nell'olimpo dell'arrampicata sportiva ripetendo la leggendaria via «Move» a Flatanger, Norvegia, un'impresa che solleva interrogativi sull'evoluzione della disciplina e sulla ricerca del limite.
  • Dylan Chuat ha conquistato la via «Move» a Flatanger, Norvegia, entrando nel ristretto club di climber capaci di superare il grado 9b/+.
  • La via «Move», liberata da Adam Ondra nel 2013, è stata ripetuta da soli 4 climber prima di Chuat, sollevando dibattiti sull'uso delle ginocchiere.
  • Oltre all'impresa di Chuat, altri climber come Chris Sharma e Loic Zehani si sono distinti, con Sharma liberando una nuova via di grado 8c a Maiorca e Zehani salendo un 9a al secondo tentativo.

Un evento recente ha scosso il mondo dell’arrampicata: la conquista di “Move” a Flatanger da parte di Dylan Chuat. Questa via, gradata 9b/+, è diventata un banco di prova per i climber di tutto il mondo, e la sua ripetizione da parte di Chuat segna un momento significativo nella sua carriera e nella storia dell’arrampicata.

L’ascesa di Dylan Chuat e la sfida di “Move”

Dylan Chuat, climber svizzero, è entrato ufficialmente nel ristretto club di atleti capaci di superare il grado 9b/+. La sua impresa si è compiuta a Flatanger, in Norvegia, sulla leggendaria via “Move”, liberata da Adam Ondra nel lontano 2013. Questa linea è diventata un simbolo di difficoltà e impegno, attirando climber da ogni angolo del globo. Chuat ha descritto “Move” come il suo progetto più ambizioso, un obiettivo che si era prefissato tre anni fa. Prima di questo, aveva scalato vie di grado 9a, ma sentiva di poter spingersi oltre. Dopo aver superato un 9a+ in poche sessioni, ha deciso di puntare al 9b, una sfida che lo avrebbe portato al limite delle sue capacità. La determinazione di Chuat è stata premiata, nonostante le condizioni meteorologiche avverse che rendevano la via impraticabile in alcuni giorni.

Cosa ne pensi?
  • 🚀 Impressionante! Dylan Chuat ha davvero riscritto la storia......
  • 🤔 Ma siamo sicuri che l'uso delle ginocchiere......
  • 🌍 Flatanger: non solo difficoltà, ma un banco di prova......

“Move”: una via controversa e iconica

“Move” è una via che ha suscitato dibattiti e ammirazione. La prima ascesa successiva a quella originaria fu completata da Seb Bouin nel 2019, che la giudicò di complessità superiore rispetto a percorsi adiacenti quali “Change” e “Nordic Marathon” (entrambi 9b+). Un aspetto interessante è l’uso delle ginocchiere: né Ondra né Bouin le hanno utilizzate, mentre i successivi quattro ripetitori sì. Alex Megos, uno di questi, ha elogiato Ondra per aver salito la via senza ginocchiere, sottolineando come il passo chiave non sia facilitato, ma l’accesso ad esso diventi più agevole. Questo dettaglio evidenzia la difficoltà intrinseca della via e la performance eccezionale di Ondra. Altri climber che hanno ripetuto “Move” sono Jorge Dìaz Rullo e Domen Škofic, quest’ultimo nel maggio 2025. La via è diventata un punto di riferimento per l’arrampicata di alta difficoltà, un test di forza, tecnica e determinazione.

Non solo Chuat: altri exploit nel mondo dell’arrampicata

Mentre Chuat conquistava “Move”, altri climber si sono distinti per le loro performance. Chris Sharma ha liberato una nuova via di grado 8c a Maiorca, dimostrando di essere ancora una figura di spicco nell’arrampicata. Loic Zehani ha salito un 9a al secondo tentativo a Carros, un’impresa che testimonia la sua eccellente forma fisica. Nella zona di Grenoble, Nao Monchois ha ripetuto velocemente “Action Discrete”, un 9a creato da Paul Jenft e Jules Marchaland. Proprio Jules Marchaland ha salito “Super Finale” a Rawyl, in Svizzera, esprimendo dubbi sulla sua gradazione (facile per un 9a, ma forse troppo dura per un 8c+). Questi eventi dimostrano la vitalità e la diversità dell’arrampicata sportiva, con atleti che si sfidano su vie di ogni difficoltà e in diverse località del mondo.

L’eredità di “Move” e il futuro dell’arrampicata

La conquista di “Move” da parte di Dylan Chuat non è solo un successo personale, ma un contributo alla storia dell’arrampicata. Questa via, liberata da Adam Ondra, continua a ispirare e a sfidare i climber di tutto il mondo. La sua difficoltà, la sua storia e le controversie sull’uso delle ginocchiere la rendono un simbolo dell’arrampicata moderna. Chuat ha espresso la sua soddisfazione per aver superato questa sfida, sottolineando come sia stata una vera battaglia, ma anche un momento di arrampicata puro e unico. Ora, guarda al futuro, con l’obiettivo di provare altre vie nella grotta di Flatanger. L’arrampicata sportiva è in continua evoluzione, e atleti come Chuat, Sharma, Zehani e Marchaland stanno contribuendo a spingere i limiti di ciò che è possibile.

Riflessioni sull’evoluzione dell’arrampicata e la ricerca del limite

L’arrampicata è una disciplina in continua evoluzione, un dialogo costante tra l’uomo e la roccia. La conquista di “Move” da parte di Dylan Chuat ci ricorda che i limiti sono fatti per essere superati, che la determinazione e l’impegno possono portare a risultati straordinari. Ma cosa significa veramente superare i propri limiti? Significa solo scalare una via più difficile, o significa anche crescere come persona, imparare dai propri errori e dalle proprie sconfitte?

*Una nozione base di arrampicata è la conoscenza dei gradi di difficoltà. Le vie di arrampicata sono classificate in base alla loro difficoltà, utilizzando scale come la scala francese (da 1 a 9c+) o la scala americana (da 5.0 a 5.15d). Comprendere queste scale è fondamentale per scegliere vie adatte al proprio livello e per monitorare i propri progressi.

Una nozione avanzata è la comprensione delle diverse tecniche di arrampicata. Esistono molte tecniche diverse, come l’aderenza, l’opposizione, l’incastro e il dinamico. Ogni tecnica richiede abilità specifiche e può essere più adatta a determinati tipi di roccia o di via. Padroneggiare queste tecniche è essenziale per affrontare vie di difficoltà elevata.

La conquista di “Move” ci invita a riflettere sul significato della sfida e della perseveranza.* Ci ricorda che i risultati più gratificanti sono quelli che richiedono il massimo impegno e sacrificio. Ma ci ricorda anche che l’arrampicata è molto più di una semplice performance sportiva. È un’esperienza che ci mette in contatto con la natura, che ci insegna a conoscere noi stessi e che ci permette di superare i nostri limiti, sia fisici che mentali.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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