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Ama Dablam: l’impresa di Simone Midali, un bergamasco sul «Cervino dell’Himalaya»

Scopri come il maestro di sci di branzi, simone midali, ha conquistato la vetta di 6.812 metri senza agenzie, affrontando temperature estreme e un pericoloso seracco, dimostrando che la passione e la preparazione possono superare ogni limite.
  • Simone Midali, maestro di sci di Branzi, ha scalato l'Ama Dablam (6.812 metri) il 24 ottobre 2025.
  • Midali si è preparato per sette mesi prima di affrontare la scalata, dimostrando l'importanza della preparazione fisica e mentale.
  • La cordata ha affrontato temperature di -30°C e ha scalato di notte per superare un pericoloso seracco, raggiungendo la vetta in meno di 24 ore dal campo base.

L’impresa di Simone Midali, maestro di sci di Branzi, ha catturato l’attenzione del mondo alpinistico. Il 24 ottobre 2025, Midali, 45 anni, ha raggiunto la vetta dell’Ama Dablam, una montagna di 6.812 metri in Nepal, soprannominata “il Cervino dell’Himalaya” per la sua somiglianza con la celebre vetta alpina.

Un Nuovo Capitolo nell’Alpinismo Bergamasco

La scalata di Midali segna un punto di svolta nella sua carriera alpinistica. Sebbene abbia sempre nutrito un profondo amore per la montagna e le escursioni, è stato soltanto nell’estate del 2024 che ha cominciato a misurarsi con cime di maggiore complessità. La sua ascesa all’Island Peak, una montagna di 6.165 metri sempre in Nepal, lo ha convinto delle sue capacità e lo ha spinto a tentare l’Ama Dablam, una montagna rinomata per la sua difficoltà. L’impresa di Midali lo affianca ad altri alpinisti bergamaschi di spicco che hanno già affrontato l’Ama Dablam, tra cui *Simone Moro, Yuri Parimbelli e Marco Dalla Longa.

Cosa ne pensi?
  • 🚀 Congratulazioni a Simone Midali per questa incredibile impresa!......
  • 🤔 Mi chiedo se l'assenza di agenzie abbia reso l'impresa più......
  • 🧊 Affrontare il seracco di notte è stata una scelta rischiosa ma......

La Scalata Notturna e le Sfide dell’Ama Dablam

La scalata dell’Ama Dablam si è rivelata un’esperienza impegnativa per Midali, che è stato accompagnato da uno sherpa fornito dal campo base. Per affrontare un pericoloso seracco, la cordata ha dovuto affrontare la salita di notte, con temperature che hanno raggiunto i -30 °C. Nonostante le difficoltà, Midali e il suo sherpa sono riusciti a raggiungere la vetta all’alba del 24 ottobre. Midali ha sottolineato l’importanza delle condizioni meteorologiche favorevoli e del supporto dello sherpa per il successo della spedizione. Ha inoltre evidenziato che l’intera spedizione è stata organizzata in modo autonomo, senza l’ausilio di agenzie.

Dettagli della Spedizione e Preparazione

Midali ha fornito dettagli sul suo percorso verso la vetta. Partendo da Katmandu, ha raggiunto Lukla a 2.800 metri, da dove è iniziata la sua camminata. Successivamente, ha raggiunto la stazione sismologica italiana “Ev-k2-Cnr”, situata a 5.000 metri. Ha proseguito poi verso i due campi base, posti rispettivamente a 5.800 metri e 6.050 metri. La partenza per la vetta è avvenuta alle 21 del 23 ottobre, con l’obiettivo di attraversare il seracco durante la notte. Dopo aver raggiunto la vetta alle 6 del mattino del 24 ottobre, Midali è tornato al campo base alle 20 dello stesso giorno, completando l’ascesa e la discesa in meno di 24 ore. Midali ha rivelato di essersi preparato fisicamente e mentalmente per sette mesi per affrontare questa sfida.

Un’Eredità di Ispirazione: Riflessioni sull’Alpinismo Moderno

L’impresa di Simone Midali sull’Ama Dablam non è solo una conquista personale, ma un simbolo di determinazione e preparazione. La sua storia, che inizia con l’escursionismo sulle Orobie e culmina con la vetta del “Cervino dell’Himalaya”, dimostra come la passione e la dedizione possano portare a risultati straordinari.

L’alpinismo, come ci insegna questa vicenda, non è solo una questione di forza fisica, ma anche di preparazione mentale e conoscenza del territorio. La scelta di affrontare il seracco di notte, ad esempio, rivela una profonda consapevolezza dei rischi e una capacità di adattamento alle condizioni ambientali.

Una nozione base di alpinismo è l’importanza della acclimatizzazione. Salire gradualmente di quota permette al corpo di adattarsi alla minore pressione atmosferica e alla carenza di ossigeno, riducendo il rischio di mal di montagna. Una nozione avanzata è la gestione del rischio*. Gli alpinisti esperti valutano attentamente i pericoli oggettivi (come valanghe, seracchi e crepacci) e i pericoli soggettivi (come la stanchezza e l’inesperienza) e prendono decisioni informate per minimizzare i rischi.

L’impresa di Midali ci invita a riflettere sul significato dell’alpinismo moderno. In un’epoca in cui la tecnologia e le attrezzature avanzate rendono le montagne più accessibili, è fondamentale non dimenticare i valori fondamentali di rispetto per la natura, umiltà e spirito di squadra. L’alpinismo, in fondo, è un viaggio alla scoperta di sé stessi e dei propri limiti, un’esperienza che può arricchire la vita e lasciare un segno indelebile.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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